La Corte dei conti, con la relazione speciale n. 1/2001 della sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali, ha lanciato un allarme ed un monito a Stato e Regioni sul possibile allontanamento dei finanziamenti europei dalle casse italiane a causa dei ritardi accumulati dalle Pubbliche Amministrazioni.
Infatti, i giudici contabili, a pochi mesi dalla scadenza del 31/12/2001 dei pagamenti relativi all’ultima tranche del periodo di programmazione 1994/99, hanno certificato uno stato assai precario di applicazione in Italia delle azioni cofinanziate dalla Comunità europea.
In particolare, dall’indagine della magistratura contabile è emerso che a giugno scorso, su 40 amministrazioni interessate, ancora quattro non avevano istituito le apposite commissioni di controllo; ben 11 non avevano istituito gli organismi di certificazione; addirittura 26 non avevano ancora iniziato i controlli in loco della spesa comprensiva del contributo comunitario e del cofinanziamento nazionale.
Tale situazione, conclude la Corte, ove non efficacemente migliorata con uno sforzo particolarmente diligente e intenso nel brevissimo arco temporale ancora a disposizione, potrà dar luogo dal prossimo anno ad un giuridico impedimento a procedere alla chiusura, da parte della Commissione, di varie forme di intervento nonché della conseguente soppressione e/o riduzione di una parte rilevante dei contributi comunitari concessi all’Italia, eventi questi ultimi determinanti un pregiudizio per l’erario e, nel contempo, un onere finanziario aggiuntivo per la collettività nazionale.
GV