Suzanne Vega: reading/concerto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 ottobre 2000 18:42
Suzanne Vega: reading/concerto

Un po’ reading, un po’ concerto: è la pièce che la cantautrice americana Suzanne Vega proporrà giovedì 26 ottobre - ore 22 - all’Abbazia Salvatore di Badia a Settimo (Scandicci) per la presentazione di Solitude Standing, raccolta di poesie, racconti e testi di canzoni inedite che l’artista ha pubblicato proprio in questi giorni in Italia per casa editrice Minimum Fax (Sotterranei – 28.000 lire). Duecentottanta pagine per scoprire le tante facce di una delle più note folk singer contemporanee, alla ricerca dei segreti che si celano dietro le sue strofe spesso enigmatiche: dai pensieri adolescenziali di un'inedita Suzanne Vega "maschiaccio" che fa a pugni con i ragazzi del quartiere alle poesie giovanili, dai recenti racconti inediti alle impressioni raccolte in giro per il mondo durante le tournée.

I reading di Suzanne Vega saranno tradotti in italiano - in simultanea - da un interprete. Tra tante parole non mancherà comunque la musica: nel corso della serata Suzanne Vega imbraccerà infatti la sua chitarra per proporre successi del passato e qualche assaggio del nuovo album di imminente pubblicazione. Tutto in versione unplugged, ovviamente, in sintonia con la nuova svolta artistica di Suzanne Vega. L’ingresso per la serata è ad invito (gratuito): gli inviti possono essere ritirati da lunedì 23 ottobre presso il Teatro Studio di Scandicci (via Donizetti, 58 – Scandicci) e presso Controradio (via del Rosso Fiorentino 2/b) dalle ore 9 alle ore 18.

Ingresso fino ad esaurimento posti. Lo spettacolo di Suzanne Vega è il primo appuntamento di un ciclo di eventi organizzati da Scandicci Cultura, Dal Teatro Studio di Scandicci e dal management di spettacolo Le Nozze di Figaro.
BIOGRAFIA
Suzanne Vega, nata a Santa Monica (California) ma cresciuta nel ghetto portoricano di New York, ha il coraggio di fare la folksinger in un'era in cui quel tipo di musicista rock sembra estinto per sempre. La sua liturgia della solitudine adolescenziale pennella storie innocenti e commoventi che provengono da un'infanzia magica e malinconica, dove il colore e' un grigio uniforme e dove persino i giocattoli sembrano provare dolore.

Le canta con una voce distaccata e sognante, piana e persino monotona, che rende la noia e l'incubo della vita nella metropoli.
Soltanto nel 1985 riesce a mettere su vinile i brani che da anni porta in giro per le piazze del mondo. Suzanne Vega (A&M, 1985) rivela le varie Marlene On The Wall, Cracking, Small Blue Thing.
Un nugolo di appassionati ammiratori, da Peter Gordon a Lenny Kaye a Mark Isham collabora ad arrangiare ed elettrificare quelle ballate.
Anomala figura di bohemien "malata", per nulla selvaggia, anzi tenera e crepuscolare, Vega esplora dall'interno un microcosmo che fa pensare a un fiabesco dopo-apocalisse.

Il successo del disco e` enorme e da` il la a tutto il fenomeno di revival dei folksinger.
I singoli Left Of Center (1986) e Luka (1987) raffinano la sua tecnica di canto, che unisce il soprano "montanaro" di Joni Mitchell, il gelido recitato di Laurie Anderson e il bisbiglio onirico di Tim Buckley, e le sue liriche di alienazione urbana, e preparano il terreno per Solitude Standing (A&M, 1987), che si apre con il monologo a cappella di Tom's Diner, include Gypsy e Calypso (due canzoni scritte nove anni prima!) e trionfa nella trance di Wooden Horse.


Piu` emarginato, Days Of Open Hand (A&M, 1990) rinuncia alla canzone narrativa a favore di meditazioni piu` concise e circoscritte, puntando tutto sulla capacita` di Vega di identificarsi con il paesaggio urbano che canta, siano suicidi, mutilati di guerra o persino bambini non ancora nati (a cui dedica il valzer/ninnananna di Tired Of Sleeping). A trionfare e` pero` il ritornello pop di Book Of Dreams. Persa l'innocenza delle prime prove, Suzanne Vega ha sviluppato un discorso di modernizzazione che era iniziato forse con Tom's Diner (la versione rap divenne un successo internazionale nel 1989).

L'album del 1992, 99.9 F (A&M), impiega arrangiamenti lambiccati che in parte ricordano Tom Waits per il calcolato e anomalo recupero della tradizione e in altri sanciscono semplicemente l'aggiornamento all'epoca dell'elettronica techno (Fat Man And Dancing Girl) e industriale (Blood Makes Noise). Vega cerca nuovi sfoghi per la sua verbosita` con In Liverpool e Rock In The Pocket, ritrovando le sue origini soltanto in As Girls Go e When Heroes Go Down. La cantautrice che meglio aveva rappresentato l'eta` della paura, i turbamenti dei deboli, e` in realta` ancora alla ricerca di un’identità artistica.


Vega rientra nel 1996 dopo la parentesi familiare (matrimonio e gravidanza) con Nine Objects Of Desire, sorta di concept autobiografico ancor piu` sofisticato negli arrangiamenti, a partire dal soul organistico con cadenze voodoo di palude che lo apre, Birth-day. Headshots e` una di quelle filastrocche svagate alla A Day In The Life che si librano in apoteosi surreali. E infatti sembra di ascoltare qua e la` reperti dei Beatles, tanto nelle armonie vocali dei brani orecchiabili quanto nella progressione pianistica di World Before Columbus.

Nel 1998 arriva quindi Tried and True, album antologico comprendente i maggiori successi della sua carriera ed alcune interessanti rivisitazioni. Da qualche mese Suzanne Vega sta lavorando ai brani del nuovo disco, un album che si preannuncia come un ritorno alle origini, con trame compositive essenziali e suoni prevalentemente acustici. La produzione dovrebbe essere affidata a Rupert Hine, già collaboratore di Tina Turner negli ’80.

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