"Shopping in un centro degradato"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 1999 11:42

"Nel momento in cui Firenze si prepara ad accogliere l’ennesima stagione di festività natalizie, il centro storico ritorna ad essere, legittimamente, al centro di iniziative e proposte per rendere questa piacevole consuetudine un momento di crescita per tutta la città -Dichiarano il capogruppo del CCD in Palazzo Vecchio Federico Tondi e il capogruppo del CCD nel Quartiere 1 Alessandro Del Taglia- Si pensa così agli addobbi nelle strade, alle vetrine colorate dei negozi, al caotico passeggio di fiorentini e turisti, mentre da parte dell’Amministrazione Comunale si assumono provvedimenti condivisibili, come l’abbattimento dei prezzi nei parcheggi (altrimenti semi vuoti) e frequenze di mezzi pubblici superiori al carente standard abituale.


Ma chi potrebbe immaginare che proprio nei luoghi in cui Firenze si appresta a trasformarsi in un gingillo luminoso ed appariscente si vivono situazioni di una gravità inaudita? Denuncio con forza il caso dell’immobile di Sant’Orsola, a poche decine di metri dal Mercato di San Lorenzo, nel cuore della città, un immobile destinato, sembra, ad ospitare un centro della Guardia di Finanza. Oltre 10 anni di lavori, un cantiere ancora oggi aperto, diventato, a detta dei residenti e dei commercianti, un punto di scambio per piccoli e grandi spacciatori nel pieno centro di Firenze.

Non solo: questo grande edificio è da anni ricoperto da impalcature rivestite a loro volta da logori pannelli metallici diventati nel frattempo sede ideale per ospitare le pubbliche affissioni. Siamo all’incredibile: l’A.C. utilizza uno spazio per le affissioni che da tempo non risponde più alle normative in vigore relative alla sicurezza, (legge 626) tanto che risulta pericoloso camminare lungo il perimetro di S.Orsola a causa della scarsa visibilità (l’illuminazione prevista dalla legge sulle impalcature è in gran parte coperta dalle affissioni) e dalle sporgenze dei pannelli metallici dovute alla deformazione causata dal tempo.

A completare il quadro, va detto che più volte le impalcature sono state incendiate dolosamente e che hanno causato danni, anche di una certa consistenza, alle abitazioni confinanti.
Ma il festival dell’impensabile non finisce qui: i commercianti ed i residenti, che hanno manifestato in modo civile e responsabile le loro preoccupazioni, hanno ritenuto doveroso interpellare il consiglio di quartiere uno. Il 18 ottobre u.s. è stata approvata all’unanimità una mozione che impegna l’A.

C. a non utilizzare le impalcature per le affissioni e a rendere decorosa una zona importante del centro storico con la messa a norma dell’enorme cantiere. Per tutta risposta le affissioni sono proseguite senza che nessuna comunicazione in merito alla cessazione di tale utilizzo sia giunto al C.d. Q. 1.. Se questo è il peso e il ruolo dei C. d. Q. verrebbe voglia di chiedere una loro chiusura per manifesta inutilità per non prendere in giro i consiglieri che con tanta passione ci lavorano e i cittadini che fiduciosi vi si rivolgono.


Come ultimo aspetto, una denuncia che non avrei mai creduto di dover fare: pur non essendo esperto nel settore, non posso non prendere atto che, contestualmente all’apertura del cantiere nello stabile della G.d.F. sono numerosi gli appartamenti degli immobili limitrofi che hanno subito negli ultimi anni danni gravissimi alle fondamenta, alle pareti fino ad arrivare all’impossibilità di aprire o chiudere addirittura le porte. Fermo restando che le perizie tecniche dovranno chiarire le cause di questi gravi ed improvvisi cedimenti strutturali bisogna rilevare, non senza una certa preoccupazione, che nel sottosuolo del cantiere si è scesi ad una profondità pari a tre rampe di piani per ospitare parcheggi e, sembra, anche un poligono.

Prime verifiche chieste dai residenti chiamerebbero in causa i lavori sotterranei del cantiere, mentre sono un dato di fatto le condizioni in cui oggi devono vivere alcuni residenti: stanze di appartamenti inagibili per pericolo di crollo, pali mobili che collegano il pavimento al soffitto come rudimentale tampone alle crepe e centinaia di milioni spesi di tasca propria per rafforzare le strutture portanti dei palazzi.
Questa è l’incredibile situazione di una via di Firenze, non di Foggia.

Ciò che mortifica i cittadini è che, chiedendo interventi alle autorità competenti, con educazione, rispetto dei ruoli e pacatezza, niente è stato fatto se non manifestare verbalmente le immancabili solidarietà e promesse di intervento sinora non mantenute. Così è stato fatto dal Sindaco, interpellato più volte dai residenti e dall’Assessore Coggiola che addirittura si è recato sul posto ed ha potuto vedere con i suoi occhi in che condizioni di disagio psicologico vivono alcuni nostri concittadini.

Davanti ad un potere politico che non risponde e che rischia di mettere a repentaglio la vita delle persone, mi faccio carico di chiedere ufficialmente al Sindaco di intervenire per l’immediata messa a norma delle pericolose impalcature e di verificare al più presto l’agibilità di tutti quegli edifici che sembrano essere stati lesionati dai lavori del cantiere.
Anche se non scomparirà la vergogna per non aver ritenuto una urgente priorità quello che sta accadendo a S. Orsola, forse si potranno evitare tragedie causate dall’ottusa inefficienza di chi, pur vedendo, non agisce.

Ciò che interessa è che questi provvedimenti vengano adottati al più presto: se entro sette giorni i manifesti non verranno tolti, se non si comincerà a mettere a norma almeno i ponteggi del cantiere e se al contempo l’A.C. non avvierà le opportune verifiche tecniche, non esiterò a dare personalmente avvio all’opera di bonifica staccando materialmente i manifesti insieme, sono convinto, ai residenti e ai commercianti della zona che sono ormai esasperati per quanto finora accaduto".

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