Porca miseria (nel senso di culturale)! Ma la "Festa di Internet", in programma a partire da venerdì 19 marzo in
piazza della Signoria, non dovrebbe servire a divulgare l'importanza della rete per il futuro del paese, la sua
indispensabilità culturale, professionale, di comunicazione per le nuove generazioni? E allora è possibile che
proprio Gianna Nannini, la testimonial scelta per pubblicizzare Internet col concerto gratuito (nel senso che gli
spettatori non contribuiranno a pagare i 300 milioni di spese per l'evento) che concluderà la manifestazione, si
sia lasciata andare ad una definizione tanto stupida della rete?
"La fisicità non viene fuori da Internet, lì c'è solo una finestrella.
Io, con una performance di puro soul-rock,
intendo spaccare gli amplificatori e andare oltre Internet" afferma la cantante senese, esibendo così il suo livello
di conoscenza del fenomeno, che pure dovrebbe interessarla, dato lo straordinario sviluppo del formato
musicale MP3. Evidentemente nessuno si è preso la briga di informarla almeno alla vigilia della conferenza
stampa di ieri, che già adesso è difficile fare a meno di Internet, sen non accettando di consolidare il divario
culturale che ci divide dall'Occidente sviluppato.
Certo sorprende che gli organizzatori di questo evento, costato un miliardo di lire, abbiano scelto
un'impostazione tanto superficiale per fronteggaire un problema di arretratezza, che sconteremo a lungo negli
anni futuri.
Basta guardare la scarsa diffusione di computer e di connessioni Internet in Italia (a paragone delle medie europee) e invece la diffusione capillare in città degli Internet point, prevelentemente frequentati da giovani stranieri? Tanto questi ultimi non saranno tra i 10.000 che, si stima, sabato prossimo assisteranno all'esibizione di una provinciale scimmiottatrice del malinteso modello americano.