Mangiare sano, mangiare toscano? Informazione tra giornalisti e blogger

Social e Motori di ricerca offrono sempre la risposta giusta?

Antonio
Antonio Lenoci
18 giugno 2015 11:15
Mangiare sano, mangiare toscano? Informazione tra giornalisti e blogger

Olio e vino, carne e pesce, ortofrutta.. qual è il livello di qualità dei prodotti toscani? Su Internet possiamo trovare numerose recensioni, così come non mancano i consigli utili o le ricette segrete per la preparazione dei piatti tipici. Forse, se qualcosa scarseggia, sono le indicazioni sulla corretta scelta dei prodotti al banco che si riducono a quel "rivenditore di fiducia" che è diventato una specie in via di estinzione.Esperti produttori e persino il Corpo Forestale dello Stato mettono in guardia dalle frodi alimentari, ma concordano sul fatto che l'etichetta è spesso l'unica fonte di dati in mano al consumatore. Ecco allora che in un campo così vasto e di enorme importanza sociale ricopre un ruolo di garanzia anche la corretta informazione. Blogger? Giornalista? Chi ha titolo per trattare l'argomento?

Franco Polidori è il presidente di Arga Toscana, Fnsi Ast agroalimentare, guida un vero e proprio gruppo di specializzazione nel settore. A Polidori, che si occupa di organizzare seminari tematici di approfondimento per i colleghi, chiediamo se l'enfasi data al prodotto regionale trova poi reale apprezzamento nella vendita al dettaglio: "I prodotti Dop e Igp della nostra regione catturano sempre più attenzione: spopolano all'estero e la gente davanti alla crisi cerca comunque la qualità, perché alla fine la soddisfazione arriva dal palato.

Pensiamo ad esempio che recentemente è stata chiesta l’Igp per la storica Mortadella di Prato, dopo la Regione Toscana a giugno è arrivato anche il via libera dal Ministero delle Politiche Agricole ed un disciplinare sarà definito nei dettagli il prossimo 17 luglio". Come informarsi? "Il consumatore vuole sapere cosa compra, ed è giusto che il Ministero competente abbia imposto l'obbligo di indicare la provenienza della materia prima. Bisogna stare attenti però: a volte non basta l'etichetta.Non tutte la carni sono etichettate, i salumi per esempio non lo sono affatto, ma lo saranno in futuro.

Scegliere frutta e verdura che non siano di stagione è un azzardo: i kiwi ad esempio arrivano dal Cile, ma anche un cavolfiore a maggio può destare sospetto. Il pesce arriva spesso da molto lontano, località che solo il web ci può mostrare. Basta un click ormai ed è possibile ordinare merce da tutto il mondo. Questo è il tempo delle ciliegie e la Toscana è una delle grandi produttrici italiane. Per conoscere il calendario della produzione locale in base alla condizione climatica occorre però approfondire l'argomento".A proposito di click: nel web ad ogni domanda corrisponde una risposta, ma chi è il vero esperto? "Colui che la materia se la studia.

Anche un blogger può aiutare il consumatore, non necessariamente un giornalista, però deve tenere d'occhio i siti istituzionali e rispettare le regole deontologiche. Per siti istituzionali si intendono anche le Capitanerie di Porto, il Corpo Forestale, la Guardia di Finanza ed i NAS dei Carabinieri oltre ai singoli Consorzi di genere. Con i Social le informazioni ci arrivano senza filtraggio, è bene dunque verificare ogni fonte.

La deontologia giornalistica è un'ottima base di valutazione: il giornalista infatti non può fare mera pubblicità, non è permesso dall'Ordine, al tempo stesso non può lanciare accuse infondate con il rischio di diffamare produttori o aziende. Per questo motivo sottolineo ad ogni incontro dell'Arga che il nostro ruolo è quello di sperimentare tutto e di conoscere bene gli usi e consuetudini del settore: ad esempio i termini in uso oltre ai premi ed i riconoscimenti.

Ci vuole poco a scrivere su un sito o su un comunicato "leader del settore" quale ed in rapporto a chi? Oppure "ha ottenuto grandi riconoscimenti" quali e chi partecipava alla selezione? Il marketing oggi è privo di scrupoli e necessita di sano discernimento: per la promozione agroalimentare esistono regole ben precise. Noi vogliamo e dobbiamo parlare con l'agricoltore così come con il Ministro, con chi effettua le analisi di laboratorio fino al cuoco, perché solo così possiamo avere una corretta consapevolezza dell'intera filiera agroalimentare".Un esempio dei seminari di Arga? "Tra gli ultimi incontri il 23 maggio a Firenze alcuni esperti hanno dato vita ad un incontro sulle Spezie: tipologie e proprietà in esse contenute, con un focus su zenzero, zafferano, curcuma e cannella.

Un corso ideato da Beppe Pirrone, recentemente scomparso, e coordinato dal vicepresidente Arga, Fabrizio Mandorlini, che ha visto la partecipazione del presidente dell’AsT Sandro Bennucci e di Roberto Zalambani, segretario nazionale Unaga oltre all‘associazione Amici delle Spezie, rappresentata dal presidente Andrea Betti. Tra i relatori anche la dottoressa Alessia Scatena che ha presentato “Spezie e nutraceutica: un pizzico di salute a tavola” e lo chef Jean Michel Carasso e l’esperta Dilek Gulmen che hanno fatto conoscere ai giornalisti oltre trenta spezie, spiegandone l’applicazione in cucina e facendo degustare alcune specialità oltre ad un delizioso caffè turco.

Ad inizio giugno invece il Vitellone ai cereali di qualità ha incontrato la Chianina certificata IGP: il Veneto rappresentato dal maestro Bruno Bassetto di Treviso e la Toscana di Enrico Ricci, discendente dei macellai di Trequanda di Siena dal 1895 si sono sfidate in una gara culinaria svoltasi al Mercato di San Lorenzo. Ai giornalisti enogastronomici del Veneto e della Toscana l'incombenza di compilare una scheda di valutazione".

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