Te lo dice la pelle: visite dermatologiche gratuite sabato 5 al Palagi

Grazie alla campagna, una giornata di sensibilizzazione sui tumori maligni. Come prenotare presso la Dermatologia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2021 14:43
Te lo dice la pelle: visite dermatologiche gratuite sabato 5 al Palagi

Firenze – Continuano in questa settimana le prenotazioni presso la struttura di Dermatologia del presidio ospedaliero Piero Palagi (Viale Michelangiolo 41, 3° piano, Dermatologia, ambulatori 7 e 9),in occasione della giornata di visite dermatologiche gratuite che sabato 5 giugno fa tappa a Firenze nell’ambito della Campagna nazionale di sensibilizzazione e screening sul carcinoma squamocellulare, “Te lo dice la pelle”.

Per prenotare la visita è possibile contattare il numero 345 7686815 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00.

L’iniziativa è promossa dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse e vuole porre l’attenzione sul carcinoma squamocellulare cutaneo, un tumore maligno della pelle che, secondo i dati più recenti, viene diagnosticato ogni anno a circa 19.000 pazienti.

Tutte le visite saranno effettuate in totale sicurezza, nel rispetto delle misure di prevenzione igienico-sanitarie legate all’emergenza Covid-19.

L’Azienda Sanitaria Toscana Centro ricopre un ruolo forte e di strategica importanza nell'ambito della dermatologia oncologica. Presso uno dei suoi ospedali, Santa Maria Annunziata, ha sede la Melanoma & Skin Cancer Unit, la struttura di riferimento regionale e dell’area Vasta Centro che si occupa della diagnosi e cura del melanoma e di tutti gli altri tumori cutanei diretta da Lorenzo Borgognoni. Nell'ambito di questa unità la Dermatologia del presidio Piero Palagi diretta da Nicola Pimpinelli assicura per la Asl Toscana Centro al paziente indagini diagnostiche tempestive (prima tra tutte, la visita) e i migliori percorsi di cura.

CARCINOMA SQUAMOCELLULARE CUTANEO

Il carcinoma squamocellulare cutaneo si origina dalla proliferazione di cheratinociti dello strato squamoso dell'epidermide. Si può manifestare come un’escoriazione o un’ulcera che sanguina, senza cicatrizzare, o come un nodulo rosso con una crosta centrale, che può sanguinare spontaneamente o in seguito a grattamento.

La lesione, localizzata prevalentemente in sedi fotoesposte come, ad esempio, il volto e il dorso delle mani, può essere dolorosa, crescere nel tempo e non guarisce spontaneamente, né dopo l’applicazione di creme antibiotiche o cortisoniche. Questa patologia interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne, di età superiore ai 50 anni, con fototipo chiaro.

L’esposizione solare eccessiva (anche per motivi professionali), l’uso di lampade abbronzanti e la fototerapia rappresentano i fattori di rischio più importanti, come anche l’esposizione cronica ad agenti chimici tossici (e.g. arsenico), la presenza di ferite croniche, ulcere e cicatrici, uno stato di immunosoppressione, l’assunzione di alcuni farmaci ed alcune malattie genetiche.

“Il carcinoma squamocellulare cutaneo rappresenta un problema sanitario di importanza e peso rapidamente crescente per l’invecchiamento della popolazione” – afferma il Prof. Nicola Pimpinelli– “Date la potenzialità di diffusione metastatica del tumore e soprattutto la sua rapida crescita in dimensioni e profondità, è assolutamente indispensabile un deciso passo in avanti nella diagnosi precoce e nella conseguente terapia chirurgica ambulatoriale, che è in grado di evitare il ricorso ad interventi demolitivi-ricostruttivi più complessi e spesso resi delicati dall’età e dalle comorbilità. Questo rende cruciale lo sforzo didattico delle scuole di specializzazione e quello organizzativo delle istituzioni sanitarie pubbliche”.

Se diagnosticato tempestivamente e nelle forme precoci, infatti, l’asportazione chirurgica è risolutiva e porta alla regressione e alla guarigione nel 95 % dei casi. Quando però viene diagnosticato in maniera tardiva il CSCC può raggiungere dimensioni troppo ampie e portare allo sviluppo di metastasi diventando avanzato. Per questi pazienti o per i pazienti non candidabili ad operazioni chirurgiche o a radioterapia la sopravvivenza media senza altri tipi di cure è di circa 12 mesi.

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