Digitale terrestre: road map, rischio perdite ascolti 6 mesi prima switch off

Allarme dai rappresentanti delle tv locali: molte emittenti non attrezzate per sostenere presenza contemporanea su analogico e digitale. Penalizzante anche il posizionamento automatico sul telecomando. La proposta: no contributi a pioggia.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2010 15:04
Digitale terrestre: road map, rischio perdite ascolti 6 mesi prima switch off

I problemi per le emittenti locali cominceranno nei sei mesi che precedono il passaggio al digitale terrestre. L’allarme è rilanciato dai rappresentanti delle tv locali della Toscana nel corso dell’audizione del pomeriggio, che la commissione Cultura, presieduta da Nicola Danti (Pd) ha tenuto a Palazzo Panciatichi. In quella fase, che in gergo tecnico viene definito “switch over”, in cui Rai Due e Retequattro passeranno già sul digitale, anche molti utenti anticiperanno la fruizione attraverso il digitale, come è accaduto in altre regioni.

“Molte emittenti locali − hanno spiegato − non sono attrezzate per una presenza in contemporanea sull’analogico e sul digitale, il rischio che corrono è di vedere falcidiati gli ascolti”. L’altro elemento di forte preoccupazione è dato dal posizionamento automatico dei canali sul telecomando, che sarà regolato dal sistema Lcn: “I primi dieci canali andranno alle reti nazionali, le emittenti locali finiranno oltre la cinquantesima posizione, con conseguente disorientamento di tanti telespettatori, specie nelle fasce di età più elevate e rischio di ulteriore perdita di ascolti e, nella fase acuta, fino al 40-50% del fatturato.

La sequenza delle emittenti locali sarà definita sulla base della graduatoria Corecom degli ultimi tre anni”. Sostegno agli investimenti, ma anche accompagnamento nella delicatissima fase di transizione, per scongiurare il rischio “di ritrovarsi, alla fine della fase di passaggio dall’analogico al digitale terrestre, con un panorama ancor più sbilanciato a favore delle grandi emittenti nazionali”. Questo chiedono gli operatori del settore alla Regione. Con un distinguo e una proposta: “Sì al sostegno economico per investimenti che si annunciano complessi, no a contributi a pioggia.

Pensiamo a contratti di servizio tra la Regione e quelle emittenti locali cui sia riconosciuta attività di pubblico interesse, a tutela e salvaguardia di chi fa informazione e cultura”. Quanto ai contributi, si fa l’esempio della Campania, dove “sono stati stanziati 10milioni di euro per quarantasette emittenti, poco più di quelle presenti in Toscana”. “Il nostro interesse prioritario − ha dichiarato il presidente della commissione, Nicola Danti − è di evitare che l’emittenza locale subisca un danno da questo passaggio strategico.

Gli effetti sarebbero seri, vogliamo evitare che spariscano realtà che fanno comunicazione da tempo e assicurano pluralismo all’informazione. Danti ha confermato che la commissione presenterà una Risoluzione in Consiglio contenente un’ipotesi di road map, con le principali tappe per arrivare al momento del passaggio. “Siamo di fronte ad un all’ennesima storia italiana − ha commentato il vicepresidente del Consiglio regionale Giuliano Fedeli (IdV) −. Così come non riusciamo a realizzare le grandi infrastrutture, ci apprestiamo a un passaggio tanto importante per la televisione con molta approssimazione e poca attenzione per i cittadini.

Faremo la nostra parte per tutelare l’emittenza locale”. All’audizione del pomeriggio, alla quale ha preso parte anche il vicepresidente della commissione Cultura, Giovanni Donzelli (Pdl), erano presenti Toscana TV, Tvr Italia, Granducato Tv, Antenna 3, Teleiride, Canale 10, Confartigianato Toscana e il Comune di Greve. (s.bar)

Notizie correlate
In evidenza