Venditti: emozioni e nostalgia ieri sera al Mandela Forum

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2005 12:43
Venditti: emozioni e nostalgia ieri sera al Mandela Forum

Quando si parla di cantautori italiani che sanno dare delle grandi emozioni, io riesco a fare pochi nomi. Tra i "nuovi" cantautori ne riconosco pochissimi, tra quelli del passato i nomi sono un po' più numerosi... ma non tantissimi! Antonello Venditti è uno di questi pochi. E non è un caso che ieri sera Antonello, durante il suo concerto al Mandela Forum abbia ricordato alcuni di quei pochi nomi: Lucio Battisti, Mia Martini, Rino Gaetano, Ivan Graziani e Luigi Tenco. Era un Venditti rilassato quello di ieri sera, molto preso dal suo pubblico e anche un pelino distratto, tanto da sbagliare alcune strofe delle sue più famose canzoni (sbagli che comunque il suo pubblico gli ha ampiamente perdonato). Però era anche un Venditti vero, non artefatto, nudo e crudo nella semplicità della scenografia del palco, invero assai spartana.

Un cantautore sincero e impegnato, con un occhio rivolto anche al lato commerciale delle sue canzoni. Ma quando si è come lui, con una storia musicale come la sua alle spalle, ci si può anche permettere, no? Il nostro ha iniziato il concerto con una canzone presa dal suo ultimo album di studio ("Che Fantastica Storia è La Vita"), dopodiché ha snocciolato classici per tutta la serata: da "Qui", a "21 Modi per Dirti Ti Amo",a "Il Compleanno di Cristina", "Giulio Cesare". Nonché più o meno riuscite rivisitazioni in chiave duemila di "Roma Capoccia", "Sara", "Sotto il Segno dei Pesci", "Notte Prima degli Esami" e "Ci Vorrebbe un Amico".

Il tutto al'insegna del ritornello killer, di quelli che fanno cantare a squarciagola tutto il pubblico (sottoscritto compreso). Da segnalare i brani del set regolare che più mi hanno colpito: "Ruba", bellissima ballata pacifista scritta a suo tempo dal nostro per Mia Martini, la stupenda "Lacrime di Pioggia", dedicata al padre del cantautore, e la incredibile "Dimmelo Tu Cos'è", che mancava dalla scaleta di Venditti dall' ottantasei. Fantastica la parata di musicisti sul palco: dal virtuoso dell'Hammond sandro Centofanti, al chitarrista/produttore Marco Rinalduzzi, al secondo chitarrista Maurizio Perfetto, fino al batterista "storico" di Venditti Derek Wilson, al bassista ex Goblin Fabio Pignatelli e al sassofonista Amedeo Bianchi.

Proprio di SuperBand si tratta, e Antonello ci tiene a presentarla (in modo personale e ironico) subito dopo il primo brano. Un segno di grande stima verso il valore degli artisti che circondano Venditti da oltre trent'anni. Inutile dire di come siano corse veoci le due ore del concerto regolare, chiuso in modo allegro e tirato dall'accoppiata "Buona Domenica"-"In Questo Mondo di Ladri", ma c'è stato tempo per un bellissimo bis che ha compreso "Ricordati di Me" in una versione semiacustica e bellissima, il brano di Luigi Tenco "Lontano Lontano" (interpretato con un pathos incredibile), mentre il finale è stato segnato dall' inedito "Addio Mia Bella, Addio". Mi ha fatto piacere vedere come nel pubblico fossero presenti spetatori di tutte le età, da bambini a ultrasessantenni: significa che Venditti è riuscito realmente ad attraversare e a lasciare un segno tangibile in ben tre generazioni.

Devo dire che il cantautore romano si merita questo grande successo: l'onestà, l'umiltà, la grande professionalità e la grande simpatia che lo hanno sempre contraddisto dovrebbero infatti essere di insegnamento per tutti i giovani musicisti, che vogliono cercare di restare nel cuore del pubblico per un po' più di tempo di un'estate da tormentone. Marco Lastri

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