Il diario di Anne Frank al Teatro Rifredi, venerdi 14, sabato 15, venerdi 21, sabato 22, domenica 23 febbraio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2003 23:20
Il diario di Anne Frank al Teatro Rifredi, venerdi 14, sabato 15, venerdi 21, sabato 22, domenica 23 febbraio

DOPO UNA FORTUNATA TOURNEE CHE LO HA VISTO LETTERALMENTE TRIONFARE SUI PALCOSCENICI ITALIANI, TORNA AL TEATRO DI RIFREDI, DOVE E' NATO L'ANNO PASSATO NELL'AMBITO DEL PIU' AMPIO PROGETTO "SESSANTANNI PER NON DIMENTICARE", LO SPETTACOLO DI PUPI E FRESEDDE IL DIARIO DI ANNE FRANK.
L'ANNO SCORSO A FIRENZE HA SUPERATO I 6.000 SPETTATORI IN SOLE 23 REPLICHE NON RIUSCENDO NEANCHE LONTANAMENTE AD ESAURIRE LE RICHIESTE DEL PUBBLICO.
QUEST'ANNO VANTA IL TUTTO ESAURITO NEI MATINEES PER LE SCUOLE GIA' DA NOVEMBRE: SARANNO 3.000 GLI STUDENTI INFATTI CHE DA GIOVEDI MATTINA PER 10 GIORNI RIEMPIRANNO LA SALA DEL TEATRO DI RIFREDI.

LE RAPPRESENTAZIONI SERALI GIA' PRESE D'ASSALTO DAI FIORENTINI RIMASTI ESCLUSI NELLA PRECEDENTE EDIZIONE.
UN'OTTMA SQUADRA DI ATTORI, UNA MESSA IN SCENA INTENSA, COINVOLGENTE, CHE CONFERMA LA FORZA DI UN TESTO SCRITTO DA UN'ADOLESCENTE PER SE' SOLA, PROIETTATO IN BREVE VERSO FAMA MONDIALE E VERSO GRANDI SUCCESSI DI SPETTACOLO, VERSIONE TEATRALE O CINEMATOGRAFICA.
1942-2002: sono passati sessantanni dai drammatici giorni in cui la tredicenne Anne Frank annotava su un piccolo diario dalla copertina rossa e bianca tutte le paure, le speranze, i sogni e gli incubi della propria vita di ebrea nascosta in una vecchia soffitta nel centro di Amsterdam.

Questa nuova edizione teatrale si presenta al pubblico come un fedele specchio della versione originale del diario; non si propone di assumere alcuna presunta oggettivita, bensi tenta di far assumere allo spettatore il punto di vista di Anne, di fargli leggere la realta attraverso gli occhi di una tredicenne ebrea costretta a nascondersi dal resto del mondo. Ecco allora che la realta del rifugio si colora a seconda dell'umore della protagonista, ecco che i suoi otto ospiti vengono ad assumere tratti drammatici, patetici, ridicoli o grotteschi a seconda del personalissimo punto di vista della giovane Anne.

Gli intermezzi filmati che accompagnano lo spettacolo sottolineano in questo senso come l'origine della vicenda descritta sia da cercarsi solo e soltanto nell'ostinata scrittura di un diario tutt'altro che improntato ad una cronaca oggettiva. Non basta: il diario di Anne Frank si caratterizza soprattutto per la sua sfrontata, orgogliosa, inarrestabile voglia di vivere, per il tenace proposito di dimenticare le brutture della propria segregazione in nome del gioco, del ridere, dell'amicizia, dell'amore.

Lo spettacolo procede dunque su due livelli emozionali: da un lato l'incubo della deportazione (nebbiosa ossessione di un treno che corre verso Auschwitz), dall'altro la spensieratezza, la speranza, le mille attese di un'eterna vita tutta da vivere. La straordinaria vivacita di Anne e la sua ostinata volonta di non arrendersi al terrore si fanno contagiose, stemperano le piu crude avversita, dipingono il sorriso sui volti piu cupi, ci fanno quasi dimenticare che la sua e' una vita di stenti, di fame, di continue privazioni.

Le terrificanti immagini di morte che concludono lo spettacolo si abbattono come un uragano improvviso sui personaggi e sul pubblico, allo stesso identico modo in cui la furia impazzita della deportazione spazzo' via i mille sogni di una vita negata.
Il diario di Anne Frank, di Frances Goodrich e Albert Hackett, nuovo adattamento di Wendy Kesselmann, traduzione di Paolo Collo e Alessandra Serra, regia di Stefano Massini con Valentina Arru, Amerigo Fontani, Gilberto Colla, Stefano Gragnani Alessandra Bedino, Monica Bauco, Beatrice Orlandini, Daniele Bonaiuti
Scene di Mirco Rocchi, Costumi di Joanka Micol Medda, Disegno luci di Alfredo Piras, Montaggio e produzione video Alessandro Brandi, Produzione e organizzazione Francesco De Biasi e Giancarlo Mordini.

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