Giocoli (FI): «L’assessore Lastri tuteli i cittadini e non le prostitute»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2001 15:58
Giocoli (FI): «L’assessore Lastri tuteli i cittadini e non le prostitute»

Siamo entrati nella stagione in cui tutte, nessuna esclusa, le cronache locali dei media si occupano di prostituzione.
«Il progetto dell’assessore Lastri è di un’ingenuità paurosa. Non è possibile spendere denaro pubblico per pagare un “mediatore” sociale che intervenga nei rapporti fra residenti e prostitute». E’ quanto ha dichiarato la consigliera di Forza Italia Bianca Maria Giocoli «Questo progetto - ha sottolineato la Giocoli - tutela solo le prostitute ma i cittadini, in questo modo, sono dimenticati.

Questa amministrazione comunale conferma una politica sbagliata, tutelando tutte quelle persone che vivono non rispettando le leggi e le più elementari regole di convivenza civile come i commercianti abusivi, i nomadi che impiegano i bambini per l’accattonaggio, le prostituite». «A Varlungo - ha ricordato la consigliera di Forza Italia - il problema della prostituzione ha raggiunto livelli inaccettabili. E il governo della città, invece di dare riposte ai bisogni dei residenti, spende denaro ed energie in progetti fumosi ed utopistici.

Non escludo che a Varlungo i residenti preparino iniziative clamorose».
La liberazione dai freni inibitori che la stagione estiva e delle vacanze porta con se', e' foriera di un piu' largo consumo di sesso anche e soprattutto a pagamento. Questo lo sanno bene le bande di delinquenti che, organizzando delle vere e proprie tratte delle schiave, fanno aumentare i flussi di immigrazione clandestina e non di belle ragazze o di bei ragazzi, o travestiti o transessuali, per popolare le strade dei luoghi di villeggiatura piu' battuti.
E puntuali -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- arrivano le legittime proteste dei residenti delle zone prese d'assalto dal meretricio peripatetico e i proclami di risanamento morale ed etico di questo o quel predicatore, nonche' le proposte di fustigare i costumi partendo dalla piu' o meno gogna dei malcapitati che vengono cuccati mentre consumano il loro momento di piacere.

Tutto proporzionale alla ricerca di notorieta' di questo o quel Sindaco, di questo o quell'altro rappresentante istituzionale locale o nazionale. Con le forze dell'ordine, disarmate da una legge che consente di far tutto e il suo perfetto contrario (ricordiamo che l'unico reato specifico colpito e' l'adescamento, oltre all'eventuale generica sfilza dei reati relativi all'ordine e alla quiete pubblica), che impiegano molta parte delle loro energie a fermare chi dopo, al massimo dopo una notte di guardiola, deve essere rimesso in circolazione, a meno che' non abbiano la "fortuna" di pizzicare l'extra-comutaria/o senza regolare permesso di soggiorno.
I risultati, pero', sono quelli che abbiamo sotto gli occhi da millenni: il sesso in vendita ci sara' sempre, perche' c'e' sempre una domanda e un'offerta.

Il problema e' tutto li'. Ed e' quello che i razionalisti svizzeri del Canton Ticino avranno pensato quando nei giorni scorsi, nel Parlamento cantonale, hanno approvato alla quasi unanimita' una legge che legalizza la prostituzione, portando nelle casse dell'Erario anche la percentuale dovuta dell'incasso da prestazione.
Ci domandiamo, visto che gli elevetici non sono una voce nel deserto (Olanda e Germania sono i capostipite in materia in Europa) ma forse fanno piu' effetto perche' come noi fanno le leggi e si parlano nell'idioma italiano, perche' dobbiamo ancora aspettare tanto in Italia per prendere atto dell'ineluttabilita' di una simile legislazione.

Non parliamo di case chiuse, cooperative o quant'altro possa venire in mente al legislatore di turno per dare corpo alla sua vocazione umanitaria o di ordine pubblico facendo fede al proprio credo ideologico, ma solo di portare al livello di dignita' civica ed economica una professione che chiunque possa esercitare come libera scelta, non per questo sentendosi un emarginato e consegnando la sua sicurezza alla delinquenza.
Crediamo sia il caso di intervenire, anche con gli strumenti della cosiddetta devolution, proprio come fanno gli svizzeri.

Domandiamo a chi ha a cuore la sicurezza e la liberta' dei propri amministrati, se non ci siano gli spazi anche per questo approccio non ideologico ad una realta', e a quello che da dramma potrebbe divenire quotidianita' legale.

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