È iniziata anche in Toscana la fase sperimentale della Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche (BDSR). La piattaforma dedicata, già attiva in altre regioni, consente a titolari e gestori di strutture ricettive, oltre che a locatori di immobili per uso turistico, di richiedere il Codice Identificativo Nazionale utilizzando SPID o CIE.
Gli uffici regionali dei settori turismo e sistemi informativi stanno lavorando al completamento di quella che sarà la banca dati in grado di censire numeri e caratteristiche di tutte le strutture ricettive presenti in Toscana a qualunque tipologia appartengano.
“E’ un passo in avanti – spiegano gli assessori regionali al turismo e ai sistemi informatici, Leonardo Marras e Stefano Ciuoffo - verso la creazione di una banca dati nazionale completa di tutte le attività turistico-ricettive del nostro Paese. Si tratta di una piattaforma che mettiamo al servizio sia degli enti locali sia dei cittadini. Avremmo voluto che la legge nazionale si fosse spinta oltre, garantendo maggiori poteri ai Comuni nel governo di questo settore. Questo risultato non si otterrà con l’attribuzione, seppur importante, di un codice identificativo. Riteniamo che sia un passo nella giusta direzione, ma avremmo voluto maggiore coraggio e determinazione per governare un ambito, quello del turismo, in costante e continua evoluzione”.
La legge nazionale prevede infatti di attribuire a ciascuna locazione turistica un Cin, ovvero un codice identificativo nazionale che serve per la promozione e la pubblicità dell’offerta di ospitalità. I titolari delle strutture di qualunque tipologia (dagli alberghi, agli hotel, ai campeggi, ai bed&breakfast, agli agriturismi, agli immobili destinati agli affitti brevi) sono tenuti ad esporre il Cin all’esterno della struttura, nonché ad indicarlo in ogni annuncio ovunque pubblicato o comunicato.
Da ieri 1 settembre la Banca Dati Strutture Ricettive è entrata in funzione su scala nazionale, sia pur in forma sperimentale.
“Come Regione – aggiungono gli assessori Marras e Ciuoffo – stiamo pienamente dentro al percorso nazionale. Al momento sono oltre 53.000 le strutture toscane già censite e presenti in banca dati, ma il lavoro di completamento è tuttora in corso. In questa fase è fondamentale che i titolari delle strutture verifichino la correttezza delle informazioni attualmente inserite nella banca dati regionale delle strutture ed in particolare il codice fiscale”.
"Durante questa fase sperimentale", spiega il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli "non è obbligatorio esporre il CIN, né sono previste sanzioni. La disciplina entrerà pienamente in vigore sessanta giorni dopo la pubblicazione del relativo decreto sulla Gazzetta Ufficiale".
Il CIN sarà necessario per la pubblicazione degli annunci e per l’esposizione all’esterno delle strutture e degli immobili. "Una volta a regime gli immobili in locazione dovranno essere dotati anche di estintori, rilevatori di gas combustibili e di monossido di carbonio. Invitiamo quindi tutti i locatori a sfruttare la fase sperimentale per mettersi in regola e non farsi trovare impreparati tra qualche mese”.
“Una misura che costituisce senz'altro un ulteriore passo in avanti per la garanzia della qualità del sistema di accoglienza sul nostro territorio, nonché un prezioso strumento nell'ottica di un sempre più serrato contrasto alle attività abusive” specifica il presidente FederAlberghi Confcommercio Pisa Andrea Romanelli. “Sono tenuti a richiedere il CIN i titolari o gestori di strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere, secondo le normative regionali vigenti, i locatori di unità immobiliari destinate a locazione turistica, i locatori di immobili destinati a locazioni brevi”