"Quali fantasmi" di Eduardo De Filippo, rappresentato dalla Compagnia Katzenmacher giovedì 5 Febbraio (ore 21,15) al Teatro Boito di Greve in Chianti (Fi)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 gennaio 2004 12:50

Dalla delicata ironia e dall'umorismo amaro, al gioco comico del teatro nel teatro: il mondo delle classiche finzioni della tradizione napoletana viene elaborato attraverso tre atti unici che, come un unico respiro, disegnano un percorso a ostacoli retto dagli equivoci e dai travestimenti. Gennareniello è uno schizzo d'ambiente dove personaggi dai temperamenti pratici e fantasiosi, irriverenti e inquieti, artistici e stravaganti mettono in scena le rispettive debolezze e gli inevitabili bisticci.

Un pensionato che non sa rinunciare alle illusioni della civetteria femminile è combattuto fra la raggiunta maturità e una mai sopita gioventù che si nutre di fraseggi poetici e fantasiose invenzioni. La moglie, donna quanto mai solida e concreta, si scopre preda di una violenta gelosia, che mette a rischio la sua unione e fa vacillare l'intera impalcatura della famiglia e del suo vicinato, coinvolgendo il coro delle figure di contorno, che non mancano di fornire irresistibili contrappunti all'intera vicenda.

Amicizia è il rovesciamento crudele e mordace del nobile sentimento che dà il titolo all'atto unico. AI centro della vicenda è l'agonia di un malato le cui condizioni estreme non valgono a fame dimenticare il carattere difficile e impulsivo. Accanto a lui è rimasta solo la sorella, e sopraggiunge il conforto di un amico fraterno, destinato a subire il colpo finale di un inaspettato disvelamento. Costretto a recitare personaggi diversi per farsi accettare dal burbero amico, l'incauto dà vita a una serie di grotteschi travestimenti finché, tirato in ballo da una delle sue interpretazioni, si ritrova depositario di un segreto dalle conseguenze fatali...Il cilindro è il copricapo ‘eterno e miracoloso’ che il protagonista, un ex custode di teatro, indossa per realizzare le sue magie quotidiane: intimidire i creditori, raggirare i malcapitati, impressionare gli sprovveduti.

Un sapiente meccanismo di ‘teatro nel teatro’ che mette in scena un finto cadavere e una prostituta per truffa, un apprendista stregone e una moglie manesca, un vecchio refrattario all'illusione e un intero quartiere che si accalca a godersi lo spettacolo. Il mondo di Eduardo De Filippo si esprime al pieno in questi testi in cui si ritrovano tutti gli elementi del suo teatro: meccanismi comici e invenzioni grottesche, ambiguità e mistero, ironia e paradosso. L'elemento magico ritorna nei tre atti unici, a introdurre la metafora dell'illusione teatrale, destinata a dissolversi rapidamente come il provvisorio potere che la finzione esercita sulle cose.

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