Enrico Rossi chiama l'esercito e stanzia 5 milioni per l'emergenza

La Toscana si dimostra un territorio fragile da un punto di vista idrogeologico con i sui 2.709 chilometri quadrati, pari all’11,8% del territorio, e una popolazione di circa 700mila abitanti a rischio.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2012 16:40
Enrico Rossi chiama l'esercito e stanzia 5 milioni per l'emergenza

FIRENZE - "La situazione si sta aggravando e interessa, oltre alla provincia di MassaCarrara, tutto il Sud della Toscana: Grosseto, Siena ed Arezzo. Stanzieremo subito 5 milioni per gli interventi urgenti necessari a rispondere alle prime necessità in tutte le zone alluvionate, colpite dalle piogge torrenziali di questi ultimi due giorni”. Lo annuncia il presidente Enrico Rossi dopo essersi incontrato a Roma con il capo della Protezione civile, il prefetto Franco Gabrielli, per concordare quanto necessario a rispondere alla situazione di emergenza creatasi tra sabato e domenica in Toscana. “Ho chiesto l’intervento immediato dell’esercito e ho anche parlato con il generale Alberto Mosca, comandante della Legione Carabinieri Toscana – prosegue Rossi -.

I tecnici del genio civile stanno lavorando per censire tutti gli interventi di somma urgenza necessari per il ripristino di strade, ponti, argini ed infrastrutture pubbliche” . “Alla Protezione civile dell’Emilia Romagna ho chiesto di inviare le idrovore a Massa e Carrara. Ora dobbiamo pensare alle persone, alla loro sicurezza. Ho chiesto anche un incontro con il presidente del Consiglio: questa volta il governo non deve lasciarci soli”. “E’ un dramma. Da fuori non si riesce ad avere l’idea di che cosa è successo qui.

C’è una quantità d’acqua incredibile, ovunque, e continua a diluviare.” E’ il responsabile delle Misericordie toscane, Alberto Corsinovi, a raccontare così, dal fuoristrada che lo sta portando verso Fonteblanda, la situazione a sud di Grosseto, colpita dalla notte scorsa da violentissimi nubifragi, che continuano ancora, e dove l’Albegna e numerosi corsi d’acqua sono esondati. “Il centro di Albinia è sommerso – aggiunge Corsinovi - i tetti delle auto si vedono a malapena.

Case, negozi e attività economiche sono completamente sommerse. Mezzi anfibi ed elicotteri fanno la spola per cercare di soccorrere le persone rimaste isolate nelle loro case, e sono tante. Ci sono persone che si sono rifugiate sui tetti, altre barricate ai piani alti delle case, senza elettricità.”Tra gli alluvionati anche il presidente nazionale delle Misericordie, Roberto Trucchi, che vive ad Albinia, è ha dovuto trovare rifugio al piano alto della sua abitazione. Sul posto sono già all’opera e stanno arrivando i volontari della protezione civile regionale.

Per quanto riguarda le Misericordie, già attive da ieri all’alba nelle province di Massa Carrara, Pisa, Lucca e Pistoia, stanno intervenendo nel grossetano i coordinamenti provinciali di Grosseto e Siena, una squadra regionale e il nucleo di valutazione regionale, mentre sono ovviamente mobilitate tutte le Confraternite della zona. In tutto una sessantina di persone. In viaggio una squadra della Misericordia di Quarrata con un gommone e una squadra da San Vincenzo. La sala operativa delle Misericordie è costantemente in contatto con la Sala operativa regionale e ha già allertato tutte le proprie strutture per ulteriori invii che certamente saranno necessari nelle prossime ore.”

La Toscana si dimostra un territorio fragile da un punto di vista idrogeologico con i sui 2.709 chilometri quadrati, pari all’11,8% del territorio, e una popolazione di circa 700mila abitanti a rischio.

Sono circa 90mila frane censite, 30mila quelle ancora attive. Di queste 5mila in prossimità di centri abitati, case, strade e quindi da monitorare con maggior attenzione. Tra le zone a maggior pericolo, oltre alle Apuane, sono sotto osservazione territori come il Mugello, la Garfagnana e il Valdarno. Ma osservati speciali sono anche parte del Casentino e delle colline senesi e la Maremma. Nel bacino dell’Arno sono state rilevate ad oggi circa 27mila frane tra attive, quiescenti e non attive.

Di queste meno del 10% incide su insediamenti o infrastrutture. «Dobbiamo avere la consapevolezza che il rischio non è mai eliminabile in maniera assoluta» commenta Maria Teresa Fagioli, presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana. «Ci vuole il coraggio di decidere quale livello di rischio vogliamo accettare. Se il rischio non è accettabile per costi e vite umane si devono spostare gli insediamenti» «Le zone a rischio sono perfettamente conosciute», commenta Guido Lavorini, consigliere dell'Ordine dei Geologi della Toscana.

«Anche in questi giorni si è avuta la conferma delle previsioni ottenute dalla sovrapposizione dei dati sulle frane e quelli delle aree a maggior piovosità. L'attualità conferma quello che è prevedibile sulla base dell’elaborazione delle principali banche dati geologiche e geotematiche regionali. Il problema non è quindi “dove” intervenire, ma “come” e “quando”». L'idea lanciata dai Geologi della Toscana è quella di spostare altrove quartieri e insediamenti costruiti in zone a rischio.

Spostare gli insediamenti a rischio. Dunque si sa quale sono le zone a rischio. Adesso devono essere prese decisioni che evitino ancora morti e danni in queste aree. «Le autorità di bacino redigono carte della pericolosità idrogeologica, del rischio idraulico e delle frane», commenta Francesco Ceccarelli, coordinatore della commissione protezione civile dell'Ordine dei Geologi della Toscana. «I Comuni, con i piani strutturali rivedono, aggiornano e dettagliano gli studi di pericolosità.

Inoltre sia Comuni, sia Province dovrebbero avere piani di protezione civile che però spesso non sono consultabili» La Toscana è una regione con molti rischi geologici. «Lucca guida, con il 31% di aree a rischio, la classifica italiana delle provincie. Sul fronte frane ancora Lucca primeggia con il 23% del territorio ad alto rischio potenziale, Livorno, con il 19,3% del territorio, è capolista nazionale in tema alluvioni» continua Maria Teresa Fagioli. «Per catastrofi idrogeologiche in Toscana dalla fine della guerra al 1989 sono morte 446 persone in 51 eventi, dal 1990 al 2001 i morti sono stati 58, 9 i dispersi, 15 i feriti, oltre 2000 i senzatetto, circa 2.500 gli sfollati.

Da notare l’incremento della media di vittime per anno, ed il ridotto numero di feriti. Il territorio trascurato, quando colpisce di solito uccide. Quindi un territorio delicato come quello toscano non può essere abbandonato a sé pena disastri nella migliore delle ipotesi senza vittime», conclude il presidente dei Geologi.

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