Ritrovati i “genitori” del Sangiovese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2004 15:01
Ritrovati i “genitori” del Sangiovese

La notizia è emersa nel corso del Simposio internazionale sul Sangiovese, organizzato da Arsia (l’agenzia della Regione Toscana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura) in corso al Palacongressi di Firenze.

Al Simposio, i cui lavori sono iniziati mercoledì 17 novembre, per concludersi venerdì, 19 novembre, sono presenti oltre 250 fra ricercatori, esperti ed operatori del settore vitivinicolo provenienti da tutto il mondo. Sono in calendario oltre 80 fra relazioni e comunicazioni scientifiche, da parte delle più autorevoli istituzioni di ricerca che operano nel settore, suddivise nelle 4 sezioni in cui è articolato il congresso: mercato e comunicazione; innovazione e tradizione; identità e peculiarità; interazione genotipo-ambiente.

La scoperta dell’identificazione dei “genitori” del Sangiovese - considerata dagli esperti una primizia mondiale per il settore - è stata comunicata dal ricercatore Josè Vouillamoz (gruppo di ricerca della dott.

Grando) dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige, che ha presentato una comunicazione sul tema “Relazioni genetiche del Sangiovese”.

Secondo quanto risulta dalla ricerca i “genitori” del Sangiovese sono il “Ciliegiolo” e il “Calabrese Montenuovo”. Il primo è un vitigno antico e ben noto della Toscana. Il secondo – ha spiegato Vouillamoz – è un vitigno riscoperto in circostanze fortunate in un piccola azienda della Campania, dove sono ancora coltivate poche decine di piante.

Non è un vitigno iscritto al registro varietale – ha continuato il ricercatore – ed è stata grande la nostra sorpresa quando, eseguendo le indagini sul Dna abbiamo constatato che la parentela risulta completa. Per ulteriore scrupolo – ha precisato ancora il ricercatore – abbiamo eseguito la ricerca su 50 “microsatelliti” di Dna, ed il risultato ci dice che il Sangiovese ha la metà dei geni (microsatelliti) del Ciliegiolo e metà del Calabrese Montenuovo. Su questo vitigno che proviene dalla Calabria si appunteranno ora ulteriori ricerche.

Tuttavia il ricercatore si è detto assolutamente certo della scoperta.

L’Amministratore dell’Arsia, Maria Grazia Mammuccini, si è complimentata per il lavoro svolto ed ha sottolineato l’importanza della scoperta, che rende noti i “genitori” del vitigno più celebre e diffuso della Toscana, con il quale sono realizzati vini come il Brunello, il Chianti, il Chianti Classico, il Carmignano ed il Nobile di Montepulciano.

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