Fiorentina all'ultimo tuffo: Brugge battuto di misura ma quanti errori

Semifinale di Conference atto primo: i viola dominano ma sprecano. Punteggio in altalena fino al colpaccio di Nzola

Paolo
Paolo Pellegrini
02 maggio 2024 23:46
Fiorentina all'ultimo tuffo: Brugge battuto di misura ma quanti errori
Foto Fabio Vanzi

Alla fine l’ha risolta lui, l’uomo più criticato e spernacchiato di tutta la stagione viola, soprannominato quando va bene Paracarro, uscito di recente dalla rosa per fantomatici “problemi personali” che somigliavano più a un dietro la lavagna con le orecchie d’asino e in ginocchio sui ceci. L’ha risolto M’Bala Nzola, il primo atto della semifinale di Conference League che sembrava aver preso una piegaccia perché il calcio alla fine è una cosa semplice, vinci solo se fai più gol degli avversari oppure se ne prendi di meno, e fino al 91’ la sfida casalinga contro il Brugge, sotto il nubifragio di un maggio novembrino ma davanti a un pubblico a dir poco fantastico, questa sfida la Viola l’aveva anche dominata.

Lo dicono i numeri: 31 tiri a 5, 10-3 in porta, 8-1 i calci d’angolo. Però il punteggio era fermo sul 2-2 fino a quando lui, detto anche dai maligni la Freccia dell’Angola per la sua non certo proverbiale rapidità, si è avventato due volte su quel pallone vagante (e forse stoppato anche con un braccio da un difensore) nell’area dei belgi, la prima volta ha beccato il palo alla sua destra, la seconda ha girato gli occhi e l’ha buttata dentro.

E così la Fiorentina mette in cascina la vittoria. Striminzita, risicata, faticosa. Ma pur sempre vittoria. Uguale: si parte per Bruges, mercoledì prossimo (ricordiamolo: si dovrebbe giocare di giovedì ma il 9 cade la festa canonica dell’Ascensione, che a Bruges, la fiabesca Venezia del Nord, è una festa importantissima fin dal 1304 e dunque il pallone viene dopo), con un vantaggio piccino ma pur sempre un vantaggio. Da non sottovalutare. E da farci su anche qualche riflessione, certo.

Perché la partita di stasera, giocata anche al cospetto del presidente Rocco B. Commisso con la signora Catherine e il quasi ex sindaco Nardella a fianco, alcune cose le ha dette. La prima: tre gol, tutti belli, e tutti degli attaccanti. Sottil, Belotti, Nzola: una conferma di uno stato di grazia più che evidente, il classe ’99, missilino di sinistra, e un bel ritorno, i due centravanti. Gol di rabbia, di presenza, di attenzione, vero è che uno svirgolo goffo del Gallo ha dato il la al  secondo pari ma la colpa non è sua se, sul lancione da ottanta metri di Spileers, Ranieri pur in vantaggio due volte per due volte si è fatto bucare da Thiago, e Terracciano poi ci ha messo del suo perché il destro del gigantesco centravanti non è parso poi così imprendibile.

Fotografie di Fabio Vanzi

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Ha detto, la partita, che il Club Brugge non è poi tutta questa corazzata che tremare il mondo fa. Se è vero che segnano tanto e incassano poco, non sarà che magari sono davvero una spanna sopra al resto di un campionato, quello belga, di livello non irresistibile? Perché sì, corrono, hanno idea chiara di geometria semplice ed efficace, ma nello stretto paiono discretamente impallati, e soprattutto là dietro si mostrano alquanto imbarazzanti, sia nella tecnica individuale che nella gestione di palla, insomma tutt’altro che insuperabili.

C’è voluta una Fiorentina da 31 tiri per riuscire a segnare solo tre volte contro una difesa insomma tutt’altro che tetragona e imperforabile. E questo anche ha detto la partita. Che la Fiorentina continua a sbagliare troppo. Troppe occasioni gettate al vento, Nico Gonzalez, anche stasera a tratti ispirato a tratti irritante, ne ha sparate al vento due golosissime, la prima poteva chiudere il conto sul 2-0 appena all’8’ del primo tempo, la seconda riportare avanti la Viola prima della mezz’ora, e anche poco dopo quel colpo di testa su ottimo stacco poteva trovare esito migliore.

Ha detto, la partita, che la Fiorentina ha carburante mentale e di cuore da vendere, ma ha ripetuto che la Fiorentina si perde in bicchieri d’acqua: troppe imprecisioni, troppe ,indecisioni, troppe scarse convinzioni, troppe scarse attenzioni alla giocata più efficace in favore di palleggio lento e compassato, e di certo i due registi o presunti tali, Arthur the Magnet e Lopez il Maghetto, ci hanno messo del proprio a non cercare mai di far correre palla oltre i difensori; salvo, quando qualche volta è accaduto, vedersi poi vanificare la chance di ottimi contropiede da inspiegabili incespicamenti sul pallone, o da strane virgole di difficile lettura.

Senza contare che la Fiorentina aveva dalla sua un altro vantaggio, per aver giocato la mezz’ora finale più recupero in undici contro dieci: due rossi nel giro di poco tempo, e il roccioso Onyedika ha preso la via della doccia anticipata, con meraviglia di tanti presenti poiché fin lì l’incredibilmente quotato britannico Oliver aveva consentito di tutto un po’ ai belgi senza sanzionare mai o quasi, e di contro levando cartellini poco comprensibili in faccia a Gonzalez prima e a Quarta poi.

Ha detto anche, la partita, che se il Brugge piange per una difesa non vulnerabilissima la Fiorentina ha poco da ridere sullo stesso tema, anche il primo pari su rigore è arrivato, oltre che per lo sciagurato braccio largo di Biraghi, anche da una sonora dormita di Ranieri. E dunque, attenzione. A Bruges, va ripetuto, ci si può giocare eccome. Ma bisogna concretizzare di più.

Nel mezzo c’è l’Hellas, al Bentegodi. Affamatissimi di punti, i gialloblù degli amici di tifoseria. Ma la Viola non può permettersi passi falsi neppure in campionato, il gioco degli incastri (uhm, per la Roma la strada della finale di Europa League sembra in salita parecchio ritta) potrebbe comunque portare un posto in Europa. Che fare, quindi, domenica? Turnover con qualche rischio? A Italiano l’ardua sentenza. Ardua, ma qui si parrà la tua nobilitate.

I gol

4’: palla da destra a sinistra per Sottil che si accentra in percussione e batte Jackers da fuori area con un bel tiro a giro a mezza altezza sul palo lontano

16’: Thiago si trova solo in area e batte rasoterra, Terracciano respinge ma il pallone resta tra i piedi di Ranieri che non allontana, ribatte Thiago e incoccia il braccio sinistro largo di Biraghi. Lunga consultazione del Var, Oliver va allo schermo e decreta il penalty, che Oliver segna con un piatto centrale spiazzando Terracciano

37’: Dodo scende e crossa, ribattuta goffa, pallone a Bonaventura che tira: Jackers respinge con un gesto da pallavolo, ancora Dodo porge a Nico che in acrobazia svirgola, la palla arriva a centro area a Belotti che si gira e fulmina Jackers di sinistra sul secondo palo

63’: in area del Brugge Belotti cicca il pallone, Spileers rilancia alto e lunghissimo verso Thiago che supera due volte Ranieri e si presenta piuttosto defilato sulla destra: diagonale rasoterra, Terracciano battuto

91’: Ranieri dalla tre quarti cerca in area Barak che colpisce di testa, pallone sul braccio di un difensore e poi verso Nzola che tira sul palo, ancora Nzxola si avventa e insacca dall’altra parte

Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Dodô, Martinez Quarta, Ranieri, Biraghi; Arthur (70' Lopez), Bonaventura (89' Barak); Nico Gonzalez, Beltràn (70' Ikone), Sottil (52' Kouame); Belotti (89' Nzola). Allenatore: Italiano

Club Brugge (4-4-1-1): Jackers; Sabbe, Spileers (93' Ordonez), Mechele, Meijer; Skoras (66' Nielsen), Odoi (93' Balanta), Onyedika, Jutglà (79' Vetlesen); Vanaken; Thiago. Allenatore: Hayen

Arbitro: Oliver (GB); assistenti Burt, Cook (GB); quarto Madley (GB); Var Kavanagh-Gillett (GB)

Marcatori: 4' Sottil (F), 17' rig. Vanaken (B), 37' Belotti (F), 63' Thiago (B), 91' Nzola (F)

Note: ammoniti: Gonzalez, Quarta (F), Jackers (B); espulsi Onyedika (B); angoli 8-1 F; spettatori 27.516

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