Uguali ma diversi: incontri enogastronomici di avvicinamento al vino

Ieri sera in degustazione a Firenze tre vini fermentati in anfora

Nicola
Nicola Novelli
27 ottobre 2023 14:44
Uguali ma diversi: incontri enogastronomici di avvicinamento al vino

Si è svolto ieri sera a Firenze il secondo incontro organizzato dall’associazione VinoPeople, per conoscere produttori e vini di Toscana. Ogni serata, sino a dicembre, un menù ricercato, accompagnato dalla degustazione di alcuni vini, presentati dagli stessi produttori.

Il ristorante Il Caminetto, in via dello Studio, ha ospitato la degustazione di tre vini rossi in anfora, la più antica tecnica produttiva, usata già migliaia di anni fa nel bacino del Mediterraneo. Uguali, ma diversi, tenendo fede al motto della rassegna, i tre produttori partecipanti, le cantine La Querce di Impruneta, il Podere Ema di Bagno a Ripoli e la Fattoria di Petrognano a Montelupo Fiorentino.

Montelupo Fiorentino è una città della ceramica grazie all’antica tradizione produttiva di anfore in terracotta. Fattoria di Petrognano la valorizza con un vino prodotto proprio attraverso la vinificazione in orci di terracotta. Il risultato è un vino d’espressione, grazie a tre mesi di contatto con le bucce. L’originalità gustativa è garantita dalle caratteristiche del terreno argilloso che conferisce alle uve un’ampia quantità di polifenoli. La particolare lavorazione di questo vino, altamente manuale, fa di Orci un vino raro, prodotto ogni anno in non più di qualche migliaio di bottiglie.

Il Toscana igt Terra diVino nasce e si affina dalla stessa argilla imprunetina della vigna dell’azienda agricola La Querce, che ha scelto di utilizzarla per costruire gli orci dove viene affinato questo vino. L’azienda si affaccia sulle colline di produzione del Chianti Colli Fiorentini. La fermentazione per 21 giorni in orci di terracotta è caratterizzata da follature per almeno tre volte al giorno per una migliore estrazione dei colori e tannini più morbidi. Per 12 mesi il vino rimane negli orci di terracotta.

Podere Ema produce vini utilizzando esclusivamente uve autoctone. Il Foglia Tonda rientra tra le molte varietà toscane abbandonate nel tempo. Una pianta forte con grossi grappoli piramidali, che trova la sua zona di elezione nel Chianti, dove matura tardivamente rispetto al parente Sangiovese. Il suo nome deriva dalla forma rotondeggiante della foglia, quasi priva di lobi. La sua riscoperta da parte di Enrico Calvelli e Marco Stucchi, soci fondatori dell’azienda agricola, riporta in bottiglia un vino dalle caratteristiche antiche attraverso un metodo di vinificazione che ritorna -guarda caso- alla tradizione della terracotta.

Gli orci di Impruneta mantengono fresche le caratteristiche del vitigno preservando il legame con il terreno argilloso in cui la vite è radicata grazie alla medesima argilla degli orci in cui il vino matura. Il Fogliatonda matura un anno in orcio, per poi proseguire l’affinamento in bottiglia per circa12/18 mesi.

Questa serata monografica sulla riscoperta tradizione del vino in anfora, va a merito di VinoPeople, associazione di divulgazione e promozione della cultura enogastronomica territoriale, che vanta come partner RossoRubino.tv, giornale digitale sul vino e cantine d’Italia.

Il Ristorante Il Caminetto, a pochi passi dal Duomo, ieri sera ha offerto anche la possibilità di assaporare pietanze di livello, in un ambiente dall'atmosfera accogliente. Il menù era composto con patè toscano su crostini sciocchi, paccheri su specchio di pomodori datterini, con guanciale e riccioli di ricotta salata e filetto di “Grugno di Macchia” al forno, con carciofo cotto a bassa temperatura aromatizzato alla menta.

Il dessert, un cestino di sfoglia con mele caramellate e crema pasticcera, è stato abbinato alla degustazione del Vermut Castelgreve, che Castelli del Grevepesa realizza con un’accurata selezione di botaniche del territorio (assenzio, china, genziana e limone fiorentino) infuse nel vino ricavato da uve Sangiovese.

Il vermouth è tornato di moda per i cocktail (è una base per il Negroni), ma è ottimo per accompagnare i dolci a fine pasto. Castelli del Grevepesa lo ripropone in una ricetta tipicamente toscana, poiché questo vino aromatizzato veniva consumato abitualmente anche da noi ai tempi della Famiglia Medici, ben prima che Antonio Carpano lo imbottigliasse brandizzato a Torino alla fine del XVIII secolo.

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