Da Fattori a Casorati

In mostra a Viareggio i capolavori della collezione di Ugo Ojetti, il più importante critico dell'Italia tra le due guerre.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 giugno 2010 15:39
Da Fattori a Casorati

Ugo Ojetti personaggio eclettico, ricco di talento, giornalista di vasta e profonda cultura letteraria ed artistica fu figura importante nella cultura italiana tra le due guerre. Giornalista e scrittore molto prolifico si cimentò nella critica d'arte e fu importante collezionista. Adesso una mostra, organizzata al Centro Matteucci di Viareggio, dal 26 giugno al 12 settembre si ripropone di evidenziare la personalità di questo importante letterato, attraverso una ricostruzione della sua collezione d'arte Un'impresa ai limiti dell'impossibile in ragione dell'impegno necessario per ricostruire uno spaccato il più possibile rappresentativo di quanto egli aveva riunito nella magnifica villa Il Salviatino sui colli di Settignano.

Si è trattato di andare a ritroso, alla ricerca di ciò che lo scrittore, giornalista e critico acquistò, molto oculatamente riunì, in decenni di ricerche e frequentazioni di artisti e galleristi. Già all'indomani della morte (1946), infatti, il suo patrimonio fu oggetto di una dispersione che si completò con la cessione della villa, trasformata in albergo. Arredi, opere d'arte, ma anche il grande archivio, vennero ceduti in momenti e ad acquirenti diversi, rendendo difficile risalire all'intero compendio artistico-documentario. Le ricerche condotte in previsione della mostra hanno consentito di ridare innanzitutto forma ai documenti d'archivio e, grazie a questi, risalire all'ingente collezione.

Il lungo lavoro ha evidenziato come i nuclei originari e fondanti risultino le ricche raccolte dell'Ottocento e del primo Novecento, in cui trovavano posto sezioni monografiche dedicate ai Macchiaioli tra cui Giovanni Fattori, a Oscar Ghiglia e Libero Andreotti. Le raccolte di pittura e scultura erano arricchite da un'imponente corpus di grafica, prevalentemente otto e novecentesca. Sulla base delle testimonianze fotografiche e d'archivio è cominciata quindi la ricerca delle opere, spesso passate più volte di mano e quindi difficilmente rintracciabili. Il risultato di questo lungo lavoro è godibile nella mostra "Da Fattori a Casorati.

Capolavori dalla Collezione Ojetti" dal 25 giugno al 12 settembre, nelle sale restaurate della palazzina liberty sede del Centro Matteucci e, dal 25 settembre al 28 novembre nella Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. Per la prima volta a distanza di quasi mezzo secolo, il Centro Matteucci riunisce i pezzi più preziosi e rappresentativi del corpus moderno - e dunque essenziale - della collezione: da Fattori a Borrani, da Signorini a Pellizza da Volpedo, da Ghiglia a Felice Casorati, insieme a sculture di Libero Andreotti e Antonio Berti.

La storia delle opere selezionate offre così l'occasione per ricostruire la vera portata, le dinamiche e le implicazioni del ruolo di mecenate, di protettore, di guida teorica e committente svolto da Ojetti anche attraverso l'attività pubblica. La mostra intende ripercorre da vicino la genesi e gli svolgimenti di rapporti intensi e, spesso, assai controversi, come quelli con Ghiglia e Andreotti. In qualche modo si intende evidenziare la rete articolata delle relazioni intrattenute da Ojetti con i colleghi giornalisti e critici, con galleristi, antiquari e collezionisti.

Questo per meglio valutarne la sua funzione di guida, senza, magari dimenticare, l'importanza che il critico assunse nell'ambito della cultura del Ventennio fascista. Ojetti, intellettuale di indubbio valore, si adattò al regime. Questo aspetto ha creato una qualche difficoltà, dopo la sua morte, nella valutazione della sua vasta biografia intellettuale. Da qualche anno si assiste a una riconsiderazione storico critica di Ojetti, e in questa direzione sembra collocarsi la mostra di Viareggio. di Alessandro Lazzeri

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