Cinema, Inside Buffalo: la storia dei soldati afroamericani nella Toscana del 1944.
Marzabotto: nuovo film girato in questi giorni in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2008 14:53
Cinema, Inside Buffalo: la storia dei soldati afroamericani  nella Toscana del 1944.<BR>Marzabotto: nuovo film girato in questi giorni in Toscana

Firenze, 14 novembre 2008– Sono le voci di civili toscani, superstiti, ex partigiani e soldati di colore americani quelle che si raccontano in “Inside Buffalo”, un viaggio all'interno del campo dei veterani neri della 92esima divisione di fanteria dell'esercito americano che combatté nella Toscana del 1944, sconfiggendo in sinergia con le forze partigiane le truppe di occupazione nazifasciste che si erano schierate sul settore occidentale della Linea Gotica. Il documentario-film storico verrà proiettato in anteprima nazionale il 17 novembre alle ore 16,30 presso lo Spazio della Fondazione Rosselli di Firenze, in via Alfani, 101, rosso.

A commentarlo saranno Stefano Baccelli, presidente della provincia di Lucca, Alberto Del Carlo, presidente Fondazione Banca del Monte di Lucca, Valdo Spini, ex ministro e presidente della Fondazione Rosselli, e Vito Zagarrio, ordinario di cinema all’Università di Roma 3, dopo una breve introduzione del regista Fred Kuwornu. All’evento parteciperanno anche Umberto Sereni, sindaco di Barga, Davide Sadun in rappresentanza della Comunità ebraica, Nino Ianni della Provincia di Massa e Angelo Munsel, vicedirettore del cimitero americano di Firenze.
Nel cortometraggio sono riportate le preziose testimonianze dei protagonisti dell'epoca, tra cui Vernon Baker decorato Medal Of Honor (l’equivalente della Medaglia d’Oro al Valor Militare) e civili italiani che collaborarono con il proprio coraggio alla Liberazione, che ospitarono e salvarono ebrei, tra i quali il rabbino della comunità ebraica di Roma Elio Toaff.

I temi raccontati nell'ultimo film di Spike Lee "Miracle at St.Anna", vengono in questo documentario sviluppati ed approfonditi dal regista italiano Fred Kuwornu, che a 64 anni dalla Liberazione d'Italia ha voluto indagare sui rapporti di amicizia tra il popolo americano e quello italiano. Il progetto ripercorre inoltre 70 anni di storia della comunità afro-americana e della lotta per i diritti civili.
Fortemente sostenuto dalla Fondazione Circolo Rosselli e dalla Provincia di Lucca con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca, "Inside Buffalo" sfrutta le potenzialità dell'audiovisivo per tramandare alle nuove generazioni i valori e i simboli della Memoria.
Fred Kudjo Kuwornu, di origini ghanesi da parte di padre e toscane da parte di madre, nato e cresciuto a Bologna,si è laureato in Scienze Politiche presso l’ Università di Bologna, città nella quale ha mosso i primi passi artistici, conducendo e scrivendo programmi per le radio locali dall’età di 16 anni.

Dopo una scuola di sceneggiatura diretta dal maestro Ferdinando De Laurentis, dal 2001 vive stabilmente a Roma, dove lavora come autore e producer televisivo ideando e adattando format, e collabora come autore tv a trasmissioni Rai. Da qualche anno tiene inoltre corsi d’ideazione di contenuti multimediali presso i master di alcune università italiane tra cui la Luiss di Roma. Nel 2007, ha lavorato nello staff del film di Spike Lee “Miracle at St,Anna”, nel ruolo inusuale di stand in del protagonista Michael Ealy e di Buffalo Soldier, decidendo proprio in quella sede di approfondire la storia della 92esima divisione, sul terreno che gli è più consono: il documentario televisivo.

Si sta girando in questi giorni in Toscana l'ultimo film di Giorgio Diritti L'uomo che verrà: il film racconta, attraverso il punto di vista della piccola protagonista Martina, la strage del 29 Settembre 1944 a Marzabotto in cui persero la vita 780 persone civili, soprattutto donne e bambini fucilati dalle SS.

Il regista e la sua troupe (nel cast Alba Rohrwacher e Maya Sansa, sceneggiatore Giancarlo Basili) hanno scelto come location le montagne tra Siena e Pisa alla ricerca di “luoghi non contaminati, paesaggisticamente simili all'Appennino emiliano” dove realmente si è consumata la strage. La scelta della Toscana è strettamente legata al sostegno al film che sta dando Toscana Film Commission. Nel Giugno 2008 Diritti aveva scritto una lettera aperta al Sole 24 Ore in cui denunciava le difficoltà per i giovani autori cinematografici di trovare finanziatori per nuovi film.

A questo “SOS” aveva risposto Stefania Ippoliti, Direttore di Mediateca, che ha creduto fin da subito nel valore culturale del progetto ”Abbiamo notato e apprezzato il film di Diritti Il vento fa il suo giro grazie al passaparola. Conosciamo le difficoltà per produrre opere di qualità, così quando abbiamo letto del suo nuovo progetto abbiamo deciso di dare il nostro aiuto”. ”Toscana Film Commission ha da subito dichiarato la sua disponibilità – commenta il regista - ed è per questo che abbiamo pensato di venire a girare in Toscana, ancora non consapevoli della bellezza di un paesaggio naturalisticamente così simile alla mia Emilia.” Dopo Toscana Film Commission si sono poi fatti avanti altri finanziatori pubblici e privati tra cui la Rai, il Ministero dei Beni Culturali, ma anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna che tramite la Cineteca interviene in modo significativo.
Sinossi L'uomo che verrà
La vicenda narra i mesi antecedenti la strage di Marzabotto di una famiglia contadina nell'inverno del 1943.

La famiglia Palmieri e i vicini si trovano ad affrontare il freddo inverno e la presenza dei Tedeschi alleati con i fascisti. La storia viene narrata attraverso gli occhi della giovane figlia Martina. La monotonia e la tranquillità, anche se in tempo di guerra, del piccolo borgo viene interrotta dall'arrivo dei tedeschi che radunano tutto il paese nella chiesa e spinti dalla ricerca ossessiva dei partigiani, iniziano a compiere una serie di massacri non risparmiando neanche le donne e i bambini.

La famiglia Palmieri viene raggiunta in casa da un comando tedesco e mentre il padre scappa con la piccola Martina, la madre con il piccolo appena nato e la nonna vengono massacrate dagli ufficiali tedeschi. La donna però riesce a gettare il bambino dalla finestra nel fienile e Martina lo salverà portandolo con sé e badando a lui nella sua disperata fuga. Intorno a lei solo morte e odio da parte di quei Tedeschi che fino a poco prima venivano in casa e giocavano con lei.
La nascita del soggetto
Per realizzare la sceneggiatura la produzione è partita dalle testimonianze dei sopravvissuti e dei partigiani, lavorando poi sulla biografia esistente grazie alla collaborazione dell'istituto Parri di Bologna.

Come spiega il regista tutto nacque dal suo incontro con Monsignor Gherardi, amico di due dei sacerdoti morti nella strage di Marzabotto che ha regalato a Diritti il libro La querce di Monte Sole. Il volume racconta con forte intensità la strage degli innocenti e racconta il sacrificio perchè il ricordo possa essere occasione di riflessione per la generazioni future. “Credo che il Cinema possa essere la giusta occasione di riflessione per le generazioni future, che possa riportare l'uomo al senso della vita e non al senso della morte”, conclude Giorgio Diritti.
La scelta del dialetto
Come per il suo primo lungometraggio Il vento fa il suo giro, anche per L'uomo che verrà Diritti ha deciso di utilizzare il dialetto, per completare quella ricerca di “realtà” che è elemento peculiare delle sue produzioni.

“Credo che sia giusto rischiare di fare il film in dialetto emiliano di un tempo, perchè la mia decisione iniziale di far parlare gli attori professionisti in emiliano contemporaneo ci faceva cadere nell'artificiale” commenta ancora il regista.

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