Tagli alla sanità in Toscana: la scelta della Giunta Giani

Redazione Nove da Firenze

Firenze 18 settembre 2021- A fronte di altre 76 sospensioni di infermieri non vaccinati, comunicate a Opi Fi-Pt da parte dell’Ausl Toscana Centro (e che si sommano ad altre 118 delle scorse settimane), l’Ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche Firenze-Pistoia chiede alle Aziende Sanitarie pubbliche e private di agire caso per caso per evitare carichi di lavoro elevati per chi rimane a lavoro.

«Non intendiamo giustificare gli infermieri non vaccinati – dice Danilo Massai, presidente di Opi Firenze-Pistoia – ma chiediamo che le Aziende entrino nello specifico dei singoli casi, prima di far scattare le sospensioni. Urge l’attivazione di commissioni per la valutazione delle singole situazioni in modo da poter riallocare le risorse e/o reinserire velocemente nei servizi personale. Questo per evitare che le sospensioni stesse si traducano in carichi di lavoro insostenibili per chi rimane.

Chiediamo al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Salute e all’assessore regionale al socio-sanitario di autorizzare con urgenza le Aziende Sanitarie ad assumere dalla graduatoria Estar attiva, provvedendo così alla sostituzione dei sospesi. Occorre monitorare l’offerta dei servizi sanitari e attivare il Sistema rischio clinico regionale per rilevare tutti gli eventi sentinella che segnalano livelli di rischio clinico, in modo da intervenire per la sicurezza sia dei cittadini che professionisti.

Inoltre, è necessario dare immediatamente mandato al Centro rischio relazionale regionale di monitorare il livello di stress dei professionisti e il livello di disagio relazionale. Chiediamo – prosegue - di istituire contratti di formazione lavoro per gli studenti del terzo anno del corso di laurea, in modo da inserirli con protocolli operativi nei percorsi assistenziali in cooperazione con infermieri esperti».

Preoccupa anche il fronte Rsa. «Urge monitorare la situazione nelle Rsa accreditate con il servizio sanitario circa la garanzia della qualità di cura e di assistenza agli ospiti in stato di fragilità, autorizzare l’assunzione di operatori sociosanitari da inserire nei servizi e accelerare la modernizzazione dei servizi informativi, la fornitura di tecnologie per il supporto diagnostico, assistenziale in teleassistenza – spiega Massai -. Si chiede altresì al presidente della Regione di rivedere l’ordinanza con la quale impone alle aziende di fornire personale infermieristico agli enti gestori vincitori degli appalti per le strutture territoriali in quanto tale attività sta già pesando sul carico di lavoro (che riteniamo già a livello di stress molto critico) dei dipendenti rimasti all’opera. L’Ordine vigilerà sulla situazione e attiverà provvedimenti disciplinari oltre a notificare i fatti agli organi competenti».

"Si rincorrono ormai con eccessiva assiduità voci di tagli nel sistema sanitario della Toscana. La sola idea di utilizzare la forbice in un momento simile, dopo quasi due anni di criticità e sacrifici assoluti è semplicemente scioccante. Sarebbe il de profundis, un paradosso. Ci auguriamo davvero che in previsione del piano di bilancio, e di eventuali necessità di rientro dopo i costi importanti degli ultimi mesi dovuti al Covid, non si scelga di ridurre spese e investimenti in un settore che ancora una volta si è dimostrato vitale.

Confidiamo in una smentita al più presto a quello che ormai è un timore emerso tra numerosi professionisti del settore ad ogni livello. Il blocco delle assunzioni manderebbe in tilt il sistema. Per continuare a rispondere con efficienza alle numerose esigenze della popolazione abbiamo bisogno di nuove risorse umane che coprano i reparti più scoperti. Dobbiamo garantire solidità e fiducia in una fase ancora complessa". Così Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze.

"Comprendiamo i problemi di gestione economica da parte della Regione Toscana, che sono poi gli stessi di tutte le regioni. Secondo le informazioni che ci arrivano a livello nazionale, la Toscana sembrerebbe tuttavia l'unica a bloccare le nuove assunzioni. Ci venga in aiuto il ministro della Salute e il Governo nazionale. I conti devono risultare a posto, ma la salute della popolazione ha un valore maggiore. Trovino le risorse per assicurare al meglio un diritto che è costituzionalmente garantito. La politica, fino a livello nazionale, - conclude Dattolo - deve farsi carico di questa problematica, la questione raggiunga il ministero della Salute. Quello che di certo il Covid ha insegnato, e che oggi non possiamo ignorare, è il valore essenziale di un sistema sanitario preparato, completo nei suoi specialisti e addetti, in grado di rispondere a pieno anche ai momenti di maggiore crisi".

“Durante la prima fase della pandemia, sembrava che la consapevolezza degli errori fatti in 20 anni di scelte sbagliate sulla sanità fosse diventato patrimonio anche della politica. Con un “mea culpa” generale da parte della politica e delle istituzioni e con una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sugli effetti disastrosi che sono stati prodotti. I ringraziamenti di un intero paese ai lavoratori della sanità più volte definiti eroi ci hanno commosso. Stiamo assistendo in questi giorni al grido di allarme lanciato dalle categorie che seguono la sanità rispetto alla mancanza di personale, dovuta al blocco delle assunzioni imposto dalla Regione Toscana.

Ci preoccupano le ricadute che la mancanza di personale può avere nella tenuta dei servizi ai cittadini -afferma un documento congiunto Cgil-Cisl-Uil Firenze-La pandemia non è finita, ma dopo oltre un anno e mezzo dal suo inizio è necessario che tutti i servizi sanitari sia attivi al 100% e allo stesso tempo non si possono chiudere i servizi aperti per contrastare la pandemia, ma per tenerli aperti serve che ci siano le persone a lavorare. Condividiamo la richiesta di sblocco delle assunzioni.

Preoccupante è la riduzione nei prossimi anni del finanziamento sul Fondo Sanitario Nazionale. E’ il momento di fare scelte se vogliamo dare concretezza alle tante parole di questi mesi. Continuare a parlare di Pnrr, di reti territoriali e di Sanità Pubblica Universale vuol dire crederci e conseguentemente fare investimenti nel breve e lungo periodo in assunzioni, tecnologie e telemedicina e invertire le scelte privatistiche fatte in questi anni”,

Cgil, Cisl e Uil di Firenze invitano la cittadinanza ad ascoltare le grida d’allarme dei lavoratori della sanità e, rivolgendosi alle istituzioni, chiedono di far sentire la loro voce sia in Conferenza Stato/Regioni che al Governo nazionale.

“Il bilancio di fine anno si annuncia con una perdita di 400 milioni di euro che, in tempi di Covid e spese impreviste, non sarebbe uno scandalo. Il presidente Giani, invece, dinanzi alle preoccupazioni dei sindacati su ulteriori tagli in arrivo e sul permanere dello blocco delle assunzioni, stupisce tutti con la frase: Ho nel cuore i sindacati ma devo far quadrare i conti pubblici. La pandemia non pare aver insegnato nulla al presidente Giani e al Pd. Si finge di non aver compreso che la pandemia devastante ha trovato terreno fertile in un sistema sanitario pubblico che è andato in difficoltà per mancanza di personale, di posti letto, di attrezzature e di dispositivi per la sicurezza.

Il famoso non sarà più come prima, il refrain dei mesi dopo il primo lockdown, significava qualcosa di diverso. Significava e significa ancora che bisogna tornare a investire in sanità, scegliere politicamente di investire risorse nella sanità pubblica, aprire una vertenza con il governo nazionale (appoggiato anche dal partito di Giani) per invertire la rotta del definanziamento in sanità, investire maggiori risorse pubbliche. Assumere personale perché le assunzioni fatte in tempo di pandemia in Toscana non sono servite a coprire nemmeno i pensionamenti” intervengono da Sinistra Italiana Toscana.

“Abbiamo bisogno di una sanità territoriale che funzioni con personale e strutture adeguate, Abbiamo bisogno di scelte coraggiose a partire dall’assumere i medici di medicina generale direttamente nel sistema SSN. Questo non sarà mai possibile se il maggiore investimento di 400 milioni nella sanità Toscana viene letto dalla Giunta Giani come un buco di bilancio da risanare con ulteriori tagli proprio come fanno i padroni nelle aziende private. Il punto è tutto qui: la politica deve decidere se tagliare o investire nella sanità pubblica anche in regione Toscana”.

“Poche idee ed anche confuse. Sono quelle che contraddistinguono le scelte che la Toscana sta compiendo in ambito sanitario” commentano congiuntamente Gianluca Giuliano Segretario Nazionale della Ugl Salute e Giuseppe Dominici Segretario della Ugl Regionale. “È necessario un cambio di passo. Di fatto il blocco delle assunzioni di nuovi operatori sanitari ha mandato ancora più in crisi un sistema messo sotto pressione dall’emergenza pandemica. Ora i provvedimenti di sospensione legati all’obbligo vaccinale amplificano la cronica mancanza di personale e così il rischio che molti servizi essenziali per la salute dei cittadini del territorio siano ad un passo dallo stop è più che una ipotesi.

La mancanza di programmazione - proseguono i sindacalisti - ha prodotto uno scenario che ha indotto tanti professionisti a lasciare la Toscana per trasferirsi altrove. Cosa intende fare la Regione? Non c’è tempo da perdere. Bisogna fermare questa emorragia, trovando immediatamente risorse che servano ad immettere nel Sistema Sanitario Regionale nuovi lavoratori attraverso lo sblocco del turn over con le dovute garanzie contrattuali attraverso assunzioni con forme di contratto a tempo indeterminato, per evitare che la barca della sanità locale vada alla deriva” concludono i sindacalisti.

"Giani ha toccato il fondo. Il governatore esulta per gli investimenti per la digitalizzazione nel comparto sanitario mentre il pronto soccorso di Careggi è allo stremo delle forze. Abbiamo un buco di bilancio da 340 milioni di euro e sappiamo che la Regione ha speso 17 milioni dei 30 ricevuti dal governo nel 2020 per le spese sanitarie non Covid. Che cosa aspettano Giani e Bezzini a utilizzarli per assumere medici e infermieri? Non comprendiamo perché la Toscana, unica Regione in Italia, abbia scelto il blocco delle assunzioni per far fronte all'aumento della spesa sanitaria.

A luglio è uscita la graduatoria del maxi-concorso Estar: circa 600 infermieri aspettano di essere chiamati dalla Regione Toscana. Sarebbero solo 50 gli infermieri arrivati alla Asl Toscana Centro a fronte degli almeno 137 richiesti dal direttore Marchese. E, addirittura, nessuno dei vincitori del concorso per la Asl Sud Est, cioè 135 professionisti, sarebbe stato chiamato.

Intanto sono partite le sospensioni del personale sanitario non vaccinato: un problema che si somma all'ormai cronica carenza di personale. E Giani fa spallucce e si esalta per la digitalizzazione. Siamo al grottesco”. E' quanto dichiarato da Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia, e Diego Petrucci, consigliere regionale FdI e membro della Terza commissione.