Stefano Bisi pubblica la II edizione di ‘Le dittature serrano i cuori'

Nicola Novelli

FIRENZE- Tra 10 giorni ricorre un anniversario dimenticato. Nella notte tra i 3 e il 4 ottobre 1925 Firenze fu teatro di un eccidio politico, che a distanza di 100 anni imbarazza ancora. Nella città Medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza, si fa fatica a ricordare una delle stragi più efferate con cui un secolo fa il Partito nazionale fascista si aprì la strada verso la dittatura. Quella notte, in cui si registrarono almeno tre morti, è il culmine e la conclusione di una settimana di violenza ai danni degli ultimi residui attivi di opposizione al regime emergente. Dopo le elezioni politiche del 1924 poche voci avevano avuto la forza di continuare difendere la democrazia. Tra queste in particolare l’ambiente del socialismo riunito intorno alla figura di Giacomo Matteotti, i repubblicani, la massoneria del Grande Oriente d’Italia.

A Firenze i fratelli Carlo e Nello Rosselli animavano la redazione della rivista clandestina Non Mollare. Sarà questa, oltre a molti esponenti delle logge massoniche fiorentine, l’obiettivo della campagna di aggressioni organizzata alla Casa del fascio. Per una settimana squadracce di estremisti imperversano in città indisturbati, mettendo a ferro e fuoco case, uffici, negozi degli oppositori. Gaetano Salvemini raccoglierà la testimonianza di uno scampato, che ha visto dalle colline di Fiesole levarsi numerose colonne di fumo tra i tetti di Firenze: le suppellettili date alle fiamme dai fascisti dopo averle gettate in strada.

Durante la notte di quel fine settimana di sangue vengono perpetrati tre omicidi: l’ex deputato del Psi Gaetano Pilati e l’avvocato socialista Gustavo Console vengono uccisi nelle loro abitazioni. Mentre il giovane massone Giovanni Becciolini viene rapito e assassinato sulla pubblica via. Potrebbero esserci state anche altre vittime, ma è possibile che per paura di rappresaglie, o per occultare le responsabilità dei fascisti, i nomi di eventuali altri assassinati siano rimasti ignoti, o non reclamati dalle famiglie.

Di questa storia sembrano quasi smarrite le tracce, nonostante che alcuni dei superstiti della persecuzione fascista siano stati protagonisti della ricostruzione di Firenze nel dopoguerra e che 50 anni fa il Comune di Firenze abbia celebrato l’anniversario con una seduta solenne nel salone de' Dugento. Cento anni dopo invece si fa fatica a ricordare, eccezion fatta per le iniziative organizzate dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli. Forse la Firenze politica di oggi assomiglia a quella di allora, con i democratici divisi tra di loro, indeboliti e reciprocamente diffidenti, tanto da non riuscire a fare fronte comune nemmeno per celebrare martiri e valori della Repubblica.

Eppure un anno fa il giornalista Stefano Bisi, con ampio anticipo, ha pubblicato “Le dittature serrano i cuori”, un libro in cui ricostruisce attraverso fonti d’archivio i fatti e i crimini di quei giorni. Quello che pareva in instant book scritto appositamente per svegliare le coscienze dei fiorentini e aiutarli a celebrare degnamente l’anniversario dell’ottobre 2025, torna adesso alle stampe in versione aggiornata, ricco di nuovi documenti e ampliato nei suoi capitoli. Una seconda edizione più matura e consapevole, anche grazie al lavoro di divulgazione itinerante che ha visto Bisi presentare la sua ricerca a Roma e Napoli, in giro per la Toscana, ma anche al Consiglio regionale e in prestigiose istituzioni culturali.

Non pervenuto Palazzo Vecchio dove non avrà luogo alcun ricordo dell’importante anniversario. Certo in Comune non ci sono più le figure politiche di 50 anni fa, Bargellini, Gabbugiani, Lagorio Pieraccini, Spini. Ma non basta la paralisi della par condicio elettorale a giustificare un simile imbarazzato silenzio.

Speriamo almeno che qualche rappresentante della Municipalità voglia partecipare all’itinerario della memoria che Nove da Firenze promuove la sera di venerdì 3 ottobre con partenza in via dell’Ariento, dove alle ore 20:00, avrà luogo la deposizione di fiori sotto la lapide che ricorda l’omicidio di Giovanni Becciolini (sulla facciata dello Storico Mercato Centrale). Il percorso celebrativo proseguirà in via Dandolo 10, sotto l’abitazione dove fu ucciso Gaetano Pilati e poi in via Timoteo Bertelli sotto l’abitazione dove fu ucciso Gustavo Console. Letture scelte a due voci da testi storici in ogni tappa.

Consideratevi tutti invitati.