Regionali, Bambagioni: 'Cattolici e laici, messi alla porta da Giani'

Redazione Nove da Firenze

"È un Centrosinistra in Toscana, se così si può chiamarlo, irriconoscibile, alterato nelle idee e nei connotati in appena 5 anni. Prima ha perso ogni legame con i valori cristiani, che non appartengono ai soli cattolici ma a tutta la nostra terra (dignità della vita, cura per il prossimo, solidarietà, valore della vita), votando il fine vita imposto dalla segreteria Schlein. Ora anche i laici e i riformisti sono messi alla porta perché è stato calato dall'alto un programma che, ancora una volta, inchioda la Toscana all'immobilismo" afferma l'esponente della Lista civica Eike Schmidt, Paolo Bambagioni.

"La scelta di Calenda è significativa: ha visto il programma e si è tirato fuori. In tempo per non compromettersi". "Oggi, cattolici e laici dovrebbero guardare con interesse a questo sindaco, Alessandro Tomasi, che ha dimostrato competenza, impegno, capacità di ascolto e di decisione, migliorando il suo territorio. È ciò che manca in Toscana ed è una caratteristica – la capacità di decidere – che non può più mancare al governatore della Toscana". "Di là, cattolici e laici, rischiano di essere irrilevanti – conclude – e di portare acqua ad un accordo di potere dal quale sono, comunque, tagliati fuori.

Qui c'è voglia di governare e migliorare la Toscana".

"Dove hanno provato a governare insieme, che sia la Sardegna – una regione completamente bloccata – o Prato, commissariata dopo appena un anno, M5S e PD hanno lasciato voragini nei conti e nelle strade e ferite profonde, che però il Centrodestra si impegna a risanare. Come abbiamo fatto dopo il disastro del Conte bis, tra buchi di bilancio, arretratezza imposta, gestione caotica". A dirlo è l'On. Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di FI.

"Pur di mantenere ancora un po' il potere, un potere senza alternanza da oltre 50 anni, Giani si è accoppiato – sostiene – con l'esatto opposto di quelle che sono le sue idee pur di avere la benedizione della capetta e farsi ricandidare, a caro prezzo. Giani ha la colpa grave di aver provato a svendere il futuro della Toscana, oltre ad aver emarginato gli elementi più logici e seri – che c'erano – della sua coalizione. Avrebbe potuto chiudere la sua carriera politica con più dignità e onore e non mettersi con i forcaioli, giustizialisti, retrogradi del M5S, finendo l'opera di distruzione della Toscana.

Il Giani stellato vuole una Toscana ferma, indietro nel tempo, scollegata, morta". "A causa delle scelte folli della sinistra, siamo regrediti, perdiamo imprese e abitanti, soprattutto giovani, con questo programma – accusa – diventeremo lo zerbino d'Italia ma sono certa che, con il voto democratico, i toscani non glielo permetteranno e certamente io da capolista a Prato nella lista di Forza Italia combatterò per il cambiamento".

"Giani – rimarca Mazzetti – ha scelto la completa sudditanza per fare un bis sulla pelle e sulle tasche dei Toscani, ma glielo impediremo perché dai territori e dai comuni proviene un messaggio di cambiamento chiaro". "Sudditanza che, però, non va di moda dalle parti dei riformisti – nota -. Come possono coloro che hanno un'idea di sviluppo, di giustizia, di società accoppiarsi al M5S e, soprattutto, svendergli tutto? Calenda, che apprezzo per la sua chiara presa di posizione, dovrebbe chiarire, una volta per tutte, cosa vuol fare da grande – incalza -: continuare a fare la stampella del PD per mezza poltroncina o stare nel cambiamento? Calenda vuole Azione o Inazione? Vuole sviluppo o regresso? Riforme o decrescita? Decida: non voglio pensare che proprio l'uomo di industria 4.0 possa essere complice del sottosviluppo regionale".

"Se sceglierà bene, io dico: porte aperte" afferma.

La Leopolda 2025 si terrà dal 3 al 5 ottobre, nel pieno della campagna elettorale per la Calabria e per la Toscana.

"Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro, cari amici. Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo -scrive Matteo Renzi nella sua newsletter- Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi annacquare, amici cari, è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto.

Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara: gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere. Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la Tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle Politiche.

In democrazia contano i voti. Noi siamo forti e credibili perché quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese”.