Empoli: 80 anni dalla partenza dei Volontari della Libertà
Esattamente 80 anni fa dalla Piazza del Popolo di Empoli ben 530 ragazzi che abitavano nella zona andarono a combattere per la liberazione del resto d'Italia, diventando membri del Corpo volontari per la Libertà e lottando sugli Appennini tra Toscana ed Emilia Romagna. Empoli era già stata liberata il 2 settembre dell'anno precedente, ma il pensiero di un'Italia ancora dominata dai nazifascisti rinsaldava la volontà di essere partecipi di una nuova pagina della storia del Paese.
Sauro Cappelli, Rolando Fontanelli, Dario Del Sordo, William Lucchesi, Vieri Tani: questi sono alcuni dei nomi dei partigiani che fecero la Storia con il loro impegno contro l'invasione nazifascista. Giovani coraggiosi, ben 530 concittadini Volontari della Libertà che partirono nella consapevolezza della scelta, il 13 febbraio 1945 da piazza del Popolo per entrare nei gruppi di combattimento operativi Cremona- Friuli - Folgore- Legnano - Mantova - Piceno del ricostituito esercito. Quei giovani scrissero una nuova pagina della Storia del nostro Paese, il loro contributo fu immenso, encomiabile. Incancellabile.
Una ricorrenza storica che viene celebrata a Empoli, ogni cinque anni a livello regionale. Le istituzioni hanno voluto ricordare oggi quell’avvenimento, con una commemorazione di carattere regionale della partenza dei volontari della libertà, non soltanto da Empoli, ma da ogni parte della Toscana.
Stamattina, nella sala del palazzo delle Esposizioni, in piazza Guido Guerra, alla cerimonia erano presenti le massime Autorità civili, militari e religiose, i rappresentanti di Regione, Province e Comuni, rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale di Empoli, componenti della Commissione Pari Opportunità di Empoli, oltre alle associazioni dei combattenti (le brigate Legnano, Cremona, Friuli, Piceno, Folgore e Mantova dove confluirono i volontari), quelle di volontariato e tante cittadine e cittadini.
Sipario, che la cerimonia abbia inizio. Sulle note della canzone “Migliore” dei Pinguini Tattici Nucleari (canzone che riporta al tema del femminicidio di Giulia Tramontano) è cominciata la celebrazione regionale in onore dei Volontari della Libertà, rappresentata da alcune alunne e alunni della scuola secondaria di primo grado Vanghetti. Le emozioni continuano con una canzone scritta da loro, intitolata “Yasmine”, la drammatica storia di una bambina di 11 anni della Sierra Leone salvata in mare a Lampedusa dopo il naufragio della barca in cui si trovava. “Una di noi”, gridano dal palco.
Poi le alunne e gli alunni della scuola primaria di Ponzano hanno cantato e recitato la filastrocca “Diritti e doveri” di Anna Sarfatti. Ancora musica con l’esibizione un gruppo di alunne e alunni della scuola secondaria di primo grado Busoni: da ‘Blowing in the wind’ di Bob Dylan, a ‘La guerra di Piero’ di Fabrizio De Andrè, terminando con ‘La libertà’ di Giorgio Gaber. Una performance molto coinvolgente e commovente, applaudita dalla platea per questa partecipazione così numerosa di studentesse e studenti degli Istituti Comprensivi di Empoli Est e Ovest, capaci di cantare e recitare temi come il femminicidio, l’immigrazione e la Resistenza.
Dopo la musica, sullo schermo installato a fianco del palco, è stato proiettato un video che ricostruisce quella ‘partenza’ sulle parole narranti di Paolo Santini, archivista e scrittore e Rolando Fontanelli. Impossibile non commuoversi.
Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha inviato al sindaco di Empoli un suo messaggio: “Una giornata per ricordare la generosità di molti abitanti dell’empolese che parteciparono alla guerra di liberazione. Il loro fu un gesto di grande generosità e di altruismo verso altri italiani e per aver contribuito, con la guerra di liberazione e la Resistenza, a gettare le basi per la rinascita democratica dell’Italia, per l’affermarsi della Repubblica e l’approvazione della sua Carta costituzionale.
Con questa quinquennale cerimonia a carattere regionale intendiamo quindi rendere omaggio e ringraziare ciascuno dei 530 empolesi che partirono per contribuire a sconfiggere le dittature e a liberare l’Italia, ma anche, e uno per uno, tutti i partigiani che parteciparono alla guerra di liberazione e, tra loro, i quasi 42.500 toscani. Il nostro grazie, a ottanta anni di distanza, risuona ancora oggi alto e forte, segno della nostra eterna riconoscenza, ammirazione e gratitudine”.
Da parte sua il sindaco di Empoli, ha detto: "Ringrazio tutti i presenti per questo grande appuntamento che ho l'onore di introdurre. Realizzare la cultura della memoria è fare quello che stiamo facendo oggi, rendere omaggio a chi ha scritto la storia e ha contribuito a costruire la democrazia in Italia. Di testimoni diretti a Empoli non ne abbiamo più, di quei 530 che oggi omaggiamo, ma hanno un posto speciale nella mia coscienza e nella vita di Empoli. Queste persone hanno scelto il sacrificio per un bene che non era il loro, visto che Empoli era stata già liberata. Hanno scelto il bene dell'Italia ancora sotto la morsa degli invasori e dei repubblichini. Dopo venti anni di regime fascista avrebbero potuto dire basta e invece hanno scelto di concludere l'impresa assieme a molti altri. Il nostro omaggio è doveroso, sperando di non dover ripetere gesti del genere, nonostante i venti di guerra e di intolleranza che soffiano sempre più vicini all'Europa".
Prima che i relatori prendessero parola con i loro interventi, c’è stato il saluto commosso del delegato dal presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione inquadrati nei Reparti Regolari delle Forze Armate, Ugo Barlozzetti, come rappresentanza di ciò che legò i volontari alle forze armate regolari.
Dopo la cerimonia è proseguita con i vari interventi dei relatori.
“La storia di questo Paese e dell'Europa tutta non è fatta solo di date ed eventi, ma è una guida necessaria per comprendere il significato delle nostre azioni e responsabilità - ha spiegato nel suo intervento Vania Bagni, presidente provinciale Anpi Firenze -. I volontari che oggi ricordiamo dopo 80 anni, fanno parte della generazione impegnata a non soccombere di fronte alla violenza; sono coloro che fecero dell'esperienza resistenziale la lotta universale contro l’oppressione, sono un esempio di solidarietà e di impegno per i diritti umani per tutte le comunità.
L'esperienza della Resistenza, inclusa la partecipazione dei volontari di Empoli e di altre città italiane, ha lasciato un'eredità profonda e multiforme che continua a influenzare l'Italia contemporanea; ce lo raccontano le tante esperienze nei contesti moderni dove il concetto di Resistenza viene utilizzato per indicare la necessità di opporsi a derive autoritarie e violazioni dei diritti umani. Coltivare una memoria attiva è indispensabile perchè rafforza il senso di appartenenza e responsabilità verso la comunità, rende più resilienti di fronte a sfide che minacciano diritti e libertà.
La loro storia è un esempio di solidarietà e impegno per i diritti umani che ci chiama a non voltarsi dall'altra parte, ma ad un impegno quotidiano e coerente con i principi costituzionali e con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea per contrastare il nazionalismo che pone al centro l'interesse e la sovranità della nazione, promuovendo un forte senso di identità nazionale, portando con sé marginalizzazione di minoranze etniche, religiose o culturali. Viva la Resistenza. Viva l’antifascismo”.
Lo storico Carmelo Albanese ha ripercorso il ruolo dell’arruolamento volontario con riferimenti anche alla sua ricerca storica che ha svolto sul tema. “Il contributo dell’Empolese Valdelsa all’arruolamento volontario nel Regio esercito per affiancare gli alleati nella fase finale della “campagna d’Italia” è estremamente significativo – ha affermato lo storico -. Dei circa 2.000 partenti della provincia di Firenze, oltre 600 provengono da quest’area, da cui muovono due scaglioni nel febbraio 1945: il primo, il 3, da Castelfiorentino, composto da 118 volontari; il secondo, dieci giorni più tardi, il 13, da Empoli, formato da oltre 500 volontari di cui 264 empolesi (gli altri provengono da Certaldo, Vinci, San Miniato, Cerreto Guidi, Fucecchio, Limite, Montelupo e Santa Croce sull’Arno).
Dalla lunga ricerca storica che ho svolto su questa vicenda (Volontari della libertà. L’arruolamento nei Gruppi di combattimento a Empoli e in Valdelsa (1944-1945), in corso di stampa per la casa editrice Mondadori-Le Monnier), emerge chiaramente come in questi volontari vi sia piena consapevolezza degli obiettivi della scelta: non si può restare fermi a crogiolarsi del fatto che la propria città sia stata liberata poiché tale “conquista” si rivelerà vana se dall’intero Paese non sarà cacciato l’invasore tedesco.
Non a caso diversi di loro sono minorenni, e riescono a partire per la “complicità” dei comandanti che conoscono o percepiscono la loro voglia di riscatto”.
“Sono molto emozionato e lo sentirete. Nel mio percorso c’è tanto ancora da fare e da difendere. Questa non è la mia storia ma dei nostri fratelli - ha raccontato con pathos Adelmo Cervi, figlio di Verina Castagnetti e Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943 -. Sono figlio di colui che mangiarono in un sol boccone, come tutto il resto della famiglia. Un mito, dicono, ma io di questo mito sarei anche stanco. Mio padre andò in lotta contro chi aveva creato il fascismo e lo aveva portato al potere. Lottarono contro il capitalismo. La storia va ricordata con chi ha perso la vita per noi, per una società più giusta, per una Costituzione che di fatto non è stata applicata integralmente. Dobbiamo unire le nostre idee per rispettare coloro e sono tanti che non ci sono più. I Cervi non erano eroi ma furono combattenti”.
Le conclusioni sono state affidate al consigliere regionale Enrico Sostegni: “Una cerimonia davvero importante che ci ha ricordato un fatto avvenuto ottant’anni fa. Riportare oltre 500 giovani alla nostra Memoria perché protagonisti di una scelta straordinaria. Quando conobbi Rolando Fontanelli la sua risposta alla mia domanda ‘perché’, era sempre quella: per noi, Enrico era normale partire. Il loro segno è un monito che ha permesso a questo paese di essere un paese che riconquistava quella dignità, quel futuro, quella libertà.
Dobbiamo investire a partire dalla Regione Toscana sulla Memoria, sul ricordo. Tutti insieme dobbiamo fare un grande sforzo proprio per i nostri giovani. Noi dobbiamo trasmettere quei valori perché i fatti non si devono allontanare, non devono sfumare. La Resistenza era fatta da persone completamente diverse ma c’era un filo rosso che le univa per un bene collettivo di tutti. Nella Costituzione si parla di diritti, quei diritti che devono essere riconosciuti da tutti ed è importante non perdere il senso di comunità e di umanità e i giovani questa mattina ce lo hanno cantato, forte”.
Nella pienezza di quel ricordo inciso nelle pagine di Storia di questa città e di quanto debba essere un’azione da compiere ogni giorno, la cerimonia è proseguita con la formazione del corteo commemorativo che lasciando il palazzo delle Esposizioni, ha toccato luoghi della Memoria disseminati in città: largo Gino Ragionieri (lì il sindaco ha deposto una rosa rossa), piazza della Vittoria, piazza XXIV Luglio e piazza del Popolo, dove invece, ha deposto le corone di alloro e dove sono stati resi tutti gli onori ai Volontari della Libertà.
Nell’ultima ‘stazione’, Piazza del Popolo, sono intervenuti il consigliere comunale Raffaele Donati con delega alla Cultura della Memoria e Roberto Franchini, presidente dell’ANPI Empoli.
“Questo anniversario così importante ci riporta indietro al febbraio del 1945 - ha sottolineato Donati -, quando, dopo anni di guerra, di distruzione di sofferenza e di perdite nelle proprie famiglie, più di 500 giovani decisero di partire da questa piazza per liberare le parti dell'Italia che ancora erano sotto l'occupazione nazifascista. Empoli era già stata liberata nel settembre del 1944, così come molte altre città vicine, ma i volontari che partirono lo fecero proprio per permettere che in tutto il paese si affermassero i valori di libertà e di pace che avevano finalmente ottenuto. È l'insegnamento più importante che a distanza di così tanto tempo abbiamo il dovere di coltivare ogni giorno. Noi che viviamo in pace dobbiamo adoperarci affinché tutto il mondo lo possa finalmente essere”.
“Attraversiamo un periodo della nostra storia molto particolare e confuso – ha concluso Franchini -. Proprio per questo, partecipare ad una giornata come quella di oggi per noi è ancora più importante. Molti di quegli empolesi che in una mattina di 80 anni fa sono partiti da Piazza del Popolo per dare una mano a liberare il Nord Italia ancora occupato dai nazifascisti, sono coloro che negli anni hanno poi continuato a raccontare la Resistenza ai più giovani e proprio a noi hanno lasciato le chiavi dell'associazione. È per questi motivi che siamo qui a ricordare chi si è messo dalla parte giusta della storia senza compromessi”.
"La Toscana ha pagato un prezzo altissimo per riconquistare la libertà negata dal totalitarismo; tuttavia, l'Italia non ha mai avviato un vero processo di defascistizzazione, tant'è che dopo ottant'anni si cerca di equiparare il nazifascismo con il comunismo e si resta impavidi di fronte ai saluti romani, nonché alle svastiche che riemergono frequentemente nella società. Il nostro Paese, purtroppo, non riesce a condannare una volta per tutte il regime fascista; anzi spesso si prova a sminuire le gravi responsabilità della Repubblica Sociale Italiana per giustificare e mantenere vivo quel collegamento che alcuni esponenti politici attuali non riescono a recidere con gli eredi di Salò.Pertanto, alle nuove generazioni bisogna ricordare l'impegno solidale e antifascista dei giovani combattenti: ben 530 ragazzi sono partiti da questa città per salire sugli Appennini della Toscana e dell'Emilia Romagna, diventando membri effettivi del Corpo volontari per la Libertà, nonostante Empoli fosse già stata liberata l'anno precedente.
L'impegno dei valorosi concittadini sia di esempio per tutti noi" hanno dichiarato Lorenzo Tombelli, presidente ANED sez. FirenzeRoberto Bagnoli, presidente ANED sez. Empolese-Valdelsa.
La mattinata si è conclusa con il pranzo riservato alla Casa del Popolo di Pozzale.
In vista del raduno regionale, nel pomeriggio di ieri l'amministrazione comunale ha reso omaggio ai monumenti e alle targhe dedicate al sacrificio di quegli anni.Il sindaco Alessio Mantellassi, assieme al consigliere delegato alla Cultura della Memoria Raffaele Donati e i rappresentanti di Arci, Anpi e Aned, hanno deposto un fiore nelle frazioni che ricordano, ancora oggi, la lotta partigiana e il ritorno alla libertà.
La prima tappa è stato il Giardino della Memoria di Monterappoli, intitolato in questo modo nel 2023. Nella frazione collinare ha avuto sede il primo Comune provvisorio alla Liberazione di Empoli e qui venne instaurata la prima giunta provvisoria fino ad arrivare all’elezione di Gino Ragionieri quale primo sindaco del dopo Liberazione.
A seguire il Cippo Ricordo lungo via Senese Romana a Fontanella, per poi passare alle targhe nei circoli. A Casenuove, alla Casa del Popolo, un fiore alla targa installata nel 1995 per i 50 anni della Liberazione in memoria degli antifascisti di Casenuove e Farfalla. Infine alla Casa del popolo 'Antonio Gramsci' di Pagnana, in ricordo dei partigiani di zona partiti volontari per la Guerra di Liberazione: Delfo Bartoli, Renato Brogi detto il Biondo, Sergio Bagnoli detto Lorito, Valerio Chiarugi, Ugo Dell'Orso detto Strombosio e Vittorio Salvadori detto Stoppino.