Edison, insegna staccata per volere della Soprintendenza

Antonio Lenoci

Ha creato sconcerto l'asportazione dell'insegna al neon "Edison" dalla facciata di Piazza della Repubblica a Firenze. La chiusura della libreria è una ferita ancora aperta in città per lo strascico polemico seguito alla dismissione dei vecchi locali e soprattutto la condizione di precariato degli ex dipendenti ritrovatisi senza lavoro. All'indomani dei commenti nei social fiorentini e dell'intervento del consigliere, candidato sindaco, Tommaso Grassi che nell'ultima seduta dell'Aula consiliare a Palazzo Vecchio ha parlato di "oltraggio", siamo andati nei nuovi locali dove si appresta ad aprire Feltrinelli.

Tra i tavoli del futuro ristorante e le librerie in fase di montaggio alle pareti abbiamo parlato con il responsabile dei lavori: "Ho saputo dell'accaduto e mi dispiace - ci ha detto il responsabile del cantiere - ho appositamente chiesto alla ditta di tenere da parte l'insegna per un uso futuro. Non abbiamo commesso nessun oltraggio. Semplicemente abbiamo segnalato alla Soprintendenza e all'ufficio insegne del Comune di Firenze la situazione e ci è stato detto da entrambi che potevamo procedere all'asportazione.

Edison non pagava il tributo per l''insegna dal 2012 e dunque per il Comune l'insegna poteva essere rimossa, salvo che Feltrinelli non volesse continuare a pagare per mantenerla, ma per ovvi motivi non era nelle intenzioni del committente. L'architetto Vincenzo Vaccaro (direttore I Sezione) della Soprintendenza invece, ci ha spiegato che l'eliminazione dei neon è una volontà propria della Soprintendenza e dunque ci ha rivolto un invito ad eliminarla".

La Feltrinelli, che si appresta ad aprire i nuovi locali il 14 aprile interviene attraverso il portavoce aziendale: "Abbiamo lavorato in totale accordo con le istituzioni locali, pensate che nel caso dei locali realizzati in Stazione ci siamo resi disponibili anche a restaurare alcune opere presenti a nostre spese, come a nostre spese in questo caso abbiamo asportato il neon".Non una scelta del privato dunque come ipotizzato dall'opinione pubblica in un primo momento, ma una azione concertata e richiesta dalle istituzioni che hanno colto l'occasione del ponteggio per sbaraccare il vecchio neon, come accaduto per altre insegne sulla piazza.

Sopravvive sulla piazza il lungo e vistoso neon di una vecchia Pensione, diventato Hotel, ma in questo caso il problema è prettamente burocratico, se infatti venisse fatta domanda di cambiare il termine Pensione con Hotel probabilmente non vi sarebbe la concessione e dunque il neon resiste, anche se "errato".