Amazon apre al Made in Italy ma troppi i nodi ancora da sciogliere per gli artigiani toscani

Redazione Nove da Firenze

L’artigianato fiorentino sbarca on line, questo il proposito di Confartigianato e Comune di Firenze che hanno stretto accordi con Amazon, il colosso assoluto dell’ecommerce per aprire una sezione riservata alle collezioni italiane, una vetrina dedicata al Made in Italy . Ma l’incontro tra Artex, la società commerciale che farà da mediatrice e la platea di artigiani toscani chiamati ad aderire al “negozio” virtuale si è concluso con un po’ di scetticismo e molti dubbi ancora da chiarire.

L’ Handmade e Internet

Artigianato e Web, il binomio diventa vincente quando dietro c’è studio e costanza. Una solida reputazione on line può davvero far aumentare le vendite, in alcuni casi anche in modo esponenziale ma non è così semplice e nemmeno così immediato .

L’ esperienza di chi con l’online ha effettivamente impresso una svolta alla propria attività riferisce che la passione per ciò che si fa resta l’ingrediente indispensabile anche per vendere in rete, ma senza una strategia di comunicazione e marketing e una buona conoscenza della rete, Internet può anche fagocitare chi ci si affaccia da neofita.

L’accordo tra Amazon e il Comune di Firenze

Le botteghe fiorentine con i loro manufatti di pregio frutto di antiche tradizione e di mestiere restano una tappa importante per i turisti stranieri innamorati del brand Made in Italy, ma i tempi sono cambiati e il commercio anche . Il mondo compra su internet e compra di tutto, l’offerta è vasta e come conta quanto il cosa. Affacciarsi sul mercato globale è una sfida che o si decide di cogliere o si resta confinati nelle quattro mura della propria bottega in attesa che il turista con buona disponibilità economica bussi alla porta.

E’ con questi presupposti che il Comune di Firenze ha scelto di farsi “pioniere” e ha stretto un accordo con Amazon Italia per una vetrina virtuale dedicata ai prodotti d’eccellenza del Made in Italy a cui potranno accedere artigiani italiani e toscani . Il 5 ottobre a Palazzo Vecchio la presentazione ufficiale del portale alla presenza di Dario Nardella descritto come un ponte sul futuro, un’opportunità imperdibile e preziosa.

A sgravare gli artigiani toscani da ogni incombenza logistica e tecnica ci penserà Artex: società commerciale che si occuperà dei servizi fotografici, redazione testi, spedizioni e resi. Il tutto in cambio di un canone annuo di 350 euro (iva esclusa) per un massimo di 12 articoli l’anno.

I dubbi degli artigiani toscani

La forza di Amazon è nei numeri: 280 milioni di utenti circa. Ma questo basta a garanzia del successo? L’incontro del 2 dicembre nella sede di Confartigianato Firenze tra i potenziali nuovi aderenti (gli artigiani) al marketplace e Artex è finita in un fuoco di domande che ha lasciato molti dubbi in sospeso e ha un po’ gelato gli entusiasmi.

I piccoli imprenditori sono andati subito al sodo, e hanno preteso di capire seppur con una certa approssimazione cifre, costi e numero di vendite prima di iscrivere la loro azienda al progetto Amazon Made in Italy. E per molti la delusione è stata uscire senza esserne venuti a capo.

I capitoli più problematici

1- Ricarichi e percentuali degli intermediari di vendita

Fermo restando la quota annuale che ciascuna bottega dovrà pagare a Artex (380 euro più Iva) per ogni vendita che va in porto ci sarà una commissione da pagare ad Amazon del valore del 15% alla quale va ad aggiungersi la quota da corrispondere ad Artex (tra il 10 e il 15%) più i costi di spedizione, la gestione del magazzino e poi l’Iva. Dunque il prezzo finale risulterà con buona probabilità raddoppiato rispetto al listino del negozio.

2- Il prezzo minimo online sarà quello di Amazon

Amazon ha regole precise e insindacabili e non ammette mai oltre 3 errori da parte dei proprietari dei negozi, pena la squalifica a vita dal portale .Tra queste regole c’è il divieto assoluto di proporre lo stesso oggetto in un altro shop on line a prezzo inferiore di quello registrato sulla piattaforma Amazon per evitare una concorrenza sleale. Dunque gli artigiani toscani non potranno proporre i loro prodotti sulle loro personali e-shop a prezzo di negozio, cioè privo di ricarichi altrui . Ma qui sorge un nuovo problema: gli artigiani vendono spesso i loro prodotti nelle fiere di settore e tra i loro clienti come è ovvio ci sono i negozi e le boutique di tutta Italia che una volta acquistato il campionario possono legittimamente decidere dove rivenderlo e al prezzo che credono.

3- Tempi di fatturazione

Rispetto ai tempi di pagamento da parte del cliente finale al proprietario del negozio l’accredito arriva dopo 60 giorni dall’ acquisto : bisogna considerare la finestra temporale che Amazon mette in conto per un eventuale reso a cui vanno ad aggiungersi i tempi necessari perché Artex, che è il vero contraente, inoltri a sua volta la somma all’ artigiano.

4 - L’America chiude al settore Moda

La forza di Amazon sta nella vastissima platea di possibili clienti che riesce a raggiungere; si parla di oltre 280 milioni di utenti. Ma l’accordo in questione riguarda per il momento solo Amazon.it e Amazon.co.uk. Sembra che l’eccessivo numero di resi nel settore Moda e Accessori avrebbe portato l’America ad essere molto più cauta e selettiva verso queste categorie merceologiche. Ma non c’è Made in Italy senza la Moda.

5- La clientela è random

Per stessa ammissione dei responsabili di Artex durante questi due mesi il comportamento degli acquirenti è stato del tutto imprevedibile: gli utenti stranieri scelgono cosa comprare secondo criteri molto diversi dal mercato italiano. La clientela è quella abituale di Amazon che si affida all’e-commerce per l’acquisto veloce, competitivo, comodo. Insomma una platea potenzialmente enorme ma insondabile. In pratica sarebbe impossibile fare previsioni .

Questo però non consente una seria politica di marketing da parte di chi vende oggetti esclusivi e affidarsi al caso non è mai una mossa saggia nel commercio. Di qui lo scetticismo della maggioranza degli artigiani che pur vorrebbero non lasciare nulla di intentato e che il 2 dicembre sono usciti dalla sede di Confartigianato in Via Empoli incerti tra le possibilità che quello proposto dal team Artex-Amazon sia un investimento a perdere oppure l’occasione della vita. 

di Filomena D' Amico