A Firenze il nuovo Arcivescovo Gambelli

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 24 giugno 2024Monsignor Gherardo Gambelli questa mattina ha ricevuto l’investitura ad Arcivescovo Metropolita di Firenze.

"Sono contento di poter salutare don Gherardo Gambelli come nuovo arcivescovo della Chiesa di Firenze e della sua diocesi. In questo periodo di attesa del suo insediamento, insieme alla sorpresa del suo nome sono cresciuti entusiasmo e affetto verso di lui. Attraverso le testimonianze che a diverso titolo sono state rilasciate, è emersa la sua presenza su tanti scenari del territorio metropolitano e dei diversi contesti che lo caratterizzano. C'è un "prima" di don Gherardo, con una serie di incarichi pastorali da Santo Stefano in Pane a Rifredi, all'Immacolata a Montughi, solo per segnalarne alcuni" è il saluto del Sindaco Dario Nardella.

"C'è un durante che è la sua presenza missionaria in Ciad accanto a una significativa minoranza cristiana, foriera di una crescita - mi sembra - di sensibilità (anche sotto il profilo del dialogo interreligioso) e attenzioni che hanno caratterizzato l' "ora" del suo rientro qui tra noi, come parroco della Madonna della Tosse, nel servizio di assistenza spirituale in seminario e nel carcere di Sollicciano.

Il suo rivolgersi direttamente ai detenuti nel saluto nella cattedrale di Santa Maria del Fiore dopo l'annuncio della sua nomina ad arcivescovo mi ha particolarmente colpito. Non bisogna dimenticare che è uno studioso di Sacra Scrittura, la "fonte" per ogni cristiano, che accompagna tutte queste stagioni che ho provato in sintesi a descrivere. Vorrei sottolineare come Gambelli sia attento agli altri in un tempo in cui, ha osservato Silenzi, il breve periodo e la massimizzazione dell'utilità personale sembrano essere diventate le linee guida della vita di ogni individuo. Ebbene anche Gambelli può aiutarci a invertire la rotta. E' uno sforzo umano che può essere condiviso da tutti".

“Il 24 giugno è una data particolare per Firenze perché in questo giorno si celebra la festa di San Giovanni Battista, santo patrono del capoluogo della Toscana. Oggi, inoltre, vi è stato anche l’insediamento del nuovo vescovo. La Regione non poteva non essere vicina alla città di Firenze in una giornata così straordinaria” Queste le parole del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che questa mattina ha partecipato alle celebrazioni in Duomo della festa di San Giovanni, patrono di Firenze.

I festeggiamenti sono iniziati con la sfilata del Corteo degli Omaggi che per le vie del centro si è unito al Corteo storico della Repubblica Fiorentina. I figuranti in costume sono arrivati in piazza della Signoria per la consegna della Croce di San Giovanni e l’esibizione degli sbandieratori. Successivamente, in piazza Duomo, si è svolta l’Ostensione del Reliquiario e delle Croci di San Giovanni. In Santa Maria del Fiore, inoltre, c’è stata la messa solenne in onore del santo patrono.

Quest’anno il 24 giugno è stato tuttavia un giorno speciale anche perché è avvenuta l’ordinazione del nuovo vescovo di Firenze, Don Gherardo Gambelli, rispetto al quale il presidente Giani ha detto: “In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, non basta fare il bene, ma bisogna fare bene il bene, come lui stesso ha detto. Siamo certi che il nuovo vescovo di Firenze saprà svolgere nel migliore dei modi il suo compito. Quello che ha detto, ossia che la Chiesa fiorentina continuerà ad attingere a quelle radici di Umanesimo che, dopo la distruzione materiale e morale provocata dalla dittatura e dalla guerra mondiale, seppe rifiorire facendo della città un laboratorio di giustizia sociale e di pace, propugnando il dialogo tra le Nazioni, è il migliore degli auspici che oggi potevamo augurarci”.

Le Croci di San Giovanni, realizzate dalla Bottega Orafa Paolo Penko, sono state consegnate alle autorità fiorentine dalla Società di San Giovanni Battista. Si tratta di una tradizione recuperata nel 2004 dalla società di San Giovanni Battista che, ogni 24 giugno, nel corso di due distinte cerimonie in Palazzo Arcivescovile e in Palazzo Vecchio, omaggia l'arcivescovo e il sindaco di un'originale opera in argento, frutto della creatività e della maestria dell'orafo fiorentino Paolo Penko e dei figli Alessandro e Riccardo. Tre le croci realizzate ogni anno: una donata alla Società di San Giovanni Battista, una al Comune di Firenze e una all'Arcivescovado.

«L’opera – spiega Penko è stata plasmata con l’antica tecnica della fusione a cera persa, lavorata con l’antica tecnica del cesoro e impreziosita da due varietà di pietre. Unisce al valore intrinseco un’alta valenza simbolica, costituita da tre immagini iconiche capaci di riassumere le due anime della città: quella civica e quella religiosa. Due elementi rimangono costanti in ogni creazione: una base ottagonale che rappresenta l’attico e il coronamento piramidale del Battistero e il Giglio di Firenze impreziosito dallo stemma della Società di San Giovanni Battista.

Il Giglio è sormontato dalla croce, attributo di San Giovanni Battista: è proprio questo il dettaglio che si modifica di volta in volta, per tipologia, tecnica e materiali, prendendo ispirazione dalla lezione dei grandi artisti del passato che, cimentandosi con l’effigie del Battista, ne hanno arricchito l’immagine con infinite variazioni sul tema».

La Croce di quest’anno trae ispirazione da quella che San Giovanni impugna nel polittico “Madonna con Bambino e Santi” di Jacopo Di Cione detto Orcagna, datato 1383 e attualmente collocato nella Chiesa dei SS. Apostoli e Biagio. L’opera della Bottega Orafa Paolo Penko, plasmata in argento con l’antica tecnica della fusione a cera persa, è impreziosita dalla tecnica del cesoro e da nove castoni.

La forma stessa della croce è particolarmente ricca: l'incrocio dei bracci è decorato da elementi ogivali che formano un quadrilobo con sferette apicali, in accordo con i terminali trilobati dei bracci della croce e della base bilobata che si innesta sull'asta che la sostiene. Le pietre sono fedeli per colore e forma a quelle rappresentate nel dipinto: 5 ioliti di taglio carré e 4 granati di taglio ovale. Il colore rosso del granato è un chiaro riferimento alla Passione, mentre il colore blu è per la cristianità simbolo della trascendenza e della natura divina.