Intervista a Daniele Grechi, responsabile del sistema di monitoraggio della qualità dell'aria del Dipartimento di Firenze di ARPAT

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 gennaio 2004 16:59
Intervista a Daniele Grechi, responsabile del sistema di monitoraggio della qualità dell'aria del Dipartimento di Firenze di ARPAT

1. Le polveri sottili sono sul banco degli imputati come pericoloso inquinante. Può dirci con parole semplici cosa sono le polveri sottili?
Sono granellini di sostanze solide sospese in aria aventi dimensioni inferiori a 10 micron (un micron è pari a un millesimo di millimetro).
2. Da dove derivano queste polveri?
Da molteplici sorgenti sia naturali che antropiche. Esempi di sorgenti naturali sono le eruzioni vulcaniche, la risospensione e il trasporto da aree rurali dovuti all'azione del vento soprattutto in periodi di siccità, gli eventi di trasporto di sabbia da zone aride.

Esempi di sorgenti antropiche sono le combustioni sia in impianti termici (soprattutto in relazione all'uso di combustibili liquidi e solidi) sia in motori a scoppio, le emissioni da attività industriali (cementifici, attività estrattiva, inceneritori, etc..). Altre sorgenti legate al traffico sono costituite dall'usura di freni, frizioni, pneumatici e asfalto e dalla risospensione dal piano stradale dovuta al movimento di veicoli. Recentemente si è accertata la formazione di polveri fini anche per coagulazione in atmosfera di sali quali nitrato e solfato di ammonio (i cui precursori sono gli inquinanti gassosi ammoniaca, ossidi di azoto e biossido di zolfo).
3.

In che misura il traffico veicolare incide sulla produzione delle polveri?
Studi recenti sulle polveri raccolte in alcune stazione della rete di rilevamento di Firenze hanno consentito di stimare l'apporto medio del traffico nell'ordine del 40-50%.
4. Ci sono in particolare dei veicoli che contribuiscono alla diffusione delle polveri sottili?
I veicoli con motore diesel e quelli con motore a 2 tempi (c.d. motorini) sono caratterizzati dai più elevati fattori di emissione di polveri.

In pratica, sono quei veicoli che emettono le maggiori quantità di polveri dal tubo di scappamento per ogni chilometro percorso.
5. Ma le polveri sottili sono pericolose per la salute umana?
Molteplici studi epidemiologici evidenziano significativi effetti a carico della salute umana direttamente correlati a livelli atmosferici di polveri di dimensioni inferiori a 10 micron. Evidenze ancora maggiori sono state accertate per le polveri inferiori a 2,5 micron.
6. E' importante la quantità di polveri che circolano nell'aria o è anche importante la qualità della loro composizione?
Gli effetti sanitari sono documentati soprattutto in ambito urbano e ciò rende evidente che l'azione negativa delle polveri è ampiamente correlata alla composizione chimica.

Si tenga conto che le polveri di origine naturale, ricche di sostanze inorganiche largamente presenti nell'ambiente, presentano dimensioni superiori a 1-2 micron mentre quelle di origine antropica, nella maggior parte dei casi ricche si sostanze organiche dovute a non completa combustione, presentano dimensioni inferiori a 2,5 micron (ad esempio, lo spettro granulometrico delle emissioni diesel è centrato su 0,1 micron). In buona sostanza, quindi, il vero nemico sono le polveri finissime (inferiori ad 1 micron) che associano due caratteristiche negative: penetrano in profondità nel sistema respiratorio (arrivano direttamente nei polmoni) e contengono composti altamente pericolosi (cancerogeni).
7.

Per monitorare le polveri sottili viene fatto tutto il possibile?
La logica conseguenza della considerazione precedente è che si dovrebbero monitorare le polveri inferiori ad 1 micron o si dovrebbero determinare i composti più tossici. Per le notevoli difficoltà tecniche del rilevamento di questi inquinanti, attualmente si effettua il rilevamento intensivo spazio-temporale del parametro PM10 ovvero delle polveri inferiori a 10 micron, attraverso le numerose centraline automatiche, così come prescritto dalla normativa europea.

Nella consapevolezza che il PM10 è un indicatore eccessivamente grossolano rispetto a quanto verremmo misurare (ovvero solo la parte "cattiva" delle polveri), non ci accontentiamo di applicare con rigore e integralmente le prescrizioni normative ma abbiamo avviato la misura del PM2.5, eseguiamo il rilevamento sistematico di benzo(a)pirene (uno dei composti cancerogeni contenuti nelle polveri) e coordineremo uno studio finanziato dalla Regione Toscana proprio per acquisire maggiori conoscenze sullo stato dell'ambiente rispetto alla composizione e all'origine delle polveri aerodisperse.

Peraltro, in tale studio saranno coinvolti i più prestigiosi Istituti Universitari di Firenze che hanno esperienze specifiche sulla materia.
8. Che efficacia hanno provvedimenti sul traffico come le targhe alterne o i blocchi dei veicoli non catalizzati?
L'efficacia dei provvedimenti sul traffico è proporzionale alla riduzione effettiva di veicoli in circolazione. Sappiamo bene che la riduzione di traffico ottenuta è nell'ordine di pochi punti percentuali (solo per alcune ore del giorno e solo in alcuni giorni della settimana) e gli effetti immediati risultano abbastanza limitati.

Tuttavia, la logica dei provvedimenti mirati al rinnovo del parco circolante (attraverso un mix di divieti e di incentivi) risiede nella constatazione del minore impatto ambientale determinato dai veicoli di nuova tecnologia rispetto a quelli obsoleti. I benefici sul piano dei livelli di inquinamento ambientale andranno verificati nel medio periodo (alcuni anni). Certamente sono attese significative riduzioni sia del PM10 e di altri inquinanti da traffico ma soprattutto è attesa la riduzione dei componenti più nocivi delle polveri (la frazione più fine e il contenuto di composti cancerogeni).
9.Se avesse una bacchetta magica, quali provvedimenti adotterebbe per ridurre le polveri sottili presenti nell'aria di una città?
Ricordo che negli anni '50 era frequente vedere nei negozi (nelle botteghe, come si chiamavano allora) un cartello rosso con la scritta "VIETATO SPUTARE IN TERRA".

Negli anni '70 e '80 cominciarono ad apparire in molti ambienti i cartelli "VIETATO FUMARE". Credo che oggi, anche in assenza di cartelli, a nessuno verrebbe a mente di sputare in terra e di fumare sul bus o al cinema. Confido che fra un po' di anni, senza bisogno di cartelli, a nessuno verrà a mente di andare "in centro" con un veicolo che "fuma". Userei la bacchetta magica per accelerare la crescita culturale e realizzare le necessarie infrastrutture alternative.

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