Rigassificatore di Livorno: dalla Regione nessuno stop

Ieri il blitz di Goletta Verde all'Olt

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 agosto 2015 18:28
Rigassificatore di Livorno: dalla Regione nessuno stop

FIRENZE- Nessuno stop da parte della Regione Toscana al rigassificatore Olt della costa di Livorno. La giunta, attraverso una sua delibera, ha solo trasmesso al Ministero dell'Ambiente il parere elaborato dal Nucelo regionale di valutazione in relazione ad alcune richieste di modifica giunte da Olt Offshore. E' questo il senso della precisazione della giunta regionale in relazione alle notizie apparse sulla stampa di un 'blocco' all'attività del rigassificatore. In realtà non vi è stata alcuna pronuncia regionale sull'attuale attività del rigassificatore, che è in funzione al largo della costa livornese dal dicembre del 2013. L'atto della giunta regionale contiene invece un parere in relazione ad alcune modifiche richieste nel maggio scorso dalla società Olt Offshore, parere che la Regione ha girato al Ministero dell'ambiente cui spetta la decisione finale. Le modifiche richieste sono, in sintesi, finalizzate a poter far attraccare sulla piattaforma navi metaniere di capacità più alta (fino a 180.000 metri cubi invece dei 155.000 attuali), ad aumentare il delta termico dell'acqua necessaria alla rigassificazione (cioè la differenza di temperatura tra l'acqua in entrata e quella in uscita per il processo di rigassificazione); a una modifica del valore limite previsto per il cloro allo scarico. Nella relazione trasmessa al ministero, il nucleo regionale di valutazione (di cui fanno parte dirigenti del settore ambientale della Regione e di Arpat) esprime il suo circostanziato parere su ciascuno di questi punti.

Sul primo (l'aumento di dimensione delle navi metaniere) si evidenzia l'opportunità di verificare, mediante monitoraggio in atmosfera, le concentrazioni degli inquinanti derivanti dalle attività a servizio del terminale di rigassificazione sulle località costiere poste nel territorio del Comune di Pisa. Rispetto al secondo punto (superamento del delta termico da 4,6 a 6°) il nucleo regionale di valutazione sottolinea come "le variazioni rispetto al delta termico autorizzato producano effetti estremamente circoscritti ad un'area prossima allo scarico e quindi sembrerebbero estremamente limitati se non nulli". Sul terzo punto, fermo restando che il valore richiesto corrisponde al limite di legge fissato dal D.Lgs.152/06, si ritiene comunque opportuno acquisire una valutazione degli effetti di tale variazione sull'ambiente marino.

Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente a tutela del mare e delle coste italiane, proprio ieri è arrivata in Toscana. E in occasione della prima tappa in regione, gli attivisti dell’associazione hanno effettuato un passaggio nei pressi dell’impianto off shore per la rigassificazione del gas naturale liquefatto al largo della costa tra Livorno e Pisa, esponendo lo striscione “E io Pago..” . Il Terminale “FSRU Toscana” infatti è la piena dimostrazione che non solo le fonti fossili non sono più strategiche per la questione energetica italiana ma anche come dal punto di vista economico queste non stiano più in piedi. “La storia del rigassificatore OLT è esemplare della fallimentare storia italiana di progetti privati nel campo delle infrastrutture, senza valutazioni serie e controlli.

Questo impianto – spiega Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana - ha visto lievitare i propri costi di costruzione di oltre 500 milioni di euro, mettendo in evidenza tutte le criticità di un progetto sbagliato. Sono le bollette degli italiani a pagare oggi i costi di questo intervento, dopo che è stato riconosciuto come infrastruttura strategica e, come tale, avente diritto a una garanzia sui mancati ricavi. Il meccanismo di legge prevede di beneficiare di una copertura fino a un massimo del 64% dei costi riconosciuti in caso di completo inutilizzo dell'impianto.

L'onere in bolletta viene stimato tra i 70 e i 90 milioni di euro all'anno. Oggi, anche in Toscana, dovremmo concentrarci sulle rinnovabili, sull'efficienza, sugli investimenti nell'innovazione, sulle smartgrid e, più in generale, su un sistema energetico basato su piccoli impianti distribuiti sui territori in grado di produrre quell’energia di cui la comunità locale ha davvero bisogno”. Una scelta indispensabile, potremmo dire ovvia, per fermare i cambiamenti climatici è quella di eliminare tutti i sussidi per le fonti fossili (si stimano 1.900 miliardi di dollari, nel 2011, i sussidi per le fonti fossili a livello mondiale).

Perché la combustione delle fonti fossili è la causa principale dei cambiamenti del clima ed è semplicemente assurdo che beneficino di sussidi l’estrazione e il consumo di petrolio, carbone, gas quando oggi le fonti rinnovabili sono una concreta e sempre più conveniente alternativa. “E’ paradossale chiedere ai cittadini di sostenere e garantire un progetto fallimentare, – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde - così com’è dannoso continuare a sostenere le fonti fossili attraverso sussidi diretti o indiretti per salvare aziende che continuano a proporre nei nostri territori progetti e infrastrutture antiquate.

Non solo per ragioni di inquinamento ambientale locale, ma anche perché queste rappresentano una battaglia persa in partenza. Due le richieste al Governo: da una parte cambiare queste politiche scellerate, fermando tutti i sussidi alle fonti fossili e spostando tali risorse sui piccoli impianti da fonti rinnovabili, dall’altra cessare di emanare decreti che di fatto bloccano il futuro dell’Italia e la sua strada verso un futuro 100% rinnovabile.

Come dimostra l’ultimo decreto “anti-rinnovabili” del Governo Renzi, che rischia di bloccare un settore che in questi anni ha generato occupazione, benefici per ambiente e salute e che, non ultimo, ci ha resi più indipendenti dai produttori di energia da fonti fossili. Dall’altra di attuare politiche di contrasto e mitigazione ai cambiamenti climatici, dove le fonti fossili hanno giocato e continuano a giocare un ruolo determinante, anche in vista della COP21 di Parigi del prossimo dicembre”.

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