​Mobilità a Firenze, attraversarla, o aggirarla? Ecco cosa facciamo ogni giorno

In alcuni casi conviene pagare il pedaggio autostradale, in altri salire e scendere dall'autobus per prendere poi il treno regionale. Starebbero meglio i pedoni, se non rischiassero di essere investiti

Antonio
Antonio Lenoci
20 novembre 2017 15:49
​Mobilità a Firenze, attraversarla, o aggirarla? Ecco cosa facciamo ogni giorno

Ogni giorno un cittadino si sveglia e... deve studiare il suo itinerario. Garantire la libertà di circolare sul territorio, usando le infrastrutture realizzate, seguendo le direttrici predisposte ed usufruendo dei mezzi a disposizione: questo l'obiettivo della Mobilità.

Oggi la tecnologia suggerisce agli utenti i percorsi più 'convenienti' in termini di spazio, tempo e peso economico. Molti usano i navigatori per decidere quale strada seguire, altri si affidano allo smartphone dove sono state scaricate Applicazioni create ad hoc, comprensive di segnalazione cantieri stradali ed autovelox.

Nove da Firenze ha messo sotto la lente digitale un giorno qualunque, nella fattispecie un lunedì, ed abbiamo interrogato Google per conoscere i suggerimenti forniti in tempo reale per collegare punti della città di Firenze tra loro più o meno distanti. La tecnologia digitale fornisce una media dei transiti rilevati attraverso gli utenti che si muovono lungo le direttrici cittadine: in verde i tratti scorrevoli, in giallo quelli congestionati, in rosso i blocchi del traffico dovuti alle code.

Nove da Firenze ha provato ad andare da Est ad Ovest, da Nord a Sud durante varie fasce orarie e con varie tipologie di mezzi privati e pubblici: ecco cosa è successo.

Gli automobilisti sono i più avvantaggiati dal mezzo in uso, ma sono i più soggetti alle condizioni del traffico, ed i tempi di percorrenza non tengono conto del fattore parcheggio che può arrivare ad incidere sul viaggio ed aumentarne i tempi del 50%. Le vetture private attraversano Firenze lungo l'asse viario caratterizzato dai viali di circonvallazione, meno usate le vie collinari ad eccezione della via Bolognese che fa da jolly tra Le Cure e Careggi. Sul versante opposto e per migliorare i tempi di percorrenza, l'invito è spesso quello di utilizzare preferibilmente l'Autostrada tra Ponte a Ema e Impruneta, Scandicci, Firenze Nord, o Calenzano-Sesto e viceversa.

A seconda che si tratti del mattino, di mezzogiorno o la sera, l'uscita consigliata cambia; per raggiungere un punto di Firenze Nord-Ovest ad esempio è possibile uscire a Scandicci e prendere il Viadotto all'Indiano oppure uscire a Firenze Nord e rientrare sulla Firenze - Mare o addirittura Calenzano sfruttando in questo l'opportunità di avere strada libera ed allungare il percorso senza gravare sui tempi. Una opzione quella dell'A1 su cui pesa la variabile economica "Soluzione con pagamento di pedaggio".

L'A1 Milano – Napoli corrisponde ad un arco di circonferenza intersecato da Firenze-Pisa Nord, Firenze-Pisa-Livorno, Firenze-Siena e il raccordo Firenze Sud - Varlungo. La Società Autostrade nella prima metà degli anni '80 progetta di migliorare la viabilità e presenta un piano per 22 km + 18 km che interesserà i Comuni di Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Firenze, Scandicci, Impruneta e Bagno a Ripoli per circa 30 anni.

Progettato e messo in realizzazione tra il 1999 ed il 2003 l'intervento consiste nell'ampliamento dell'infrastruttura da due a tre corsie per senso di marcia nel tratto compreso fra gli svincoli di Firenze Nord e Firenze Sud, realizzando una nuova carreggiata in direzione sud a tre corsie, tra Certosa e Firenze Sud e riqualificando le due carreggiate esistenti con apertura al traffico di entrambe in direzione nord. La nuova Autostrada apre al traffico nell'agosto 2011. Negli anni seguenti l'opera prosegue e si arriverà a realizzare nuove Gallerie ed ad aggirare il temuto abitato del Galluzzo.

Oggi nella scelta dell'A1 la differenza di tempo a volte tocca e supera i 10 minuti tra l'uso dei viali cittadini e la rete autostradale, con l'aggravante di problematiche riscontrate al momento di salire o scendere dalle rampe sulle strade di raccordo che spesso risentono degli incolonnamenti. Ad esempio nell'uscita a Firenze Sud o nell'ingresso da Ponte a Ema e sul raccordo di Scandicci dove il sistema di afflusso e deflusso risulta particolarmente intricato con un problema di fluidità che si ripercuote sulle corsie di emergenza, intasate da chi intende uscire ma resta incolonnato.

L'incognita sull'Arno. Il viadotto dell'Indiano sembra essere una buona alternativa, consente di scavalcare il fiume ed unire Nord-Ovest e Sud-Ovest e lasciare e prendere la A1 a metà cintura fiorentina, ma sono molte le volte che durante la giornata il tratto sull'Arno non viene considerato dal sistema.

Per chi usa il mezzo pubblico il problema più grande sono le frequenze, è poi la coincidenza l'ostacolo più grande poiché le stesse condizioni di viaggio, salite discesa e salita su nuova Linea, si ripetono anche a cadenza di 30 o 45 minuti. L'attraversamento della città si completa spesso, anche toccando i vertici estremi da Est ad Ovest nei 90 minuti garantiti dal tagliando di viaggio, ovvero una corsa.

Dove possibile il sistema consiglia l'uso della Tramvia, un esempio è il tragitto Viale Ojetti - Via di Soffiano, circa 50 minuti, che prevede l'uso delle Linee 11 - 17 - Tramvia Linea 1 e 10 minuti a piedi tra la Fermata Arcipressi e via di Soffiano. Impiegherebbe invece 70 minuti l'opzione 11 - 17 e Linea 6 con 8 minuti a piedi tra via di Scandicci e Soffiano. Lo stesso troviamo tra Coverciano e Canova in 50 minuti con l'uso della Linea 6 - T1 - e Linea 5. Dove non c'è la Tramvia, ad esempio tra piazza Francia e viale Guidoni l'intero tragitto è coperto dalla Linea 23 che impiega oltre 60 minuti per il collegamento. Tra Fiesole ed il Galluzzo l'itinerario può essere coperto in circa un'ora attraverso le Linee 7 - 17 e 131 Busitalia per Poggibonsi, occorrerebbero 20 minuti in più utilizzando esclusivamente 7 e 11.

Interessanti le opzioni, diverse durante la giornata, che propongono di integrare il bus al treno, sfruttando Santa Maria Novella come zona di scambio. Particolarmente suggestivo il tragitto Girone - Castello, che da via Aretina consiglia la Linea 14 non fino a Careggi ma fino a Santa Maria Novella dove il passeggero può prendere un Treno Regionale per Rifredi, o Castello.

Per i pedoni l'asse più generoso corre lungo l'Arno, da via Villamagna all'Argingrosso e viceversa per circa 90 minuti di attraversamento. Per la penetrazione del centro storico sembra essere privilegiato il tratto Piazza Libertà - Porta Romana passando per San Gallo - San Lorenzo - Duomo - Ponte Vecchio - Palazzo Pitti, in pratica quasi un tour turistico che trova nel più vecchio e caratteristico ponte fiorentino il guado migliore. Da notare che si tratta in pratica della via consolare Cassia di romana memoria, che dopo due mila anni ottiene la consacrazione di internet. Più problemi sembrano esserci sulle altre direzioni dove l'itinerario appare frastagliato, seguendo la topografia, e con tempi di percorrenza maggiori fino a superare le due ore e trenta tra Peretola e Gavinana.

Contro i pedoni ci sono le statistiche sugli incidenti stradali: attraversare Firenze è abbastanza facile, in termini di tempi, ma gli investimenti sulle strisce pedonali non accennano a diminuire e spesso sono le zebre senza controllo semaforico a creare problemi poiché l'arresto del mezzo è affidato al solo rispetto del pedone da parte degli altri utenti della strada.

Per i ciclisti occorre spostarsi su ViaMichelin.it e qui troviamo qualcosa di interessante; il tragitto consigliato passa spesso per i viali, lì dove nel corso degli anni le Amministrazioni hanno concentrato la realizzazione dell'asfalto rosso. Il Poggi sarebbe dunque oggi il miglior amico dei ciclisti fiorentini. Alcuni esempi: per coprire il percorso via di Villamagna - Argingrosso, circa 9 km, servono 40 minuti lungo l'Arno.

Il percorso inverso misura 1,5 km in più ed occorrono 50 minuti a causa della viabilità in Oltrarno. Da piazza Francia a Peretola sono 11 km e servono 50 minuti passando per il centro storico e poi costeggiando il Mugnone. Tra le opzioni c'è anche l'uso dei viali che allunga il tragitto di un km ma è più veloce, oppure la via Bolognese, 15 km in 60 minuti, ma occhio al dislivello.Da Scandicci a piazza delle Cure sono 6 km, anche in questo caso bastano 30 minuti utilizzando l'itinerario dei viali di circonvallazione.

Il ciclista deve essere bravo nell'individuare altre traiettorie, ovvero i percorsi che, abbandonata la direttrice dei viali, si inseriscono nella viabilità ordinaria evitando di entrare contromano in quelle strade che sono di uscita dalla città e regolando la propria andatura con il flusso automobilistico mano a mano che si allontana dal centro storico dove le biciclette condividono la carreggiata con le auto e rischiano di diventare un ostacolo per la viabilità. 

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