Festività natalizie: il turismo non fa scintille

Dati stabili per il settore turismo. Obiettivo confermare i dati del 2017. Firenze la destinazione toscana più ambita dagli amanti dell’arte. Ottimismo ad Arezzo. Per il pranzo del 25 dicembre menù tutto compreso a 45 euro, 65 per il cenone di San Silvestro. Il panettone consolida il primato sul pandoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 dicembre 2018 19:36
Festività natalizie: il turismo non fa scintille

Nel mese di dicembre il comparto turistico ha confermato il trend discontinuo che ha caratterizzato tutto il 2018. Per le prossime festività natalizie è prevista una battuta di arresto del settore turistico, che potrebbe comunque raggiungere gli stessi livelli dello scorso anno. Questo il quadro che emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per Confesercenti Toscana.

Dopo un anno di crescita a fasi alterne, l’industria turistica chiuderà l’ultimo periodo con un trend di stabilità. – afferma Nico Gronchi Presidente Confesercenti Toscana Il 25% del movimento si registrerà nei giorni di Natale; mentre il restante 75% si distribuirà tra Capodanno e l’Epifania, con una forte presenza di italiani (57%) a fronte di un 43% degli stranieri”.

I pernottamenti nelle strutture ricettive regionali risultano in linea con i dati dello scorso anno; per tutto il periodo delle festività, si attendono circa 550 mila arrivi e 1,5 milioni di presenze (con una concentrazione di 1,1 milioni tra Capodanno e l’Epifania). Come per tutto il 2018 non tutte le destinazioni hanno registrato gli stessi livelli di crescita; previsioni positivi per le città d’arte (+0,1%) e per le terme (+1,1%), valori che potrebbero ulteriormente migliorare con le prenotazioni last minute.

Leggera crescita, anche, per le location costiere (+0,6%), mentre leggera flessione per area collinare (-2,1%) e montagna (-4,3%). Le stime migliori sono per il comparto alberghiero (+1,2%), con l’extralberghiero che si attesta intorno al +0,9%; ad incidere su questo risultato è la componente straniera con un +1,4%.

Nonostante le difficoltà oggettive registrate nel corso della stagione estiva, il 2018 si chiude con segnali di ulteriore crescita delle presenze e di un consolidamento dei fatturati per le imprese del comparto turistico (+0,3%). – conclude GronchiIl settore sembra avviarsi a chiudere l’anno con oltre 47 milioni di pernottamenti, pari al +1,2% rispetto al 2017. I dati del turismo, nella nostra Regione, sono in linea con il contesto nazionale; rispecchiano un clima generale di incertezza dovuta al contesto economico che stiamo attraversando”.

Lo stato del turismo aretino

"La stima che possiamo fare a oggi, per il 2018, è di 400.000 presenze e dunque registriamo un vero e proprio record -dichiara l'assessore al turismo del comune di Arezzo, Marcello Comanducci- Nel 2018, per la prima volta, Arezzo ha retto anche in un periodo tradizionalmente difficile come novembre, è esplosa letteralmente a dicembre e reggerà fino a dopo Natale. Il turismo ha una crescita costante per tutti i 12 mesi. Infatti, rispetto al 2014 abbiamo un più 45% di pernottamenti e una crescita importante di tutto il comparto compreso quello culturale che ha registrato ingressi record ai musei statali e alle mostre comunali.

Dunque, stiamo parlando di un turismo che si ferma in città, che visita i suoi tesori e dorme nelle sue strutture. Su questa base, la Fondazione InTour, finalmente libera dagli adempimenti burocratici, potrà operare anche grazie al supporto di professionisti, operativi dal primo gennaio. La fondazione mostra dunque tutta la sua appetibilità, anche per i privati, il clima è positivo e siamo arrivati, a pochi mesi dalla costituzione, a contare già 32 soci: 3 in partecipazione, 25 sostenitori e 5 istituzioni, ovvero i Comuni di Capolona, Subbiano, Bibbiena, Caprese Michelangelo, Montevarchi.

Tutto è pronto per un 2019 che, sono certo, farà registrare una crescita ulteriore".

“Turismo: numeri importanti. E ottimismo sul loro ulteriore incremento”

Più toscani andranno quest’anno al ristorante per Natale e Capodanno (oltre 355 mila, il 9,5% rispetto al 9,4 dello scorso anno), a fronte di un costo medio di pranzo e cenone delle feste leggermente ridotto rispetto al 2017. È quanto prevede Fipe-Confcommercio Toscana. Se infatti nel 2017 il prezzo medio del pranzo di Natale a menù tutto compreso era di 50 euro, quest’anno si scende a 45 euro di media, con proposte a prezzi più contenuti intorno a 30/35 euro.

Sulla tavola continuerà a trionfare la tradizione: tra le pietanze che saranno servite non mancheranno i classici tortellini in brodo, il cappone, il carré di maiale e gli arrosti aromatizzati all’arancia, per finire con i classici dolci natalizi, da panettone a panforte e ricciarelli, integrati con qualche concessione alle sfiziosità a base di crema e cioccolato. Per il cenone di San Silvestro il prezzo medio del menù tutto compreso sale a 65 euro, ma del resto sale anche il numero delle portate, che includono sempre pesce, bollicine e qualche concessione in più alle stravaganze culinarie.

In generale, si va da un minimo di 60 euro a punte di 90 euro ed oltre.

Per la tavola di Natale i fiorentini spenderanno 90 euro a testa (di cui il 42% in prodotti artigianali) si preferiranno i prodotti locali e la cucina casalinga. Tra i dolci tipici, il panettone consolida il primato sul pandoro: il 64% delle persone lo preferisce, aumentando addirittura il gap rispetto allo scorso anno (58%), e sarà il tradizionale, con i canditi, il protagonista sulle tavole dei fiorentini. Un ritorno alla tradizione e ai prodotti artigianali segnato anche dall’aumento al 20% sul totale delle produzioni, delle varianti con decorazioni artigianali, che vanno dalle stelle di zucchero fino ad interi presepi.

E’ quanto emerso da un sondaggio fatto da Confartigianato Imprese Firenze sul territorio provinciale. Per le feste si preferisce stare in casa, in famiglia, e nel carrello della spesa si metteranno prodotti tipici. E la scelta è varia, anche perché la Toscana è la seconda regione d’Italia, dopo la Campania, per prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, censiti dal Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali: 461 prodotti. Un indagine del centro studi Confartigianato rileva anche che a Firenze il 58,9% degli addetti nel settore dell’alimentazione lavorano in imprese a vocazione artigianale.

“Il ritorno sulle tavole dei prodotti artigianali è un segnale importante che valorizza il nostro settore - dichiara Federico Conti, presidente di Confartigianato Alimentazione Firenze -. Un panettone artigianale nasce dalla cura del lievito madre e dopo l’attesa di tre lievitazioni, il prezzo è ovviamente diverso rispetto a quello industriale, ma i fiorentini premiano la qualità. “

Le prenotazioni in Toscana stanno andando piuttosto bene, in controtendenza rispetto al dato nazionale, che le vede invece un po’ in affanno rispetto al 2017”, dice il presidente della Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che per l’organizzazione dei pubblici esercizi ricopre a livello nazionale il ruolo di vicepresidente vicario, “ad una settimana dal Natale il 40% dei locali registra un andamento migliore rispetto allo scorso anno, il 60% uguale e solo il 10% parla di una flessione, ma conta di recuperare con il last minute.

L’impressione, insomma, è che il clima di incertezza che si respira spinga le famiglie ad atteggiamenti più cauti. Ma la voglia di festeggiare resta forte e il ristorante si dimostrerà anche per le feste la ‘casa fuori casa’ degli italiani”. I vantaggi di consumare i pasti delle feste al ristorante, in effetti, sono molti: “servizio completo, spazi più capienti per accogliere famiglie numerose e poi la comodità di non dover mettere a soqquadro casa per ospitare parenti e amici”.

Così, per assecondare una tendenza che negli ultimi anni si sta consolidando, oltre il 60% dei locali toscani resterà aperto anche il giorno di Natale, l’80% a San Silvestro. Chi preferisce le atmosfere più intime della casa ha dalla sua il contenimento della spesa: potrà organizzare un buon pranzo natalizio già con 20 euro a commensale, che arrivano a 25/30 per il cenone di fine anno con qualche specialità di pesce. “I nostri locali sono pronti ad accogliere al meglio toscani e turisti”, sottolinea il presidente Cursano, “non solo con mise en place delle grandi occasioni e piatti di grande qualità, a base di prodotti selezionati del territorio, ma anche con proposte che vengono incontro alle esigenze più disparate: se infatti il 54% dei ristoratori punterà sul menù tutto compreso, gli altri offriranno ai propri clienti la possibilità di scegliere sempre liberamente dalla carta, che per l’occasione sarà integrata con alcune specialità.

Poi molti daranno la possibilità di avere menù ridotti, nelle portate e nel prezzo, per i bambini”.

Foto gallery
In evidenza