Concerto a tre voci alla galleria Donatello

Umberto Muti, Sergio Rinaldelli e Franco Rosselli nello spazio espositivo dello storico Gruppo Donatello.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
29 febbraio 2016 00:23
Concerto a tre voci alla galleria Donatello

Dal 1948 il Gruppo Donatello organizza eventi espositivi che hanno consentito nel corso degli anni di poter conoscere lo status dell'arte fiorentina, l'ampia e varia fenomenologia dell'arte contemporanea della nostra città. In questa linea si colloca anche la più recente iniziativa del Gruppo che è la mostra “Concerto a tre voci”, dedicata alle opere di Umberto Muti, Sergio Rinaldelli e Franco Rosselli. L'esposizione si pone come una collettiva, ma è, in realtà, una riuscita armonizzazione di tre artisti che si possono in qualche modo accumunare per una sorta di ricerca astratta e per la peculiare personalità espressiva di ognuno dei tre. Sono artisti riconoscibili: ciascuno di loro ha un tratto inconfondibile e personale.

Franco Rosselli s'inserisce da protagonista, in quella ricerca astratta della pittura fiorentina del Dopoguerra, una ricerca di grandissima qualità a dispetto di un insufficiente riconoscimento storico- critico. Rosselli, dopo un esordio “neo-realista” con esiti espressionisti e sociali, nella tradizione di Rosai e Viani, ha intrapreso un coerente percorso astratto che gli ha permesso di narrare storie sempre nuove. L'artista, esponente storico dell'astrattismo fiorentino, non si è cristallizzato nei risultati acquisiti e consolidati, ma ha articolato la sua narrazione in un flusso cromatico sempre nuovo e in una dialettica tra forme dinamiche e statiche, che sembra essere in continua e felice espansione.

Umberto Muti presenta sculture lignee bidimensionali che hanno il fascino di antichi idoli e, al contempo, suggeriscono l'idea di una materia compressa, pronta a trasformarsi in energia. La ricerca di Muti, particolarmente attenta a un'analisi accurata della forma, si caratterizza con l'inserimento di elementi antropomorfi che hanno il sapore di una magia arcaica che attualizza il valore dell'antica arte della scultura in legno. 

L'astrazione di Sergio Rinaldelli, artista di vasta cultura letteraria, presenta una serie di opere che s'impongono come una ricerca della forma all'insegna del colore. un colore che costruisce la struttura dei dipinti, dove gli elementi “naturalistici” diventano astratti.

Attingendo forse a un certo simbolismo metafisico e surreale, l'artista evidenzia nella sua opera una sorta di pathos nostalgico, la memoria forse di una ricerca introspettiva. Gli oggetti perdono la loro consistenza materica, gli alberi assumono forme nodose, quasi liberty, in un accurato studio sul colore che rende una luce straordinaria protagonista di un'affascinante pittura.

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