Voto a sedici anni, la Toscana è pronta. L'astensionismo è dei vecchi?

Via libera in Toscana al voto ai sedicenni, possibile antidoto al distacco di molti dalla politica. La possibilità riguarderà i comuni con meno di 250 mila abitanti che vorranno sperimentare nuove forme di decentramento non amministrativo ma partecipativo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 maggio 2012 14:43
Voto a sedici anni, la Toscana è pronta. L'astensionismo è dei vecchi?

FIRENZE – Via libera in Toscana al voto ai sedicenni, possibile antidoto al distacco di molti dalla politica. La possibilità riguarderà i comuni con meno di 250 mila abitanti che vorranno sperimentare nuove forme di decentramento non amministrativo ma partecipativo. La giunta regionale ha approvato ieri la proposta di legge, che ora sarà inviata in Consiglio regionale. Interessati sono soprattutto i Comuni capoluogo della Toscana, ma non solo: anche città più piccole e dove prima non c’erano consigli di quartiere potranno farsi avanti.

“Non è un obbligo, sia chiaro – spiega l’assessore alla partecipazione e al rapporto con gli enti locali, Riccardo Nencini – Saranno i Comuni a decidere autonomamente se percorrere o meno questa strada. Né con questa proposta si vogliono ricalcare e ricreare le abolite circoscrizioni comunali. E’ un progetto innovativo. Ma si tratta di un’occasione importante per educare e far partecipare i cittadini alle scelte che li riguardano direttamente, in modo continuativo e a partire dai più giovani.

E’ un’opportunità per coltivare ed accrescere il senso civico di molti cittadini n un momento anche in cui gli elettori chiedono più partecipazione alla vita pubblica e nuove forme di partecipazione. E’ un possibile antidoto all’antipolitica e all’astensionismo che è cresciuto e che continua a crescere”. Dopo che la finanziaria nazionale del 2010 aveva abolito i consigli di quartiere in tutti i Comuni tranne quelli con più di 250 mila abitanti (in Toscana sono sopravvissuti solo a Firenze), molte amministrazioni hanno iniziato a sperimentare nuove formule o strutture per garantire ed innovare le proprie esperienze di decentramento: non più amministrativo, vietato per legge, ma partecipativo.

La Regione Tosana, che per prima in Italia nel 2007 ha approvato una legge sulla partecipazione dei cittadini alla vita e le decisioni delle istituzioni, ha deciso così di finanziare e sostenere le esperienze più interessanti. “I contributi – precisa Nencini – riguarderanno solo i Comuni che per le elezioni di nuovi organismi avranno previsto il diritto di voto (attivo e passivo ndr) per i sedicenni”. Le forme e gli organismi scelti dovranno coinvolgere i cittadini nelle scelte amministrative che riguardano specificatamente quelle parti di territorio comunale in cui vivono: in particolare su temi ambientali, governo del territorio e servizi pubblici. La proposta di legge prevede che i contributi siano erogati attraverso un bando annuale e per il primo anno potranno essere finanziati anche programmi già avviati.

La Regione coprirà parte dei costi, i Comuni aggiungeranno il resto e le spese dovranno essere naturalmente rendicontate. La proposta di legge prevede al momento uno stanziamento per il 2012 di 150 mila euro per tutta la Toscana. Altrove in Europa Del voto ai giovani si parla da tempo e nel resto d’Europa gli esempi non mancano. L’Austria è stata la prima, nel 2007, a far votare i sedicenni anche per le elezioni nazionali. In alcune regioni tedesche, limitatamente alle elezioni regionali, lo si poteva fare già da una decina di anni prima: l’ultimo caso riguarda il parlamento della città-stato di Brema “Demagogia allo stato puro, l’ennesima legge-manifesto priva di conseguenze positive, se non per coloro che ne trarranno benefici in termini elettorali. Non è creando organismi non riconosciuti dall’ordinamento istituzionale, e sovvenzionati dai soldi pubblici, che si riavvicinano i cittadini alla politica.

Ad ognuno le sue competenze”. Così il consigliere regionale del PdL Tommaso Villa e il coordinatore della Giovane Italia Firenze Niccolò Macallè bollano la proposta di legge sul decentramento partecipativo approvata ieri dalla Giunta regionale. Proposta che prevede, per i comuni con meno di 250 mila abitanti, la possibilità – nelle parole del promotore, l’assessore Riccardo Nencini – di “ricalcare e ricreare le abolite circoscrizioni comunali”, vincolando il finanziamento regionale all’estensione dell’elettorato attivo e passivo ai sedicenni. “Il Governo taglia per ridurre i costi e la Regione pensa bene di sostituire gli enti aboliti con altri, non riconosciuti ma certo non a costo zero, incentivando i Comuni a concedere il diritto di voto ai sedicenni, pena il mancato accesso ai contributi regionali: 150mila euro per il solo 2012.

Dopo la legge sulla partecipazione – vanto e scorno della Giunta Rossi, come insegna il caso del pirogassificatore in provincia di Pisa – ecco un altro colpo di genio del governo regionale. Altro che democrazia partecipative: l’unico primato che ha nel confondere le idee”, concludono Villa e Macallè. Queste le dichiarazioni del consigliere del PdL, Francesco Torselli: "Sono pienamente favorevole alla proposta avanzata dalla Regione Toscana di abbassare a 16 anni il diritto di elettorato attivo e passivo per il voto amministrativo, ma da solo questo provvedimento non è sufficiente: occorre abbassare a 18 anni le soglie di eleggibilità a camera e senato così come proposto dall'ex-Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Non si dica però che questo provvedimento nasce dalla necessità di sconfiggere l'astensionismo dalle urne.

Questo provvedimento ha senso se nasce dalla presa di coscienza che i giovani di oggi sono molto più maturi e conoscitori dell'attualità e della politica di quanto non lo fossero i giovani del dopoguerra, ovvero di quando fu scritta l'attuale Costituzione. Contro l'astensionismo serve altro perché anche i giovani, oggi, sono delusi dalla politica esattamente come gli adulti ed aumentare il numero di elettori per nascondere questa tendenza è come nascondere la polvere sotto il divano. Se vogliamo sconfiggere l'astensionismo i partiti inizino a ripensare le proprie strategie, le promesse non mantenute, la politica dei nominati che hanno creato".

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