Battaglia di Anghiari, esposto in Procura da parte di Italia Nostra

Appello di 101 intellettuali ed esposto contro la ricerca del capolavoro perduto di Leonardo da Vinci

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2011 14:08
Battaglia di Anghiari, esposto in Procura da parte di Italia Nostra

Potrebbe essere celato dietro una parete affrescata da Vasari nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Potrebbe.. L'ipotesi è affascinante, ma fin dai primi estanti c'è stato chi ha gridato al sensazionalismo senza programmazione. La ricerca è misteriosa, attira l'attenzione del mondo. Un team di ricercatori americani dell'Università di San Diego guidato dall'ingengner Maurizio Seracini è impegnato nella ricerca con una sonda endoscopica, inserita in micro-fessure praticate sulla superficie dell'affresco di Vasari, sotto la supervisione dell'Opificio delle Pietre Dure. Le microfessure ha dichiarato Matteo Renzi sono "crepe strutturali" già presenti nell'affresco come in altre opere di Palazzo Vecchio.

Questo però non scongiura la possibilità di praticarne di ulteriori ad hoc così come permesso dall'accordo con la Soprintendenza fiorentina guidata da Cristina Acidini che delle 14 richieste ha concesso 7 'intrusioni' nell'affresco vasariano. L'appello rivolto a Cristina Acidini e al sindaco Matteo Renzi, parte da 101 intellettuali che esprimono ''grande preoccupazione per la sorte dell'affresco di Giorgio Vasari'' e si chiede di ''fermare i lavori''. Salvatore Settis (Accademia dei Lincei) e Keith Christiansen, curatore capo della pittura europea al 'Metropolitan Museum of Art' di New York sono tra i firmatari.

L'esposto approntato da Italia Nostra, che chiede anche lo stop immediato dei lavori. Non sarebbe ancora sul tavolo dei magistrati fiorentini, come ha spiegato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi presente quest'oggi all'apertura dell'Anno accademico che si è tenuta nel salone dei 500 sotto il ponteggio allestito per la ricerca. Sull'argomento sono intervenuti i consiglieri Grassi e De Zordo: "Anche se la storia è vecchia e l'ipotesi già scartata da storici dell'arte, e malgrado lo stesso Vasari lasciasse scritto che la nuova tecnica di pittura murale sperimentata da Leonardo si rivelò fallimentare e già durante l’esecuzione il dipinto «cominciò a colare, di maniera che in breve tempo Leonardo l’abbandonò».

Di fronte a questi autorevoli giudizi, cui si aggiunge quella della restauratrice Frosinini che è ricorsa all'obbiezione di coscienza per sottrarsi a un compito deontologicamente inaccettabile, ci auguriamo davvero che ci sia un ripensamento e che vengano fermati i lavori con cui si dovrebbe forare l'affresco vasariano. E' ormai chiaro che si tratta di un' operazione di marketing, di un evento spettacolare che accende le luci della ribalta internazionale sul caso del "Leonardo perduto", portando celebrità soprattutto a chi ha voluto l'intervento, anche se questo non ha una base scientifica e danneggia un'opera d'arte esistente.

Il sensazionalismo dell'intervento è del resto coerente con un programma come Voyager, le cui telecamere dovrebbero seguire i lavori in diretta. Se il prestigioso National Geographic vuole sponsorizzare qualche intervento del patrimonio artistico fiorentino, non mancano certo casi di opere d'arte che necessitano di restauro. E pazienza se da quel lavoro non ci si potrà trarre un film-fantasy sui "predatori del Leonardo perduto"".

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