Englaro cittadino onorario di Firenze

Redazione Nove da Firenze
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10 marzo 2009 00:17
Englaro cittadino onorario di Firenze

Firenze, 09 Marzo 2009- Giuseppe Englaro, padre di Eluana, è da ieri sera cittadino onorario di Firenze. Il Consiglio comunale ha approvato la delibera per conferire la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro. L'atto è passato con 22 voti favorevoli, 16 contrari e 3 astenuti. Hanno votato sì i consiglieri Alessandro Falciani (PS), Ornella De Zordo (Unaltracittà), Luca Pettini, Daniele Baruzzi, Eros Cruccolini, Mbaye Diaw, Gregorio Malavolti, Leonardo Pieri, Anna Soldani (La Sinistra), Gianni Amunni, Antongiulio Barbaro, Carlo Bossi, Alberto Formigli, Lucia Matteuzzi, Elisabetta Meucci, Michele Morrocchi, Claudia Livi, Nicola Perini (PD), Lorenzo Marzullo (Comunisti Italiani), Anna Nocentini (Rifondazione Comunista), Giovani Varrasi e Domenico Valentino (Verdi).

Contrari i consiglieri Stefano Alessandri, Antonio Gerardo Andriulli, Jacopo Cellai, Giovanni Donzelli (AN-PdL), Rosa Maria di Giorgi, Lavinia Balata Orsatti, Marco Carrai, Francesco Ricci, Dario Nardella (PD), Bianca Maria Giocoli, Gabriele Toccafondi, Jacopo Bianchi, Enrico Bosi, Massimo Pieri e Marco Stella (FI-PdL), Mario Razzanelli. Si sono infine astenuti i consiglieri Ugo Caffaz, Susanna Agostini e Paolo Imperlati (PD).
Il sindaco Leonardo Domenici durante il dibattito sul conferimento della cittadinanza onoraria, pur essendo personalmente favorevole alla delibera, aveva proposto di valutare la possibilità di un percorso diverso, per attribuire un riconoscimento ad Englaro che non fosse la cittadinanza onoraria, in considerazione della divisione che un voto in questo senso avrebbe provocato in consiglio comunale e in città.


«In questi mesi Beppino Englaro è divenuto un simbolo -è intervenuto Alessandro Falciani, capogruppo del Partito Socialista- Il simbolo forse migliore di un Paese che sembra avere smarrito il senso dello stato di diritto, il simbolo chiaro e per certi versi crudele di un Paese che soffre eppure non si arrende - come ha scritto recentemente Roberto Saviano- il simbolo di quella parte del Paese che crede ancora alle istituzioni, alla libertà, all'autonomia dei poteri. Beppino Englaro è divenuto il simbolo di un Paese che crede ancora al rispetto e non all'arroganza.

Noi non pensiamo che Beppino sia un eroe o un martire: semmai lo è stata sua figlia morta, o forse rinata in un letto della clinica La Quiete di Udine un mese fa, mentre tutto intorno un Paese accanito e morboso e una politica debole e addormentata hanno dimenticato di chiederle semplicemente scusa. Ma non per questo chiediamo che Beppino Englaro diventi cittadino onorario di Firenze. Tra Berlusconi e Napolitano, durante la dura crisi istituzionale che il primo ha voluto creare, ci siamo schierati col secondo e quindi con Beppino Englaro, il simbolo migliore e più vero di un Paese invece smarrito, anestetizzato, tramortito dalla cultura della superficialità.

Nel febbraio scorso abbiamo approvato una risoluzione manifestando al Presidente della Repubblica stima e adesione alla sua azione in cui la sua coerenza in difesa della costituzione era giudicata come la maggior garanzia per il popolo italiano Ma non solo perché Beppino Englaro si è trasformato nel simbolo di quella parte del Paese che difende la Costituzione, chiediamo che diventi cittadino onorario di Firenze. Lo chiediamo perché crediamo che una città come la nostra debba andare fiera di persone come lui, crediamo che ogni città del mondo meriti di avere tra i propri figli un uomo che si è battuto per se stesso, per la libertà di una scelta, per il rispetto di una volontà.

Lo chiediamo perché Beppino Englaro ha fatto della propria dolorosa storia personale una battaglia in difesa della legalità, dello stato di diritto e quindi laico dell'umanità e della civiltà, che ha dato la spinta decisiva, dopo anni di stasi del Parlamento, alla elaborazione di una legge sul tema del testamento biologico, che rischia peraltro di essere inquinata da posizione ideologiche che distolgono dalla centralità della tutela dei diritti. Sarebbe stato più comodo per lui portare, in silenzio e senza clamore, sua figlia in una casa di cura privata, dove di fatto si pratica l'eutanasia o presso una struttura sanitaria estera, dove questa procedura di fine vita è consentita.

Chiediamo la cittadinanza per Beppino Englaro perché attraverso questo atto prestigioso si possa sostenere con maggior forza, anche per l'eco che avrà sui media e tra la pubblica opinione, l'art. 32 della Costituzione per cui, in merito alle cure " la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", come confermano le decisioni giurisprudenziali in due sentenze della Corte di Cassazione, una del 2007, l'altra del 2008. E come coerente conseguenza della Risoluzione approvata dal Consiglio Comunale del 2 marzo scorso su proposta del gruppo de La Sinistra " In merito alla approvazione di una legge sul testamento biologico in sede parlamentare" che prendendo le mosse dalla tragica vicenda di Eluana Englaro " dia priorità assoluta alle scelte del singolo individuo" D'altra parte prese di posizioni come queste sono comuni a tutti coloro che lottano per l'affermazione di uno Stato laico e giusto, come quella di Don Alessandro Santoro quando ha affermato pochi giorni fa "non riesco più a fare silenzio e mi sento di stare dalla parte di chi crede nell'autodeterminazione e vuol salvaguardare l'articolo 32 della Costituzione italiana: "[...] Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"... E tutto questo in nome del mio essere cittadino, credente, prete di questa chiesa che dovrebbe essere testimone credibile di amore e di com-passione". Beppino Englaro segue, rappresentato dal suo avvocato Giuseppe Campeis che ne è socio, alle iniziative della associazione " Liberi di decidere" di Firenze, che ha svolto nei giorni scorsi due iniziative sul Testamento Biologico al Teatro Puccini. Martedì scorso, partecipando all'iniziativa, ho comunicato che nel corso della mattinata la commissione sanità aveva approvato la delibera sul conferimento della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro e che lunedì (cioè oggi) sarebbe stata discussa in consiglio comunale.

Le oltre mille persone presenti, compresa la collega Claudia Livi, si sono unite in uno scrosciante e entusiastico applauso. Tutti cattolici e laici, col minimo comun denominatore del rispetto della costituzione e dello stato di diritto. Appunto della visione laica dell Stato. Il nostro Regolamento non prevede l'unanimità come requisito per assegnare la cittadinanza onoraria. Nel 2000 è stata conferita al vescovo del Ciapas Samuel Ruiz con 7 voti contrari, nel 2006 allo scrittore Rigoni Stern con 3 voti contrari.

Nemmeno Roberto Benigni nel 1999 ebbe l'unanità. E nemmeno Sandro Pertini, nel Consiglio Comunale del 19 marzo '85, Sindaco Lando Conti, - quando già era Presidente della Repubblica ebbe l'unanimità, registrando due voti contrari.D'altra parte la nostra è una città di parte, medaglia d'oro della resistenza, la città dei Calamandrei, dei Rosselli, dei Don Minzoni dei Fanciullacci e dei Pertini, come Di Don Mazzi e Don Santoro uomini di parte che hanno onorato e onorano con le loro battaglie eticamente orientate la nostra città.

Se all'interno della coalizione di Centro Sinistra vi sono opinioni diverse, ritengo questa circostanza una risorsa e non un problema. Siamo come una squadra di calcio: chi gioca all'attacco, chi in difesa, chi all'ala destra, chi all'ala sinistra. L'importante è vincere la partita».
«Riccardo Muti, Chiara Lubich Roberto Benigni, Luciano Berio e Mstislav Rostropovich, Ingrid Betancourt, Kofi Annan, Vittore Branca e Mario Monicelli -ha intimato Bianca Maria Giocoli, capogruppo di Forza Italia-PdL- Sono questi alcuni dei 20 personaggi che, negli ultimi anni, sono stati insigniti della cittadinanza onoraria.

Nomi altisonanti, di spessore mondiale e indiscusso e, soprattutto, sui quali c'era il consenso di tutto il consiglio comunale. L'onorificenza è attribuita dalla nostra assemblea e non può essere usata a colpi di maggioranza, per di più in assenza di un regolamento. All'amico mio o all'amico tuo, a chi mi fa comodo al momento. No, non è cosi che si elargisce la cittadinanza onoraria. Questa amministrazione comunale ha usato spesso a sproposito l'invio del gonfalone, esibito come un trofeo in manifestazioni poco istituzionali e molto di parte.

Non possiamo sottostare a questo uso strumentale delle istituzioni. Abbiamo cercato di far comprendere alla maggioranza che governa questa città che stava facendo un clamoroso errore, accettando incautamente la proposta del collega Alessandro Falciani che avrebbe portato spaccature al suo interno ma soprattutto non avrebbe portato un beneficio di immagine alla città di Firenze. Il nome di Beppino Englaro non solo non ha uno spessore tale da poter essere oggetto di un tale riconoscimento ma ora come ora è al centro di una battaglia politica : un nome che divide invece che unire la città.

Troppa, troppa fretta sull'onda emotiva. In più le uscite di questi giorni dei socialisti, primo tra tutti Bobo Craxi, con la richiesta a Englaro di 'aiutare sostenere concretamente una campagna di libertà e di riscossa del movimento socialista nel nostro Paese', non fanno che aggiungere, se ve ne fosse ancora bisogno, dubbi sul carattere pretestuoso di questa proposta. Noi a questo giochino furbetto non ci prestiamo e invitiamo il consiglio tutto a prendere le dovute distanze da questa scelta inopportuna ed eccessiva».


«Il nostro sì al conferimento della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro sarà compatto e convinto». Lo hanno annunciato i consiglieri del gruppo de La Sinistra. «E' la naturale conseguenza - hanno spiegato - della nostra posizione a favore della libertà di cura e del necessario rispetto della volontà individuale nel decidere sulla propria vita, che peraltro ci ha portato a proporre la mozione sul testamento biologico approvata allo scorso consiglio. La cittadinanza onoraria a Beppino Englaro rappresenta il riconoscimento al coraggio ed al senso civico di un uomo che ha preferito fare una battaglia alla luce del sole per l'affermazione della libertà per tutti, invece di rifugiarsi nel segreto delle stanze di ospedale in cui spesso vengono prese le decisioni sulla vita e sulla morte.

Questo voto, così come quello alla mozione da noi presentata la scorsa settimana, per noi è un sì alla libertà di consentire a chi lo vuole di impedire che sul proprio corpo ci si accanisca con terapie, comprese l'idratazione e l'alimentazione forzata». «E' per questo - hanno concluso i consiglieri de La Sinistra - che consideriamo davvero sbagliato contrapporre Beppino Englaro a coloro che scelgono un'altra strada. Quella di Englaro, a cui ci uniamo, è una battaglia per la laicità che è spazio di libertà e di riconoscimento di diritti per tutti, indipendentemente dalle scelte individuali e dalle convinzioni etiche o religiose».
«Come medico e come cattolico rispetto i precetti della Chiesa, sulla sacrialità della vita, e il giuramento di Ippocrate secondo il quale 'Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio'.

E' per questo motivo che sono favorevole a non strumentalizzare la vicenda Englaro». E' quanto ha dichiarato il consigliere Antonio Gerardo Andriulli (AN-PdL). «Come medico - ha aggiunto - vedo tutti i giorni tanti eroi che alimentano e danno da bere a giovani e vecchi con gravi handicap, serenamente, senza attender riconoscimenti. Ma solo mossi dal'amore per la vita». «Da qui - ha concluso Andriulli - la mia decisione di non votare un atto che stride con il mio modo di pensare e di agire».


"La famiglia Englaro ha accompagnato la sofferenza tragica e personale con un percorso civile di grande spessore -è intervenuta la capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini- ponendo un quesito fondamentale per la vita democratica del Paese, cioè il rapporto fra lo Stato e i cittadini, chiedendo una lettura aggiornata del principio costituzionale per cui la sovranità appartiene al popolo, escludendo quindi tra l'altro la prevaricazione nei confronti del singolo cittadino. E' centrale la questione e impone la riflessione su un aspetto specifico non nuovo nella storia del paese ma che ora caratterizza l'azione del Governo: il controllo sociale è esercitato non solo attraverso la riduzione dei diritti collettivi ma sempre più attraverso il controllo sui corpi.

Vanno in questo senso tanti provvedimenti legislativi, a partire dalle leggi sul corpo delle donne, sul corpo dei migranti e ora sul corpo delle persone in stato di incoscienza per gravi malattie non più curabili, tenute in vita attraverso tecniche artificiali la cui sospensione porterebbe alla loro fine. Ma attenzione a facilitare percorsi che vadano nella stessa direzione: affermazioni gravi sul degrado cittadino prodotto dalla presenza di mendicanti e lavavetri nelle nostre città sono la premessa per ridurre alla miseria di un corpo questioni sociali ed economiche che non si sanno affrontare.

La spaccatura del PD su un tema di questa portata è una significativa indicazione per il futuro della città, nella quale la coscienza diffusa sul valore della laicità, specialmente nelle istituzioni, è più avanzata del livello di discussione dei rappresentanti istituzionali".
«Avete detto no alla cittadinanza onoraria di Firenze ad Oriana Fallaci perché divideva gli animi, avete detto no al gonfalone di Firenze al Family Day perché assumeva significati politici. Adesso dite sì alla cittadinanza onoraria a Giuseppe Englaro? Il Partito Democratico, che non ha mai avuto un'anima, adesso dimostra di non avere neppure una testa pensante».

E' quanto ha dichiarato l'onorevole Gabriele Toccafondi, consigliere di Forza Italia-PdL. «Abbiamo chiesto e quasi supplicato il centrosinistra - ha aggiunto - a non utilizzare la cittadina onoraria come una bandiera politica e uno strumento di divisione. Negli ultimi giorni quella che era una richiesta di buonsenso, accompagnata dalla ricostruzione di cosa ha rappresentato l'istituto della cittadina, onoraria, è diventata quasi una supplica». «Un pasticcio, del quale adesso si rende conto lo stesso centrosinistra e il PD - ha commentato Toccafondi - dobbiamo prendere atto che in quest'ultimo, oltre ad una linea politica del "ma, anche" che rende vuoto questo pseudo partito, c'è una profonda difficoltà ad avere una testa pensante.

E' così difficile comprendere l'assoluta assurdità della proposta di cittadinanza onoraria su un tema che ha lacerato l'Italia? «Alle nostre richieste di concedere alla fiorentina Oriana Fallaci il Fiorino d'Oro - ha ricordato il consigliere di Forza Italia - il centrosinistra ha sempre detto no, con la motivazione che l'onorificenza non poteva essere concessa a chi divideva la città. Avevamo chiesto che fosse inviato il gonfalone della città al Family Day: ci risposero di no, con la motivazione che la manifestazione assumeva un significato politico.

Coloro che in questi anni hanno detto no, con queste motivazione, adesso dicono sì. E' il segno, appunto, che oltre ad un anima politica gli manca anche una testa pensante».
"Oggi in consiglio comunale è avvenuta una grave forzatura". È quanto commenta Jacopo Cellai (An-PdL) dopo la concessione della cittadinanza onoraria a Giuseppe Englaro. "La delibera è stata approvata dopo ore di discussione, dopo l'intervento del sindaco Leonardo Domenici con la proposta di fatto di rinviare il voto, dopo la sospensione della seduta del consiglio comunale, e dopo la richiesta di rimandare da parte del capogruppo del Partito Democratico.

Insieme alla votazione finale, che ha visto 16 contrari, 3 astenuti e 22 favorevoli, è la fotografia di una scelta che non corrisponde affatto a quella trasversalità, quella larga condivisione e spesso unanimità che contraddistingue generalmente le proposte di concessione della cittadinanza onoraria. Tutto questo dimostra inoltre - ha aggiunto Cellai - la spaccatura evidente all'interno della maggioranza e dello stesso Pd su questi temi a differenza della posizione compatta e contraria del Pdl".

"Da oggi - continua l'esponente di An-PdL - si apre un fronte pericoloso perché è evidente che quello che è avvenuto rappresenta nei fatti un precedente per cui non dovrà più esistere una ampia condivisione della proposta di cittadinanza onoraria". Cellai entra poi nello specifico. "Credo che il percorso compiuto da Englaro per l'affermazione del diritto 'a morire' che si è concretizzata in un'autorizzazione di carattere giudiziario, porti a un riconoscimento politico da parte di chi considera la sua battaglia una vicenda positiva per l'intero paese.

Comprenderei cioè una sua candidatura da parte di un partito particolarmente sensibile alle tematiche che lo hanno visto protagonista. Ma - ribadisce Cellai - continuo a non capire il senso di un riconoscimento istituzionale come la cittadinanza onoraria. Di solito la si attribuisce per particolari opere, meriti e capacità. Non credo che questa fattispecie sussista alla base delle motivazioni che riguardano la cittadinanza a Englaro". "E purtroppo - conclude l'esponente di An-PdL - credo che chi ha proposto questa onorificenza voglia far credere che l'operato di Englaro riscuota in questa città un consenso così ampio da diventare riconoscimento istituzionale.

Non è affatto così, come ha dimostrato questo 'tribolato' consiglio comunale e da oggi avrò un motivo in meno per sentirmi orgoglioso di essere fiorentino".
«Il centrodestra è stato irresponsabile e miope nel votare contro la proposta ragionevole e utile del sindaco di valutare un percorso diverso». E' quanto ha dichiarato il consigliere Dario Nardella (PD) dopo il voto favorevole, da parte dell'assemblea di Palazzo Vecchio, al conferimento della cittadinanza onoraria Beppino Englaro.

«Se il centrodestra avesse votato insieme al PD la proposta di rinvio - ha aggiunto - avrebbe ottenuto il risultato che esso stesso auspicava. Invece sono prevalsi biechi calcoli politici che hanno costretto il consiglio comunale a dare un pessimo spettacolo con il voto finale, snaturando il significato delle cittadinanze onorarie che, storicamente, sono conferite all'unanimità o a larghe maggioranza». «Su questa vicenda - ha concluso Nardella - ha pesato l'opportunismo delle opposizioni che hanno preferito godere delle difficoltà della maggioranza piuttosto che assumere un ruolo responsabile e costruttivo».


"Una maggioranza spaccata ha votato a favore della cittadinanza onoraria per Beppino Englaro. Se fossi lui non mi sentirei a mio agio a Firenze sapendo che metà della città o quasi non era d'accordo nel concedermela". E' quanto ha detto il capogruppo della lista Firenze C'è Mario Razzanelli.
‘’Il voto di questa sera e’ la riprova che le primarie che hanno nominato Renzi non hanno risolto i problemi politici del centrosinistrra fiorentino’’. E’ il commento di Valdo Spini, candidato a sindaco di Firenze.

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