I Fiorentini in fuga dalla città: lo certifica un sondaggio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2004 20:56
I Fiorentini in fuga dalla città: lo certifica un sondaggio

Firenze si sta trasformando ed in tempi molto rapidi. E' la conclusione di un sondaggio di Freni Ricerche di Marketing realizzato nel Comune di Firenze (dal 19 al 24 Gennaio) tramite 606 interviste telefoniche a fiorentini over 18.
La città sta perdendo i suoi abitanti, soprattutto le sue generazioni più giovani ed attive: invecchia. Molti fiorentini hanno abbandonato Firenze mentre tante attività commerciali e artigiane, che storicamente hanno denotato Firenze ed il suo patrimonio culturale, scompaiono per sempre; chiudono per fare spazio a negozi-catena che niente hanno a che vedere con la cultura e con la tradizione cittadine.
Il flusso commerciale, forzosamente instradato verso le aree commerciali esterne (a partire dalla chiusura del Centro storico), la politica dei parcheggi, le aperture di mega Centri Commerciali anche all’interno della città, hanno sconvolto in pochi anni ed in modo irreversibile, il panorama commerciale cittadino.

Si è creato un vuoto nella domanda che ha di fatto azzerato la redditività minima che consente ad una tradizionale attività, artigiana o commerciale, di sopravvivere. Il Mercato Centrale, che per tanto tempo (intere generazioni) ha rappresentato il principale punto di riferimento per la spesa dei fiorentini, si è visto infliggere un crollo decisivo del numero dei suoi frequentatori. Il contesto urbano entro il quale le botteghe fiorentine erano nate e cresciute è andato perduto. L’hinterland sta assorbendo, sia dal punto di vista commerciale che residenziale, una quota sempre più rilevante di fiorentini trasformando il capoluogo in una scatola vuota, un contenitore turistico, con inevitabile degrado e declino.
"Nell’Aprile del 2001 indicammo una stima di 50mila residenti persi negli ultimi 10 anni -spiega nelle conclusioni Vincenzo Freni- Oggi sappiamo che la nostra era una stima esatta.

Questa valutazione risulta ufficialmente confermata dai dati del 14º Censimento Generale. Certamente Firenze non è l’unica città che vede progressivamente ridurre il numero degli abitanti; il fenomeno però risulta particolarmente intenso e i dati del sondaggio che presentiamo indicano una ulteriore accelerazione del processo migratorio.
Si fugge dalla città per andare a vivere a Scandicci, a Calenzano, nel Valdarno e nel Mugello lontano dal degrado e dallo smog, alla ricerca di una qualità della vita ormai persa e di prezzi più abbordabili.
Anche la frequentazione del Centro da parte dei cittadini degli altri quartieri, fino a pochi anni fa associata ad un utilizzo ludico-ricreativo della zona monumentale della città (l’intrattenimento e lo shopping rimanevano i forti attrattori del Centro Storico) a causa delle ulteriori restrizioni è fortemente diminuita.

Mancano all’appello sia gli abitanti del Centro, in forte riduzione, che i fiorentini delle zone periferiche.
È purtroppo indubitabile, al di là dell’esatto valore numerico di confronto, che siamo in presenza di una massiccia flessione nella frequentazione del Centro da parte dei fiorentini.
La morte per asfissia di tutte quelle attività che si rivolgono ad una clientela locale piuttosto che al turismo di massa diventa a questo punto inevitabile.
I tempi della nostra rilevazione non hanno consentito di accertare l’effetto sul commercio locale, probabilmente significativo, visto che i giornali ne hanno già dato notizia, dello spostamento delle Facoltà Universitarie dal Centro Cittadino alla cittadella universitaria di Novoli.

Un aspetto da indagare quando il processo di delocalizzazione delle strutture universitarie sarà completato".

Mi porti un bacione a Firenze…
L’emorragia di residenti in corso modifica in profondità la composizione sociale di Firenze (fuggono i giovani in età attiva e le coppie in età fertile rimangono i “vecchi”) e la struttura dell’offerta commerciale e dell’entertainment. L’indagine ha accertato che questo processo sta subendo un’ulteriore accelerazione; nel giro di pochi anni di tutto quello che Firenze è stata resterà soltanto il ricordo nella memoria dei suoi ex-abitanti.

La perdita delle tradizioni cittadine, la chiusura delle botteghe artigiane, l’invecchiamento della popolazione (con la riduzione fra i residenti del numero dei soggetti attivi nel mondo del lavoro) significa non soltanto il declino della città ma anche la perdita irreversibile del carattere specifico di Firenze e dei fiorentini.

Fuga dalla città

La frequentazione serale del centro storico: variazioni rispetto al quinquennio precedente
La riduzione della frequentazione serale del centro cittadino interessa il 68% degli intervistati (calcolo effettuato escludendo i cittadini che non hanno mai frequentato il centro storico); in particolare, il 49% (circa 127.000 cittadini 18 e over) dichiara di frequentare di meno il centro storico; quasi il 20% (circa 52.000 soggetti 18 e over) ha smesso di frequentarlo del tutto.

Sono il 6.5% (circa 17.000 cittadini) invece, in controtendenza, a indicare un aumento della frequentazione serale del centro (escludendo nel computo gli abitanti del centro storico e coloro che non lo hanno mai frequentato). Fra i forti frequentatori del Centro cittadino troviamo il 10% degli abitanti del Quartiere 2 che vivono in prossimità del centro storico: dei 17.000 soggetti che frequentano di più il centro storico la sera, infatti, 5.000 provengono dal Q 2.
Se la minore frequentazione serale del centro risulta trasversale alle classi di età, sono i Quartieri 5 e 4 che presentano le percentuali più alte di cittadini che hanno ridotto la frequentazione serale del centro.
Coloro che non frequentano il Centro si concentrano nelle fasce d’età più mature (gli over 65).

Il fenomeno assume il significato di una vera e propria “rinuncia” che sta velocemente cambiando l’immagine e le caratteristiche del centro storico ormai praticato quasi esclusivamente da chi ci abita. Si innesca una spirale: più il centro si svuota di “fiorentini”, più chiudono le botteghe tradizionali, più il Centro perde capacità di attrazione e più i residenti si spingono verso poli commerciali e di intrattenimento situati all’esterno della città.
Fra le motivazioni di questa minore frequentazione, spicca quella associata alla microcriminalità e insicurezza cui seguono le giustificazioni legate all’età e alla salute: il Centro cittadino viene di fatto evitato dalle fasce caratterizzate da una minore mobilità e dagli anziani; un processo di auto-esclusione sociale destinato nel tempo, con l’invecchiamento (anche in questo caso si tratta di un fenomeno inarrestabile) della popolazione, ad aggravarsi.

Rilevante anche il numero di fiorentini che dichiarano di aver perso l’interesse a girare per il Centro. Le difficoltà di accesso al centro storico dovute a disabilità fisiche (età, problemi di salute) e l’inadeguatezza dei trasporti pubblici nelle fasce orarie serali completano il quadro.
Nell’interpretazione degli intervistati che hanno incontrato difficoltà a raggiungere il Centro la minore frequentazione serale del centro storico comporta sia la separazione del Centro storico dal resto della città sia la crisi degli esercizi commerciali che non vivono del turismo di massa.
Le cronache degli ultimi mesi che hanno interessato la chiusura di alcuni negozi “storici” hanno evidentemente contribuito a formare le opinioni degli intervistati su questo argomento.
Nei fatti, siamo in presenza di una strategia di de-marketing da parte dell’Amministrazione Comunale mirante a disincentivare i cittadini dalla frequentazione anche serale del centro con inevitabile amplificazione della turistificazione (nel senso più deteriore) e la distruzione del sistema dell’intrattenimento nel cuore della città.

L’appeal del Centro Storico sugli autoctoni, che sempre più frequentemente si rivolgono alla periferia per soddisfare la loro domanda di sociale, sta ormai tramontando. Nel contempo l’innalzamento della presenza nel Centro storico e nella città di soggetti marginali amplifica il sentimento di vittimizzazione (la paura di essere oggetto di un reato) presso le fasce più deboli della popolazione.

Come arrivare in Centro
Per raggiungere il Centro un cittadino su 3 farebbe ricorso al mezzo pubblico (considerato comunque inadeguato per il numero di corse nelle ore serali) mentre una quota del 43% userebbe un veicolo privato (auto o moto) affrontando le difficoltà di parcheggio.
Il trend verso l’abbandono della città
Circa 8.000 cittadini intendono lasciare Firenze entro il prossimo anno, un valore superiore alla tendenza migratoria della città misurata negli ultimi 10 anni (5.000 residenti in meno l’anno; Venezia, con 2.000 abitanti persi ogni anno, si presta come termine di paragone della situazione fiorentina).
Ulteriori 27.000 fiorentini progettano di lasciare la città nei prossimi anni.

Ancora superiore la quota di coloro (56.000 abitanti) che desidererebbero trasferirsi altrove ma che non ne hanno la possibilità per motivi familiari, economici o lavorativi. Una quota di disaffezione non certo marginale.
Complessivamente i fiorentini 18 e over che intendono al momento rimanere sul territorio ammontano a circa 225.000.
Da una diversa prospettiva si può constatare che quasi un fiorentino su 3 ha manifestato nel corso dell’intervista l’intenzione, più o meno attuabile nell’immediato, di trasferire la propria residenza in un comune limitrofo, abbandonando definitivamente Firenze.
La ricerca di maggiore tranquillità e sicurezza, di spazi verdi, uniti al desiderio di rincorrere ritmi di vita meno caotici e stressanti vengono percepite come le motivazioni principali che alimenterebbero l’aspirazione all’esodo di tanti fiorentini verso i comuni dell’hinterland.

Gli altri fattori più citati sono nell’ordine, il livello dei prezzi delle abitazioni e degli affitti e il costo della vita. Il traffico, vero e proprio problema dei problemi per i fiorentini, non sembra invece l’elemento scatenante il flusso migratorio.
La ricerca di maggiore tranquillità e sicurezza è più frequente presso le fasce di età adulte (over 46); anche i lavoratori dipendenti e i pensionati appaiono sensibili a questi aspetti.
Le motivazioni associate al costo della vita, invece, ricorrono maggiormente presso i giovani anche se appaiono più attrezzati a sostenere lo stress e il caos cittadini.


L’intenzione di trasferimento interessa tutti i Quartieri della città pur risultando particolarmente presente nel Quartiere 2 (Campo di Marte).
Per un totale complessivo di 35.000 cittadini 18 e over che si ripromettono di lasciare Firenze nei prossimi anni; altri 56.000 sono i cittadini che desidererebbero trasferirsi altrove ma che non ne hanno la possibilità (soprattutto economica ma anche a causa della rete dei rapporti sociali).
La quota di immigrati, soprattutto extracomunitari (tutti in età fertile e più prolifici dei fiorentini rimasti), in ingresso, compensa solo in minima parte il flusso di residenti in uscita.

Il saldo rimane fortemente negativo.

«La giunta fiorentina che vive in questi ultimi tempi di proclami e di mostre di promozione elettorale dovrebbe prendere atto dei dati gravissimi che emergono dall'indagine dell'istituto Freni e dai dati pubblicati dalla Camera di Commercio». E' quanto ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana secondo il quale «questi cifre mettono in luce un volto della città sempre trascurato dal centrosinistra che negli ultimi dieci anni ha governato Firenze ed ha impostato le linee dello sviluppo urbanistico e dello sviluppo economico».

«L'imposizione fiscale sempre crescente con il conseguente rincaro della vita - ha ricordato il capogruppo di Forza Italia - l'aumento dei costi dei servizi pubblici locali, le limitazioni imposte alla mobilità con l'introduzione delle porte telematiche, aggiunte ai divieti già esistenti, hanno iniziato quel processo di desertificazione da sempre paventato come pericolo da me e da tutti i consiglieri del gruppo di Forza Italia. Sono dati oggettivi quelli resi noti ieri che illustrano il grado di sofferenza nel quale si trova la nostra città: come si può intendere Firenze oasi di felicità detentrice del primato di vivibilità a livello nazionale, come indicava un sondaggio del Sole24-Ore?».

«Colpiscono in particolare due cose - ha proseguito Cigliana - l'orientamento dei fiorentini ad abbandonare progressivamente la città e la chiusura di molti negozi: evidentemente sono fallite le politiche della giunta in tema di sviluppo della qualità della vita, di sviluppo urbanistico e di sviluppo economico. Da tempo sto chiedendo in consiglio comunale che la giunta dia risposte concrete a questi problemi della città venendo incontro anche ai quesiti posti dai cittadini tramite i comitati.

D'altra parte, per quanto riguarda lo sviluppo economico, c'è da chiedersi quali potranno essere le scelte delle categorie economiche che sono state chiamate dal sindaco a far parte del gruppo di lavoro del piano strategico e del piano strutturale. Oggi bisognerà cambiare davvero strategia, ognuno per la sua parte».

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