Pergola: Il mondo di mr Peters

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 ottobre 2003 19:05
Pergola: Il mondo di mr Peters

Si apre la stagione di prosa in abbonamento 2003/2004 del Teatro della Pergola, dopo una campagna di vendita incoraggiante (ancora aperta fino a dicembre) che ha riportato il teatro ai livelli del 2001/2002, e ha segnato la miglior performance al botteghino da cinque stagioni a questa parte. Si apre nel segno delle grandi interpretazioni. È infatti Giorgio Albertazzi a riportare sulla scena, dopo il debutto del maggio scorso all’Argentina di Roma, Il mondo di Mr Peters, l’ultimo testo di Arthur Miller.

Scritto nel 1997, Mr. Peters’ Connections è stato rappresentato per la prima volta a New York, al Signature Theatre Company di Brodaway, nel giugno del 1998, con Peter Falk nel ruolo del protagonista e la regia di Garry Hynes. Nel maggio del 2000 è “approdato” a Londra, all’Almeida Theatre e, nell’ottobre del 2002, è stato portato in scena al Théatre de l’Atelier di Parigi da Jorge Lavelli nell’interpretazione di Michel Aumont, con il titolo Le désarroy de M. Peters.

Sinossi
Nel Mondo di Mr Peters il protagonista Harry Peters, ex pilota militare e civile che nella sua lunga vita ha visto morire praticamente tutti i suoi amici (“e tutte le donne con cui sono stato a letto, tranne mia moglie”), sta vivendo un particolare stato di “confusa lucidità” in cui il mondo reale interagisce con i ricordi, le ansie, le paure, le nostalgie.

Sullo sfondo, un vecchio night in disarmo che un uomo (stranamente somigliante al fratello scomparso) sta tentando di vendergli. E poi una galleria di personaggi che in parte appartengono al passato, in parte alla moderna vita metropolitana alla quale Peters si sente sempre più estraneo: Adele, la barbona nera; Chaty May l’amata defunta della sua gioventù, con il marito Larry; Rose, sua figlia, incinta, e Leonard, chitarrista innamorato di lei; sua moglie Charlotte. Trait d’union tra questa continua sovrapposizione di presente e passato, di realtà e di ricordi, la ricerca di un “senso” da parte del protagonista, che egli chiama “il soggetto”.
La scenografia, firmata Paolo Tommasi come pure i costumi, è un interno oscuro solcato da improvvisi flash.

Le musiche, di Marco di Gennaro, eseguite da alcuni dei più grandi jazzisti italiani, alternano interventi jazz con vecchi revival.

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