Il Giardino di Boboli e le rose di Dostoevskij

Redazione Nove da Firenze

Non si può non venire a Firenze almeno una volta nella vita. Lo sapeva bene anche Fëdor Michajlovič Dostoevskij, il celebre scrittore di San Pietroburgo che venne a Firenze più di una volta. Proprio nel gennaio del 1869 aveva completato “in riva d’Arno” il romanzo l’Idiota. Lo scrittore aveva soggiornato in un edificio antistante Palazzo Pitti che reca ancora oggi un’iscrizione in sua memoria. Dostoevskij ricorda le rose del Giardino di Boboli. Un fiore non senza spine… come la sua stessa vita. L’uomo aveva conosciuto una condanna a morte, pena commutata poi nel carcere duro in Siberia. Dolori personali, sconfitte pubbliche e private, perdite di danaro al gioco… Della vita Fëdor Dostoevskij conobbe luci e ombre, e sopra ogni cosa il potere salvifico della bellezza.

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