Sicurezza: la Regione chiede di riscrivere il decreto

Redazione Nove da Firenze

Firenze – Il decreto legge n.48 del 2025, il cosiddetto ‘decreto sicurezza’ approvato dal Governo è stato al centro di un acceso dibattito nell’Aula del Consiglio regionale. Oggetto del contendere la mozione presentata dal Partito democratico, primo firmatario il capogruppo Vincenzo Ceccarelli, sulle disposizioni urgenti approvate dal Governo Meloni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario. Al termine della discussione l’atto è stato approvato con i 21 voti favorevoli di Pd, Italia Viva, Gruppo Misto-Europa Verde e Movimento 5 Stelle. Otto i voti contrari di Fratelli d’Italia, Lega e Gruppo Misto-Merito e Lealtà.

Nella mozione presentata dal consigliere Ceccarelli viene chiesta nel corso dell'esame parlamentare volto alla conversione del decreto-legge, una discussione approfondita sui contenuti e sull'impianto generale del provvedimento. Viene espressa profonda preoccupazione per le modalità adottate dal Governo nell’emanazione del decreto-legge e in particolare per il ricorso alla decretazione d'urgenza su materie di così ampia portata e rilevanza costituzionale, in assenza di un contesto emergenziale oggettivamente documentato, e in sostituzione di un disegno di legge già avviato al confronto parlamentare.

L’atto impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Parlamento e del Governo affinché, già nel corso dell’iter conversione del decreto-legge si possa addivenire a un ripensamento dell’impostazione complessiva del provvedimento, al fine di evitare un'eccessiva centralità della risposta penale e prevenire effetti sproporzionati sull’esercizio dei diritti costituzionali, delle libertà fondamentali e sul corretto equilibrio tra sicurezza e partecipazione democratica; si proceda, in particolare, a sopprimere senza indugi i contenuti dell’articolo 18 in materia di coltivazione e filiera agroindustriale della canapa, avviando un percorso contestuale di confronto con i soggetti interessati, finalizzato all'introduzione di disposizioni che tengano conto delle specifiche esigenze delle aziende produttrici e della necessità di salvaguardare la forza lavoro e la qualità dell’occupazione.

È previsto infine l’impegno per la Giunta a verificare se, in reazione alle disposizioni contenute nel richiamato decreto, vi siano spazi per promuovere questione di legittimità costituzionale dinnanzi alla Consulta ai sensi dell'articolo 127, comma secondo, della Costituzione.

Per il capogruppo Ceccarelli il decreto “più che sicurezza, si configura come un decreto repressione, introducendo ben 14 nuovi reati e 9 aggravanti. Non sono presenti invece misure che affrontino la povertà, la carenza degli alloggi, la lentezza della giustizia e il sovraffollamento delle carceri. Per noi non è necessario inasprire le norme, ma serve una giusta applicazione”.

“In questo decreto – ha concluso il consigliere Ceccarelli – si interviene addirittura, inserendo l’articolo 18 e disponendo il divieto generalizzato di importazione, lavorazione, distribuzione commercio e trasporto delle infiorescenze della cannabis coltivata e dei prodotti derivati. Un intervento che rischia di mettere in ginocchio un intero settore. Per questo chiediamo nell’iter di conversione di ripensare il decreto e di sopprimere senza indugi l’articolo 18. E da verificare c’è anche la legittimità costituzionale del provvedimento”.

Dura la replica di Fratelli d’Italia affidata al consigliere regionale Diego Petrucci: “Avete la voglia matta di fare i parlamentari, ma fate fare il loro lavoro ai vostri colleghi. Invece potreste occuparvi di approvare la legge che ho presentato sulla sicurezza del personale sanitario nei pronto soccorso e che giace in commissione da tempo”. “Sono orgoglioso del governo Meloni – ha aggiunto Petrucci – e orgoglioso che abbia approvato il decreto sicurezza. Un decreto che voglio chiamare ‘normalità’ per un’Italia più giusta e più sicura. Sono contento che siate contrari, così durante la campagna elettorale noi racconteremo ai cittadini cosa facciamo per garantire la loro sicurezza. Persone che vivono una vita difficile soprattutto nei quartieri popolari”.

Il consigliere del Partito democratico Andrea Vannucci è intervenuto sottolineando che “non c’è scritto da nessuna parte che più fattispecie di reato garantiscano più sicurezza. Ma semmai sarebbe necessario rimpolpare gli organici dei tribunali e delle forze di sicurezza. La vera sicurezza sarebbe quella di garantire i tempi della giustizia. Pensare che attraverso una norma penale si garantisca la sicurezza è un principio che oramai è smentito dai fatti e dalla storia soprattutto in Toscana, solo con la deterrenza i problemi non si risolvono”.

“Il decreto - ha aggiunto il consigliere Vannucci - fa letteralmente carne di porco dei 12 mila e 500 posti diretti del settore della canapa senza una valutazione scientifica e sanitaria facendo esclusivamente del populismo penale. Mi fa paura quello che dice il consigliere Petrucci, se la vostra normalità è quella di donne incinta o con figli di pochi mesi di vita che devono stare in carcere, è una normalità che non mi piace e farò di tutto perché non si realizzi”.

La capogruppo della Lega Elena Meini ha replicato che “non è normalità nemmeno che si permetta a donne di andare ad accattonare e rubare ai nostri cittadini toscani tutti i giorni in qualsiasi luogo; nemmeno andare a difendere la polizia di stato nei convegni e poi schierarsi dalla parte di chi crea disordini. Il decreto sicurezza prevede inasprimento delle pene fino a sette anni per chi occupa abusivamente, sostegno alle forze dell’ordine fino a diecimila euro per difese legali; l’introduzione delle bodycam; le verifiche più forti sull’antimafia: questi sono i temi centrali. Tutti noi ne andiamo fieri, non andare a vedere il decreto nella sua interezza è grave”.

“Abbiamo un concetto alto di sicurezza e di legalità” sostiene il consigliere Marco Martini del Partito democratico che aggiunge: “Viene approvato un decreto che toglie libertà ai cittadini ponendo la fiducia in Parlamento. Il decreto toglie libertà ai cittadini che scendono in piazza perché vogliono protestare, addirittura a chi fa lo sciopero della fame. Anche sugli sfratti esecutivi: da una parte si fa lo sfratto forzoso, dall’altra si mette a zero il fondo sui contributi per la morosità incolpevole.

Sulla questione delle donne che portano i bambini e che fanno i furti se ne fa una leggenda metropolitana. Vi sembra ci sia dignità nel tenere donne in carcere con i loro bambini? Vi invito ad andare a visitare le carceri. Serve un cambio di paradigma nell’educazione alla cittadinanza. Investire in cultura, conoscenza, supporto, aiuto a chi ha più debolezza. Sono orgoglio di far parte di un partito che ha un’impostazione diversa di legalità e di sicurezza”.

“State facendo una cosa molto grave alla libertà di manifestazione del pensiero nel nostro Paese” Spiega il consigliere Marco Niccolai (Pd). “Avete il mito dell’Ungheria come modello di democrazia, ormai il generale Vannacci vi ha conquistato. Viene introdotta una limitazione della democrazia gravissima. Si rendono reato penale una serie di comportamenti allo scopo di impedire alle persone di manifestare. Si tratta di una deriva autoritaria in cui volete portare il nostro Paese”.

“Il Partito democratico non è impegnato a favorire o supportare l’immigrazione clandestina, questa è una affermazione destituita di ogni fondamento”, afferma il consigliere Francesco Gazzetti (Pd) in risposta ad altri interventi. Gazzetti considera “una responsabilità gravissima e disumana il fatto di condannare persone che sono state salvate in mezzo al Mar Mediterraneo e domani costringerle a 714 miglia in più di navigazione. È una responsabilità politica e umana di questo Governo, che sta infliggendo a queste persona una pena aggiuntiva che è immotivata. Venite sulle banchine dei porti di Livorno e di Carrara. Quello che scende da quelle barche non è immigrazione clandestina, è umanità. Noi siamo quelli che non lasciano le persone in mezzo al mare”.

“Dobbiamo domandarci com’è la nostra società in questo momento – dichiara Giovanni Galli (Lega) –: abbiamo le baby gang, c’è la percezione che la sicurezza non sia così tranquillizzante per tutti. Chi vive a Firenze sa bene cosa sta succedendo alle Cascine e in via Canova. Il garante dei detenuti ci ha detto la settimana scorsa che il 60 per cento di quelli che sono a Sollicciano sono immigrati illegali. All’interno dei CPR vorremmo che fossero messe persone che hanno commesso dei reati. Abbiamo delegittimato le istituzioni e le forze dell’ordine. Siamo per l’accoglienza, ma legale”.

“In questo dibattito si toccano con mano le differenze tra le parti politiche – sostiene Massimiliano Baldini (Lega) –. Il decreto sicurezza non è un provvedimento voluto dalla destra, ma dai cittadini, che sono stufi di prendere il treno e trovarsi di fronte ad aggressioni, violenza, offesa. Di andare nelle stazioni a fare colazione e trovarsi in situazioni anche più gravi, soprattutto per le donne. Gli stessi cittadini che ci hanno mandato al Governo proprio per fare quei provvedimenti”. I numeri di carabinieri e poliziotti aggrediti “che finiscono all’ospedale quotidianamente sono clamorosi”, aggiunge Baldini. “I cittadini, non la destra, vogliono l’ordine, la tematica è fortemente sentita. Questi sono provvedimenti che finalmente portano il nostro Paese in un quadro di difesa della legge”.

“Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della mozione che attacca frontalmente il cosiddetto decreto sicurezza del Governo Meloni – dichiara Irene Galletti, Presidente del Gruppo M5S in Consiglio regionale della Toscana – Un provvedimento che crea più problemi di quelli che pretende di risolvere e che svela, senza più maschere, la natura autoritaria e reazionaria di questo esecutivo.”

“Con la scusa della sicurezza pubblica, si restringono gli spazi di democrazia, si criminalizzano le manifestazioni di dissenso e si attacca il diritto dei cittadini a esprimere liberamente il proprio pensiero. È un salto indietro sul piano dei diritti e della partecipazione, degno delle peggiori pagine della storia repubblicana.”

“Gravissimo anche il passaggio che colpisce la filiera della canapa – aggiunge Galletti – un settore agroindustriale innovativo, sostenibile, già sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dalla Regione Toscana nella scorsa legislatura. Colpirlo significa ostacolare uno sviluppo economico e responsabile, per pura ideologia.”

“Noi del Movimento 5 Stelle – conclude – ci opporremo con forza a questa deriva autoritaria. Difendere la Costituzione, i diritti civili e il futuro del Paese è una battaglia che porteremo avanti con determinazione, dentro e fuori le istituzioni.”