Servizio di refezione scolastica, Siaf soddisfatta: mense ok
Fornitori locali, prodotti biologici, prodotti provenienti dalla filiera del commercio e solidale. Alla vigilia della chiusura dell’anno scolastico la società Siaf, Servizi Integrati Area Fiorentina, ha presentato oggi nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Giunta regionale toscana il bilancio del suo servizio di refezione scolastica per mense delle scuole dei Comuni di Bagno a Ripoli, Val di Sieve e Mugello assieme alla vice presidente ed assessore all’Agricoltura della Regione Stefania Saccardi e, fra gli altri a Francesco Pignotti, sindaco del Comune di Bagno a Ripoli e Federico Ignesti, primo cittadino di Scarperia e San Piero.
Si sta per concludere un anno nel quale il servizio di refezione scolastica – nelle parole della vicepresidente Stefania Saccardi - ha svolto un ruolo importante nel valorizzare quello che la Regione Toscana cerca sempre di promuovere e sostenere: la filiera corta, i prodotti del territorio, l'agricoltura biologica, il coinvolgimento delle aziende agricole del luogo. La Toscana, in questo senso, ha dimostrato di saper esprimere in termini di qualità qualcosa in più, in termini di servizi offerti, rispetto alle altre regioni”.
“L’ educazione alla qualità nell'alimentazione - continua Stefania Saccardi - è fondamentale per la salute di tutti, perché il concetto di salute passa in buona parte anche attraverso quello che noi mangiamo e coinvolge sotto ogni profilo l'ambiente nel quale viviamo. Per questo non trascuriamo l’aspetto sociale di questo servizio. Quando si è scelto di usare prodotti che non provengono direttamente dal territorio della regione l’attenzione si è rivolta alle realtà che riguardano beni e terreni sottratti alla criminalità e privilegia ciò che lì viene coltivato. La Regione Toscana cura l'azienda agricola di Suvignano, la più grande sottratta alla mafia in Italia ed il cibo che portiamo nelle mense dei bambini fa parte di un coerente impegno che riguarda anche la la salute, la genuinità e la sostenibilità etica di quel che mangiamo”.
Fra i fornitori selezionati da Siaf figurano panifici artigianali, aziende agricole e pastifici locali, cooperative, aziende aziende produttrici di carni e latticini e oleifici che lavorano in prossimità, direttamente nel territorio dove i loro prodotti vengono distribuiti e consumati.
L’intento di questa filiera che coinvolge decine di realtà produttive toscane – molte delle quali a carattere artigianale o cooperativo – è quello di promuovere un circolo virtuoso che unisce salute, educazione alimentare, sviluppo locale e attenzione rivolta non solo alla qualità di ciò che arriva sulle tavole dei bambini ma anche a “come” i cibi vengono prodotti.
I menù scolastici – ha spiegato Stefano Innocenti, amministratore Delegato di Siaf - sono stati integrati, ad esempio, anche da prodotti coltivati con pratiche agricole etiche e socialmente responsabili, come gli agrumi e i biscotti della Cooperativa Libera Terra del Mediterraneo di Corleone, in provincia di Palermo, con l’obiettivo di privilegiare le aziende che adottano sistemi di produzione responsabili anche sotto il profilo della tutela del lavoro degli operatori.
"I risultati di quest’anno – ha continuato Innocenti - testimoniano come sia possibile coniugare efficienza del servizio, attenzione alla qualità e valorizzazione delle eccellenze locali", dichiara Stefano Innocenti, Amministratore Delegato di Siaf. "Abbiamo lavorato ogni giorno con l'obiettivo di servire non solo pasti, ma cultura alimentare e senso di comunità. Le famiglie, le scuole e i nostri fornitori sono parte integrante di questo progetto: un modello che funziona e che intendiamo rafforzare nei prossimi anni."
“Nel servizio delle mense scolastiche – ha dichiarato Francesco Pignotti – c’è l’impegno delle amministrazioni comunali alla diffusione fra i bambini dell’educazione alimentare e alla cultura del cibo: da dove proviene, come lo si fa, chi lo produce. È una catena che rende partecipi bambini, famiglie, insegnanti, azienda fornitrice e la stessa amministrazione. Alla fine questo impegno comune viene compreso anche dai più piccoli”.
“ Ciò che viene servito nelle mense delle nostre scuole – ha spiegato ancora Federico Ignesti – fa parte di un piano formativo, al pari delle lezioni di italiano, educazione di fisica o di matematica. È un momento d'apprendimento dove c'è un investimento pubblico volto a premiare la professionalità di chi opera nel settore e soprattutto una cucina attenta anche sotto il profilo estetico e nella preparazione del piatto, che il bambino può gradire o meno, ma impara a valutare nel suo valore di pietanza”.