Save the Duck e Kuntal conquistano l' Everest

Redazione Nove da Firenze

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, conquista l’Everest,ossia la vetta più alta al mondo con i suoi 8.848 metri d’altitudine. E segna un ulteriore record nella storia dell’abbigliamento tecnico-sportivo. Mai no ad ora un capospalla senza l’imbottitura in piuma d’oca era arrivato così in alto. E lo fa a quasi un annodi distanza dalla scalata del monte Lhotse, situato sempre in Nepal, a 8.516 metri d’altitudine, quarta montagna più alta del mondo, composta da tre vette e collegata direttamente all’Everest tramite il Colle Sud.

Ai tempi Nicolas Bargi, founder e ceo diSave The Duck, aveva esclamato: «La prossima sda sarà l’Everest». Detto, fatto. E ancora una volta a centrare l’obiettivo è stato l’alpinista vegano Kuntal A. Joisher. Quello tra Save The Duck e lo scalatore originario di Mumbai, India, è un sodalizio straordinario. Perché ha permesso di dimostrare sul campo che è possibile realizzare una tuta da scalata estrema completamente animal free.

«Sono davvero felice e ringrazio di cuore Joisherper averci regalato questa opportunità» esclama Nicolas Bargi.

UN RECORD MONDIALE

È stato proprio l’alpinista Kuntal A. Joishera chiedere a Save The Duck di realizzare per lui una tuta in linea con le sue convinzioni etiche. «Non siamo stati i primi ad essere contattati» prosegue Bargi. «Ma siamo stati gli unici ad accettare la sda progettando ex novo un prodotto all’epoca inesistente. E l’abbiamo fatto da outsider. Perché Save TheDuck è sinonimo di sportswear. Non di abbigliamento specialistico da alta montagna.

Eppure...». Il team di ricerca di Save TheDuck ha raccolto la sfida dimostrando che l’innovativa tecnologia PLUMTECH®, un’ovatta tecnica termoisolante, in grado di ricreare la sofficità della vera piuma, conservando i vantaggi dell’imbottitura termica, è in grado di riparare anche dalle intemperie più estreme».La spedizione di Kuntal A. Joisher e del suo sherpa Mingma Tenzi si è conclusa all’alba del 23 maggio 2019 dopo un mese esatto di scalata del versante Nord.

E a caldo l’alpinista ha dichiarato: «È stata una delle spedizioni più difficili della mia vita ma sono davvero felice di averla portata a termine anche perché è la prima impresa totalmente animal free della storia dell’alpinismo». E così è: l’intero team era vestito 100% Save The Duck. Prosegue Kuntal A. Joisher: «Colgo l’occasione anche per ringraziare gli sherpa che mi hanno accompagnato in questa avventura straordinaria.

A cominciare da Mingma, un alleato davvero prezioso e insostituibile»

UN PAPERO MOLTO SPECIALE

Save The Duck, lanciato nel 2011 proprio da Nicolas Bargi, con l’obiettivo di realizzare capi privi di piume, pellami, pellicce e in generale materiali/tessuti di derivazione animale, oggi è in mano per il 65% delle quote societarie a Progressio Sgr attraverso il fondo Progressio Investimenti III e cresce a doppia cifra anno su anno. Con una marginalità superiore al 20%. Per l’esattezza: il marchio della «papera che fischietta»ha archiviato il 2018 con ricavi a quota 33 milioni e un Ebitda del 24% a 8 milioni di euro e per il 2019 punta a raggiungere i 40 milioni.

Prosegue Nicolas Bargi: «Al momento Save The Duck, con una quota export che ha raggiunto il 50% delle vendite, è già presente in 30 paesi, primo mercato Stati Uniti a seguire Germania, l’area Benelux e tutta la Scandinavia, attraverso un network selezionato di negozi wholesale e nei maggiori department store. A settembre 2018, nel cuore di Milano, abbiamo inoltre inaugurato il primo negozio monomarca a insegna Save The Duck.

E non è stato che il primo passo. Il focus nel medio termine è sulle principali destinazioni fashion del mondo».