Meningite: informazioni su malattia, sintomi e fattori di rischio

Redazione Nove da Firenze

"La meningite si trasmette attraverso la saliva emessa con la tosse del malato, gli starnuti o anche parlando" spiega il Ministero della Salute.

L’Haemophilus influenzae, così come il meningococco e lo pneumococco, molto spesso è presente nel naso e nella gola di “portatori sani”, cioè persone che tengono con sé il germe, ma non presentano alcun sintomo della malattia. Le infezioni virali delle alte vie respiratorie, come l'influenza, predispongono all'infezione della meningite.

Il periodo di contagiosità non è noto e può protrarsi fino a che il germe è presente nelle secrezioni respiratorie; dura meno di 24 ore se viene avviata un'efficace terapia antibiotica.

I sintomi della meningite possono essere aspecifici: sonnolenza, mal di testa, mancanza di appetito.In genere, però, dopo 2-3 giorni peggiorano e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità (fastidio alla luce); tipiche la rigidità della nuca e quella all'estensione della gamba. Nei neonati alcuni di questi sintomi non sono molto evidenti, mentre può esserci un pianto continuo, irritabilità e sonnolenza al di sopra della norma, e scarso appetito.

A volte si nota l'ingrossamento della testa, soprattutto nei punti non ancora saldati completamente (le fontanelle), che può essere palpato facilmente - spiega il Vademecum del Ministero della Sanità.Se vengono segnalati i classici sintomi, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico, che prescriverà gli accertamenti del caso o eventualmente valuterà l'opportunità di un ricovero in ambiente ospedaliero e l'isolamento dei contatti. Il test più affidabile per l'accertamento della meningite è rappresentato dalla puntura lombare.

L'esame del liquido spinale permette l'identificazione del microorganismo responsabile.Il trattamento della meningite deve essere tempestivo. Nel caso di meningite batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. L’identificazione del batterio che causa la malattia è importante, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire se è necessaria la profilassi dei contatti. In molti casi è necessario il ricovero in ospedale, anche per limitare la diffusione della malattia ai familiari e contatti più stretti.La meningite si può evitare mettendo in atto alcune misure di tipo ambientale e comportamentale, come:

La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi.

La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. Gli agenti più frequenti sono herpesvirus ed enterovirus.

La forma batterica è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali. Il periodo di incubazione della malattia può variare a seconda del microorganismo causale. Nel caso della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni, per la forma batterica dai 2 ai 10 giorni. La malattia è contagiosa solo durante la fase acuta dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio.I batteri più frequentemente in causa sono tre:

I pricipali fattori di rischio della meningite batterica sono:

La meningite di origine fungina si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

Per approfondimenti il Ministero della Salute indica Domande e Risposte specifiche consultabili nella sezione FAQ sulla meningite.