Maggio Musicale, la Fondazione mette tutti in 'cassa'

Redazione Nove da Firenze

"Non appena il DPCM è entrato in vigore la Fondazione non ha perso tempo e si è attivata per ricorrere all'ammortizzatore sociale chiudendo quindi il Teatro non solo al pubblico, ma anche ai suoi dipendenti. Una scelta che risulta incomprensibile perché le maestranze e gli artisti nei prossimi giorni avrebbero dovuto lavorare, come già previsto, per preparare anche gli spettacoli programmati per quando il Teatro tornerà aperto a tutti, dopo lo stop imposto dal Governo". Così in una nota Cristina Pierattini (Slc-Cgil Area Vasta), Angelo Betti (Fistel-Cisl), Nicola Lisanti (UilCom-Uil), Enrico Sciarra (Fials-Cisal).

"Una scelta - proseguono - che risulta incomprensibile e che contrasta con la volontà e gli sforzi profusi fino ad oggi per favorire un rilancio del Maggio Musicale Fiorentino. Una scelta che mortifica il Teatro e i sui dipendenti, senza dimenticare tra questi coloro che sono stati chiamati con contratti a termine in tempi recenti – diversi di loro per giunta non residenti che hanno già sostenuto spese - e che saranno lasciati, a causa delle limitazioni poste dalle norme, senza reddito e nessun sostegno alternativo. Senza nulla.

Una decisione quindi non condivisibile, dannosa e non obbligata, tanto che altre Fondazioni hanno preso strade differenti.

Tutti ovviamente abbiamo a cuore la tenuta del bilancio ma questo deve avvenire senza scaricare sui dipendenti responsabilità che non hanno.

Siamo pertanto a richiedere ufficialmente con forza al Sindaco, Presidente della Fondazione, al Presidente della Regione, socio fondatore, al Consiglio d’indirizzo e al Sovrintendente la riapertura immediata dell’attività e un tavolo di discussione in cui congiuntamente alle OO.SS., sulla base dei dati di bilancio che chiediamo di poter visionare, si possano individuare le giuste misure per affrontare questo periodo drammatico".