Lo Shakespeare del VolterraTeatro Festival

Redazione Nove da Firenze

…davanti al cancello alto, di ferro spesso e un po’ arrugginito, stiamo in fila ordinati e silenziosi, con un’ardente curiosità per la nuova rappresentazione dell’edizione 2015 di VolterraTeatro Festival, in attesa di godere di un’altra geniale opera di Armando Punzo, “Shakespeare know well”.

Dopo i vari controlli del caso, entriamo in quello che quotidianamente e per il resto dell’anno è il corridoio di un carcere italiano, che si dipana fra celle, porte, sbarre, infermeria ecc…fino ad uscire in cortile.

Il cortile è un palcoscenico a cielo aperto, teatro oggi di una tragedia onirica didattica.

La straordinaria musica di Andreino Salvadori apre la scena, scandisce la tragedia, incornicia i personaggi e gli attori declamano il non agire della vita e la sua sospensione.

La recitazione intensa e professionale potrebbe far dimenticare allo spettatore dove siamo e chi sono gli attori, ma è proprio questo che aggiunge pathos e fascino al tutto, è uno spettacolo nello spettacolo. Catturati da figure imponenti che animano la scena anche quando non declamano il Bardo, gli spettatori non sentono il caldo torrido, ma rapiti, seguono la scena fino al corale finale.

Gli attori escono e riescono più volte per godere di un caloroso plauso, il battito delle mani che non smetteremmo mai, che vorremmo non finisse mai quasi a prolungare ancora e ancora l’ennesimo incanto della Compagnia della Fortezza.

Ognuno di noi torna a casa portando nel cuore e negli occhi la bellezza del teatro, del teatro intramontabile di Shakespeare, del teatro intimistico e di rieducazione sociale di Armando Punzo.

Costanza Borgognoni