La Toscana alla guida di Slow Food Italia

Redazione Nove da Firenze

«L’esperienza maturata in Slow Food mi ha permesso di comprendere la centralità e il valore delle progettualità che nascono dal basso. Le comunità, in particolare quelle delle aree marginali, hanno in sé la forza per dimostrare quello che possiamo raggiungere lavorando tutti insieme. Con questa prospettiva mi accingo a questa nuova esperienza». È con queste parole che Massimo Bernacchini, cinquant’anni di Orbetello, attivo nel mondo della cooperazione e della pesca, ha accolto oggi il suo nuovo incarico nel Comitato Esecutivo di Slow Food Italia, che ha riunito 650 delegati a Montecatini Terme per il IX Congresso nazionale.

Bernacchini entra in Slow Food nel 2000 e collabora alla nascita del Presidio della Bottarga di Orbetello. Dal 2006 è membro della Segreteria Regionale di Slow Food Toscana; è docente di Master of Food e coordinatore della rete internazionale delle Isole Slow; è stato membro del consiglio internazionale di Slow Food dal 2007 al 2017; dal 2006 ricopre l’incarico di consigliere nazionale.«Stiamo vivendo una fase storica della nostra Associazione che segnerà la strada per un futuro straordinario, in Italia come nel mondo.

La dichiarazione di Chengdu, Cina ottobre 2017, con le mozioni approvate a sostegno della nostra nuova via, rappresentano una linfa vitale che ha rinnovato molti entusiasmi nei territori in cui Slow Food è presente e dove la sua attività è stata al centro di iniziative importanti. Da quel momento, in tutte le nostre Condotte, in tutti i consessi regionali, all’interno del nostro Consiglio nazionale, le parole rinnovamento, inclusività, apertura, ascolto, sorriso, disponibilità, hanno acquisito nuova forza nei dialoghi e nei confronti e dovranno continuare a farlo per portare la nostra rete italiana a presentarsi degnamente al prossimo Congresso Internazionale del 2020.

Ci impegniamo a far nostri i temi delle mozioni, dei documenti e dei contributi che sono stati depositati da diverse parti d’Italia durante il Congresso sui temi delle migrazioni, della giustizia del cibo che consumiamo, del sostegno della rete dei giovani, dell’agricoltura sociale, della riqualificazione ambientale, della mobilità sostenibile così come della lotta a qualsiasi tipo di sfruttamento ambientale, umano e sociale nel sistema produttivo agricolo dei nostri territori. Il nostro modo di guardare alla biodiversità è stato e continua ad essere unico nel mondo, al confronto con la moltitudine di associazioni ed organizzazioni che lavorano sulla conservazione della biodiversità con le quali pure già collaboriamo e sempre più collaboreremo.

Questa ricchezza dovrà essere al centro della nostra attività attraverso il nostro progetto dei presìdi, lo sviluppo dei mercati della terra, il consolidamento della rete dell’alleanza dei ristoratori. Ma anche attraverso il rafforzamento delle reti territoriali così come quelle tematiche che stanno svolgendo e possono svolgere un ruolo fondamentale nel nostro Paese, soprattutto in aree con specifiche fragilità. E questo impegno dovrà convergere in modo ancora più forte nell’ambito delle campagne internazionali come quella sugli orti in Africa che ci hanno già visto impegnati negli anni scorsi o quella sul cambiamento climatico che merita una strategia attenta a partire proprio dai nostri territori con la consapevolezza di come si svolge a livello globale».Chiamati a dirigere l’Associazione nel percorso di rinnovamento che porterà al Congresso del 2020, i sette componenti portano in dote la loro variegata esperienza nella rete Slow Food italiana.

Insieme a Bernacchini:

«L’esperienza di Terra Madre come abbiamo fatto in questi anni in Toscana, operando in modo inclusivo e “dal basso” per dar voce a tutte le anime possibili che vedono in Slow Food e in quello che facciamo un’opportunità di essere riconosciuti. Parlo di produttori, di comunità di territorio, di progetti educativi, di cuochi e associazioni che in questi anni hanno stretto alleanze con la nostra Associazione» ha dichiarato Bernacchini.