La parola di Dante: "ammentarsi" cioè ricordarsi

Redazione Nove da Firenze

Una parola di Dante al giorno, per tutto il 2021. In occasione della ricorrenza dei settecento anni dalla morte del poeta, l'Accademia pubblicherà 365 schede dedicate alla sua opera: affacci essenziali sul lessico e sullo stile del poeta, con brevi note di accompagnamento. La parola di Dante fresca di giornata è un'occasione per ricordare, rileggere, ma anche scoprire e approfondire la grande eredità linguistica lasciata da Dante.

La parola di oggi 22 gennaio

ammentarsi

(Purgatorio XIV, 56)

Né lascerò di dir perch'altri m'oda;e buon sarà costui, s'ancor s'ammentadi ciò che vero spirto mi disnoda.

Si tratta di un verbo formato sul sostantivo mente “tenere a mente, ricordarsi”; la stessa base è in rammentare/si “richiamare alle mente, ricordare” che Dante usa soltanto in rima e con diverse sfumature di significato sia nel Purgatorio sia nel Paradiso. I due verbi, attestati a partire dal XIII secolo, hanno sorte diversa: ammentare/si ha una vita breve e da tempo è parola obsoleta, rammentare/si è ancora oggi comune soprattutto nell’italiano di Toscana.