Ipotesi green pass in ristoranti e locali pubblici

Redazione Nove da Firenze

“La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata. Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie. I Pubblici esercizi hanno pagato più di ogni altro settore nei 16 mesi della pandemia, sia in termini di perdita di fatturati che in termini di posti di lavoro.

Andare ancora una volta a pesare sulle nostre attività significa compromettere la ripartenza e allontanare le migliaia di professionisti che stavano tornando pian piano ad avere fiducia e a mettere le loro competenze a disposizione dei locali. Se proprio si vuole percorre questa strada, che il vincolo del vaccino valga per ogni tipo di attività, dal teatro, alla palestra, al supermercato, a ogni altro luogo. Altrimenti è discriminatorio.

Se, invece, l’obiettivo è sensibilizzare i giovani sull’importanza delle vaccinazioni, facciamolo insieme. Come Fipe-Confcommercio siamo disposti a collaborare con il governo per una campagna di comunicazione capillare a ogni tavolo e a ogni bancone. Ma basta provvedimenti punitivi sempre contro i soliti settori” Così Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.

"Green pass nei ristoranti? Basta far ricadere di nuovo le incapacità del governo sui ristoratori con misure che riteniamo incostituzionali. Chi dovrebbe controllare la certificazione verde dei nostri clienti? Il nostro personale? A quale titolo? E se il green pass fosse un falso, come ne girano tanti già sul mercato nero che si sta andando così ad alimentare, di chi è la responsabilità?. Non ci stiamo a queste condizioni. Siamo contro le discriminazioni. Non ci possono essere cittadini di serie A e serie B e violare le libertà garantite dalla Costituzione.

Continuiamo con il piano vaccinale, sensibilizziamo alla vaccinazione, fondamentale per mettere in sicurezza le persone più a rischio, ma al green pass rispondiamo 'tamponi per tutti e gratuiti', rispettando la libertà di scelta e di movimento di tutti i cittadini”, è quanto afferma Raffaele Madeo, portavoce di Tni Italia, associazione che è nata nel marzo 2020 a Firenze, con il nome di Ristoratori Toscana, con l'obiettivo di tutelare le imprese della ristorazione.

”Illusi, noi, di poter tornare finalmente a lavorare. Tra restrizioni, ipotesi di nuove chiusure e green pass, siamo costretti di nuovo a tornare in piazza. I nostri appelli e le nostre proposte sono caduti nel vuoto. Diciamo basta e siamo pronti a manifestare se le misure del governo francese dovessero essere adottate anche in Italia”, conclude Madeo, lanciando l'hastag #nogreenpass.

“Mentre a Lampedusa quotidianamente sbarcano centinaia di clandestini, il Governo Draghi si appresta a limitare nuovamente le libertà individuali degli italiani. Insomma, continuano ad aprire le porte a chiunque mentre limitano la libera circolazione dei cittadini. Da giorni il sindaco di Firenze Dario Nardella tifa smodatamente per l’introduzione del Green Pass sul modello francese. Non è così che si arginano nuove ondate del Coronavirus. Temiamo che a settembre si possa verificare nuovamente ciò che è accaduto lo scorso anno.

Giani e Draghi non possono fare affidamento solo sui vaccini visto che questi non sono ancora completamente efficaci contro le varianti. Non è stato fatto nulla per il trasporto pubblico e per le scuole! Governo e Regione non hanno mosso un dito e ora vorrebbero imporre il Green Pass anche per prendere il caffè al bar. I nostri ragazzi rischiano di vivere un altro anno di didattica a distanza e proprio oggi i test Invalsi hanno rivelato quanto sia stata dannosa! Chiediamo pertanto al governatore Giani di farsi portavoce presso il Ministero degli Affari regionali per far sentire chiara e forte la linea del no al Green Pass e all’obbligo vaccinale.

Inoltre, il presidente della Regione e Nardella, anziché tifare per il modello Macròn, dovrebbero pensare a come arginare la terza ondata prima che la nuova piena rompa i pochi argini che hanno messo”. E’ la dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano.