Il virus riprende e i viaggi vengono annullati

Redazione Nove da Firenze

Le prime percentuali di annullamento viaggi cominciano a circolare come reazione alle percentuali di ripresa di diffusione del virus.

Da gennaio 2020, il portale del Ministero degli Esteri monitora l’emergenza sanitaria causata da COVID-19. Tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono considerare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario.

In particolare, nel caso in cui sia necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico per l’ingresso/rientro in Italia, i viaggiatori devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo. In questo caso, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal paese in cui ci si trova.

Tali procedure interessano, secondo la normativa locale, anche i cosiddetti “contatti” con il soggetto positivo, che sono ugualmente sottoposti a quarantena/isolamento dalle autorità locali e a cui non è consentito spostarsi.

"La nota della Farnesina sui rischi sanitari connessi agli spostamenti colpisce duramente le nostre imprese, che stanno emergendo da mesi difficilissimi proprio mentre i primi viaggiatori hanno ripreso a muoversi. In una situazione del genere, arriva questo comunicato che mina, anzi distrugge le nostre speranze. La Farnesina consiglia ai viaggiatori di non spostarsi e ferma di nuovo un comparto di professionisti che attendono solo linee unitarie per tornare a generare un PIL del 13,5%. Gli sforzi fatti dalle istituzioni sono stati sicuramente importanti, ma non sono arrivati alla conclusione finale, quella che noi tutti aspettavamo. Non possiamo accettare un nuovo blocco, non adesso che abbiamo riaperto dopo esserci impegnati al massimo nel rispetto delle normative, non nel momento in cui finalmente abbiamo le vaccinazioni e i green pass, strumenti che ci hanno ridato la speranza di ripartire con il nostro lavoro" è la reazione di Fiavet Toscana.

"Noi di Fiavet ci siamo mossi per primi per infondere questo nuovo sentiment, e adesso che il mercato si sta riaprendo veniamo colpiti da questi comunicati diffusi delle nostre Istituzioni. Non abbiamo bisogno di chiusure, al contrario, abbiamo bisogno di aprire e dare fiducia al mercato in ogni modo possibile, servono regole per aprire e per permetterci di offrire la nostra professionalità in sicurezza, il Green Pass europeo che noi tutti auspicavamo doveva costituire un archetipo sul quale lavorare per una uniformità di piattaforme.

Al momento ci troviamo invece a lavorare con regole diverse per ogni singolo paese: tamponi sì tamponi no, vaccini sì ma quali, PLF da riempire, mascherina si mascherina no, insomma un vero caos. Il nemico del caos è l’ordine e deve essere stabilito. Chiediamo alle istituzioni di lavorare con urgenza e con responsabilità per dare regole precise ed uguali per tutti o non usciremo mai da questa situazione. Ricordiamo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che ancora poche settimane e la stagione dei viaggi sarà finita.

Se non ci sarà un intervento urgente da parte delle istituzioni, con norme ed accordi chiari con gli stati UE ed extra UE, per molti di noi non ci sarà futuro. Noi abbiamo cercato di dare fiducia al mercato in ogni modo possibile e ora abbiamo bisogno della vostra fiducia per ripartire e fare in modo che quella luce in fondo al tunnel, che appare così lontana, possa finalmente avvicinarsi" concludono da Fiavet Toscana.

La Farnesina dunque raccomanda di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a COVID-19. Ma nonostante gli appelli governativi per agire in modo disciplinato, il rischio per i consumatori è di imbattersi in salate fregature.

“Ancora in voga, nonostante diverse perplessità e attentati (anche legislativi), la forza del Diritto, contro quella della spada, sembra poter essere utile -spiega Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- Diritto che è bene rammentare, ripassare, rispolverare, chiamando tutti i suoi protagonisti e meccanismi alla luce e, in certi casi, alla lotta”.

“Principio base: ogni annullamento causa covid (divieti di vario tipo) dà diritto al rimborso in soldi al 100%. Ma la prevenzione individuale ognuno se la paga: il timore di covid, fa rientrare l’annullamento nell’ambito dei normali contratti tra fornitore del servizio e utente (penalità, etc).

Trasporti: voli, treni, navi, autobus noleggi: Causa covid sono tutti rimborsabili in denaro al 100%. Se annullano i fornitori per loro esigenze di pianificazione commerciale (aerei con pochi passeggeri, per esempio) e non per covid, in alcuni casi ai consumatori sono dovuti anche indennizzi.

Alberghi e alloggi vari: Causa covid sono rimborsabili in denaro al 100%. Causa paura di covid: se da parte del fornitore del servizio, non si esclude l’indennizzo per vacanza rovinata; se da parte del consumatore, occorre verificare le penali specifiche del servizio”.

“Se l’interlocutore è italiano o comunitario (UE) la richiesta e l’eventuale contenzioso sono facili, altrimenti sono difficili. Dopo le richieste di rimborso coi canali più o meno facili che ogni fornitore di servizio mette a disposizione (modulistica e mail), in mancanza di considerazione dopo pochi giorni, occorre passare alle maniere forti: pec (solo per i fornitori italiani) o raccomandata A/R di diffida, intimando il rimborso del dovuto e minacciando di rivolgersi alle autorità preposte” conclude Vincenzo Donvito, presidente Aduc.