Il Pd vuole il rafforzamento dei Quartieri a Firenze

Redazione Nove da Firenze

Italia Viva – Casa Riformista si è astenuta nella votazione della mozione sul rafforzamento dei Quartieri di Firenze, discussa al Mandela Forum durante il consiglio congiunto dei cinque Quartieri. La mozione è la 398200, del 22/10/2025 depositata dai gruppi di maggioranza dei cinque Consigli di Quartiere ed avente ad oggetto “Potenziamento del decentramento amministrativo e del ruolo dei Quartieri – Superamento della DG 2010/G/00016 […] e ritorno alla situazione previgente al 2010”.

«Il rafforzamento dei Quartieri è un tema decisivo per il futuro della città – dichiarano i consiglieri comunali Francesco Casini e Francesco Grazzini insieme ai consiglieri di Quartiere Giulio Luzzetti (Q1), Tommaso Cardini (Q2), Giampaolo Cherici (Q3) e Martino Bertocci (Q5) – ma serviva un percorso chiaro, condiviso e aggiornato. La non volontà di allargare il ragionamento alle forze di opposizione dimostra ancora una volta quanta poca visione e lungimiranza si continua ad avere. Non è a colpi di maggioranza che si modificano gli assetti istituzionali.»

«La mozione nasce da un’intenzione positiva, ma pone questioni di metodo che non possono essere sottovalutate. Il decentramento deve essere un progetto comune della città, non una bandiera di parte: occorre un lavoro partecipato che coinvolga tutte le forze politiche e i territori per definire insieme obiettivi, strumenti e competenze.»

«Le decisioni sul decentramento spettano comunque al Consiglio comunale – aggiungono – e un voto favorevole oggi rischia di restare solo simbolico se non accompagnato da un percorso politico concreto e condiviso. A livello comunale, serve aprire un percorso di prospettiva che guardi anche oltre i confini cittadini, per iniziare a ragionare di concerto con i Comuni contermini e recuperare il progetto di una Grande Firenze, capace di affrontare le sfide metropolitane con una visione unitaria.»

«Per Italia Viva – Casa Riformista questo dibattito deve essere l’inizio di un cammino comune, non la sua conclusione. Firenze ha bisogno di una classe dirigente capace di collaborare e innovare, rafforzando i Quartieri come primo presidio della democrazia locale. La nostra non è una porta che si chiude alla riforma ma l’attesa di poter analizzare e magari discutere insieme la delibera e il nuovo regolamento.» .

SINISTRA PROGETTO COMUNE - "Ci dispiace molto per come la maggioranza ha scelto di partire questa prima fase sul decentramento. Dopo anni di errori, finalmente si riconosce la necessità di invertire la tendenza, ma senza coinvolgere realmente le opposizioni, o almeno chi - come noi - pone il tema da oltre un anno, con atti di indirizzo e proposte di deliberazione. I prossimi Consigli devono essere indetti nel modo più aperto possibile, con il giusto anticipo delle date, rendendo disponibili e chiari i documenti. La partecipazione di uditrici e uditori c’era anche ieri, nonostante tutto, quindi è chiaro che se ci fosse volontà politica troverebbe riscontro.

Ieri abbiamo registrato una profonda distanza anche sulla visione delle assemblee elettive. Non crediamo di dover solo segnalare dove ci sono le buche da riparare. Certo, molti problemi pratici emergono nel rapporto di prossimità con la cittadinanza, ma evidenziamo come le Consigliere e i Consiglieri abbiamo il dovere di esprimere un dibattito tra visioni della Città, costruendo proposte di prospettiva.Riteniamo centrale il senso del nostro emendamento, che proponeva di superare l'elezione diretta della Presidente e del Presidente, che ricordiamo è una richiesta delle destre, su cui il centrosinistra ha dato massime concessioni.Prendiamo atto dei toni scelti da molti interventi della maggioranza, che in modo insistente e ossessivo hanno fondamentalmente dichiarato che chi vince le elezioni ha sempre ragione.

Una visione riduttiva della democrazia che svilisce il senso stesso del momento elettorale e il ruolo dei Consigli.Per quanto ci riguarda abbiamo scelto un voto di astensione, perché il decentramento ha bisogno di segnali e comprendiamo che dentro il Partito Democratico convivono posizioni contrastanti tra di loro, per non parlare del campo larghissimo. Votare contro sarebbe stato un errore, ma prendiamo atto di come non ci sia - a oggi - una reale volontà di trovare sintesi avanzate. Proseguiamo comunque con massima determinazione nella direzione del bilancio partecipato, dell'urbanistica di genere e partecipata, del conferimento di maggiori poteri ai Consigli, a partire dalle principali deleghe su cui sono sovrani gli Enti Locali.

Cercheremo anche di organizzare momenti di riflessione pubblica su quanto le cose siano cambiate in questi decenni, per precise responsabilità del centrosinistra: non basta dare funzioni e soldi, se non si rilancia il ruolo stesso che possono avere i Quartieri", concludono Francesca Lupo (Sinistra Progetto Comune - Quartiere 1), Lorenzo Palandri (Sinistra Progetto Comune - Quartiere 2), Giovanna Sesti (Sinistra Progetto Comune - Quartiere 3), Giulia Marmo (Sinistra Progetto Comune - Quartiere 4), Thomas Maerten (Sinistra Progetto Comune - Quartiere 5), Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune),

FIRENZE DEMOCRATICA - “Ridare forza ai Quartieri non significa aumentare i budget dei presidenti, ma restituire ai consiglieri eletti dai cittadini la possibilità di incidere davvero sulle scelte che riguardano i territori con il loro voto vincolante in consiglio. Firenze ha bisogno di istituzioni di prossimità vive per la propria comunità, non di centri di spesa autoreferenziali”. Così Cecilia Del Re, capogruppo di Firenze Democratica in consiglio comunale, Alessandra Gasperini, Serena Berti, Roberto Visciola, Massimiliano Piccioli, Lara Arbo, capigruppo nei consigli di Quartiere, in merito alla discussione che si è consumata in questi giorni sui giornali e ieri sera durante l’assemblea dedicata ai Quartieri fiorentini.

“Negli ultimi anni, il ruolo dei Quartieri si è sempre più svuotato, un organo consultivo senza peso reale, mentre hanno acquisito forza i Presidenti dei Quartieri, eletti direttamente, alcuni con deroga per il terzo mandato consecutivo. Oggi qualcuno vorrebbe rilanciarli con fondi e competenze gestionali, ma senza affrontare il vero nodo: la rappresentanza. Noi diciamo no a presidenti sempre più ingombranti, e sì a consigli di Quartiere il cui parere sia vincolante in materie decisive come bilancio e urbanistica, affinché siano messi in grado di discutere, deliberare, coinvolgere e rappresentare davvero la cittadinanza, riallacciando quel rapporto di fiducia nella politica, anche locale, che altrimenti sfocia nell’astensionismo.”

Per Firenze Democratica, la priorità deve essere quella di ridare dignità ai consigli di Quartiere, rendendo vincolanti i loro pareri sulle decisioni che impattano la vita dei cittadini, dal bilancio all’urbanistica (oggi il parere del consiglio di quartiere ha valore solo consultivo); e rendendo obbligatori ma con valore solo consultivo i pareri dei consigli di Quartiere in tutte le restanti materie (oggi non è così, con il risultato che sono pochissime, due o tre in totale, le delibere su cui è chiesto il parere dei consigli di Quartiere).

“Il nostro emendamento sui pareri vincolanti dei consigli di quartiere è stato respinto, così come tutti gli atti delle minoranze. Nessun reale ascolto c’è stato, neppure ieri sera, tanto che la Sindaca ha annunciato che la delibera era già pronta senza neppur aver ascoltato i vari interventi. Abbiamo però notato che la Sindaca ha ripreso parte del nostro emendamento che avevamo anticipato, svuotandolo di sostanza: affermare che le delibere di bilancio e urbanistica passeranno anche dai Quartieri con valore solo consultivo significa non modificare nulla rispetto a quanto già avviene, restando i consigli di quartiere per il resto esclusi da tutta una serie di decisioni e senza che mai il loro parere sia vincolante.

Per noi più potere ai Quartieri significa coinvolgimento reale di eletti e cittadini nelle scelte fondamentali del territorio. Solo dopo si può parlare di aumento di risorse e personale per abilitare i Quartieri a svolgere le funzioni delegate, stando attenti però a non creare disparità tra territori nell’erogazione dei servizi come avveniva in passato”.