Il PD favorevole a donare il Fiorino all'Associazione Luca Coscioni
Firenze, 12 maggio 2025- “Io ero rimasto al Popolo della Libertà, quel Partito che si rifaceva ai principi liberal- democratici che vedeva sancire la libertà dell’individuo di fronte ad uno stato accentratore con annesso spauracchio del ritorno dei comunisti al Governo. Ma oggi i partiti di Governo, di liberale hanno solo l’idea del mercato e dell’economia, per il resto niente: niente diritti sociali, religiosi e civili -dichiara il capogruppo PD Luca Milani- Basta ricordare che il primo atto appena insediati fu il decreto sui Rave (emergenze del Paese) per passare all'ultimo decreto sicurezza che vuol rispedire le donne in gravidanza o con bimbi piccoli diritte in carcere o nei centri di detenzione attenuata (ICAM).
E ancora sui diritti civili; è di questi giorni la notizia della decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge toscana sul fine vita che ha solo definito – lo voglio dire con estrema chiarezza- le modalità i tempi, le procedure le indicazioni operative alle ASL per poter garantire quello che è già un diritto espresso dalla Corte costituzionale. Stiamo parlando di diritti dell’individuo, di libertà personale, di democrazia. Di dignità soprattutto!
Si dignità perché quando il corpo viene consumato e devastato senza rimedio da una malattia incurabile, contro la quale nessun medico riesce ad indicare una via di uscita, concedeteci almeno di conservare quella dignità umana minima; è un gesto di pietas. A tre mesi dalla sua approvazione quel fenomeno strillato che si sarebbe verificato verso la nostra regione di turismo della morte, non solo non c'è stato ma sono solo 2 le richieste inoltrate.
Oggi in Italia abbiamo un problema. I diritti sono in costante contrazione:
- la legge Toscana sul fine vita è una risposta fortissima a questo scivolamento, perché risponde con voce alta e ferma per dire che i diritti non si toccano e anzi si deve farli crescere, perché l'umanità progredisce - purtroppo nella sua storia- inciampa spesso in piccoli uomini con piccola visione.
- I rappresentanti di FDI e di altri partiti che a livello Regionale hanno provato ad ostacolare la legge con il ricorso alla commissione garanzia, poi respinto, hanno pensato bene di impugnare la norma dicendo che deve essere il governo centrale a fare una legge, che il governo centrale si guarda bene dal fare.
- Melina: per decidere di non decidere anche a fronte di tantissime firme raccolte dall’associazione Luca Coscioni.
- Non solo è la Corte costituzionale che ha reso effettivo il diritto e intimato al Parlamento di legiferare sulla materia.
- Bene come spesso è accaduto nella storia la Regione Toscana ha sentito necessario dare una risposta.
Scusate se è poco.
Noi crediamo che per manifestare tutta la nostra partecipazione e attenzione al tema sia giusto e necessario fare un gesto simbolico... ma di alto valore morale, quello di conferire il Fiorino d’Oro della città di Firenze all’Associazione Luca Coscioni, come proposto da un atto di SPC, per darle il merito di portare avanti questa causa giusta per affermare questo diritto per tutti e tutte noi”.
“Assoluta condivisione e sostegno al Governo per l’azione volta a bloccare la legge recentemente approvata dalla Regione Toscana in materia di fine vita, legge fatta spostando 30 mila euro dai fondi destinati ai disabili per destinarli al suicidio assistito. Di fronte a una legge che rischia di generare gravi conflitti costituzionali e giurisprudenziali, il Governo ritiene doveroso esercitare ogni strumento previsto dall’ordinamento per garantire il rispetto, tutelare la coerenza del quadro normativo nazionale e salvaguardare i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione.
Il rispetto della dignità della persona e la tutela della vita sono valori irrinunciabili. Non possono essere oggetto di frammentazione legislativa o di iniziative che, pur partendo da istanze comprensibili, finiscono per creare diseguaglianze tra i cittadini italiani, a seconda della Regione in cui risiedono. Si è certi che il Governo agirà con responsabilità e fermezza per riaffermare la centralità del Parlamento su questioni che toccano i fondamenti stessi della convivenza civile e del nostro ordinamento” dichiara il coordinatore di Gruppo Misto-Noi Moderati Luca Santarelli.
"L'Associazione Luca Coscioni ha molti meriti, tra cui quello di aver contribuito perché la Regione Toscana si dotasse di una legge sul fine vita, in attesa di una risposta nazionale che da troppi anni manca -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Conosciamo molte persone che ne fanno parte, a partire da Felicetta Maltese, che come sempre ringraziamo per il suo impegno costante, di cui è chiamata a rispondere anche nei tribunali.
Ci fa piacere che nelle comunicazioni di oggi il Partito Democratico abbia dichiarato di voler sostenere la nostra proposta di conferire il Fiorino d'Oro all'Associazione Luca Coscioni, sostenendo quindi la mozione depositata alcune settimane fa e che ora dovrà essere discussa dalle Commissioni di competenza (politiche sociali e cultura, 4 e 5).
Lo avevamo proposto nella consiliatura passata con Antonella Bundu e Roberto De Blasi del Movimento 5 Stelle, ma poi sono arrivate le elezioni. Mentre il Governo nazionale prova a minare quei parziali passi in avanti fatti a tutela dell'autodeterminazione di ogni vita, ci fa piacere che in Palazzo Vecchio ci sia un'apertura così importante".
“Quando si discute di legge toscana sul fine vita occorre partire da un assunto e cioè che si tratta di una legge regionale di iniziativa popolare presentata in sei Regioni, e che solo in Toscana è stata recepita, parzialmente, perché il testo presentato dall’Associazione Coscioni era in larga parte incostituzionale (come segnalato dall’ufficio legislativo del consiglio regionale).
Se sia Cappato che la maggioranza regionale continuano a dire che la legge sia stata necessaria per attuare la sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019, va anche detto che tale attuazione poteva essere fatto con una più semplice delibera del Dipartimento Sanità della Regione. Invece, la Regione Toscana ha voluto calcare la mano su una questione (dal 2019 almeno) procedurale e la vicenda è stata invece trasformata in una questione puramente politica – portandola nell’Aula consiliare - perché questa è stata la volontà dei partiti che governano la Toscana. Su questo serve chiarezza.
La sentenza del 2019, che è di tipo manipolativo e additivo, ha stabilito che non integra la responsabilità’ penale qualora si agevoli il suicidio medicalmente assistito in quattro condizioni ben precise: se la persona è affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, assolutamente intollerabili,tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale, e se è ancora capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Su questo il Ministero della Salute chiede dal 2022 alle Regioni di provvedere tramite il SSN e cioè adottando atti amministrativi appositi. Quindi sotto questo profilo non serviva una legge regionale, che è servita solo a Giani per imbracciare una battaglia di parte.
Dopodiché se l’obiettivo della legge toscana non è questo ma quello di far valere il ‘diritto al suicidio assistito’ (così come dice Cappato) e superare i risvolti penali della materia, siamo ancora più convinti del nostro ‘no’ in Consiglio regionale perché la Regione non ha alcuna competenza in materia. E questo non l’abbiamo stabilito noi, ma il centrosinistra che ha voluto approvare in fretta e furia la riforma del Titolo V^ della Costituzione nel2001, dando vita al sistema di riparto delle competenze tra Stato e Regioni che ha generato centinaia di ricorsi incrociati” hanno dichiarato il consigliere regionale FdI e portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale Alessandro Capecchi e il capogruppo FdI in Consiglio regionale Vittorio Fantozzi.
“L’impugnazione della legge toscana sul fine vita da parte del governo Meloni è una scelta ipocrita e crudele, uno schiaffo alla dignità di chi soffre e chiede solo ascolto e umanità nel momento più delicato della propria vita.” Così Irene Galletti, Presidente del Movimento 5 Stelle Toscana, ritorna contro la decisione del governo di impugnare la legge toscana, ma sottolinea anche un fatto politico rilevante: persino il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, esponente di punta della Lega di Salvini, ha chiesto all’esecutivo di fornire una direzione chiara su un tema finora lasciato colpevolmente in uno stato di incertezza normativa.
“La nostra legge – continua Galletti – nasce da un’iniziativa popolare ed è frutto di un dibattito ampio, civile e partecipato. Non impone nulla a nessuno, ma garantisce a chi è in condizioni di sofferenza irreversibile il diritto di essere accompagnato con regole certe e tutele mediche. È un atto di responsabilità, che si muove nel solco delle indicazioni della Corte Costituzionale.”
Secondo Galletti, la decisione del governo non è solo politicamente ipocrita, ma anche profondamente incoerente: da un lato, l’esecutivo rivendica con forza la necessità di rafforzare l’autonomia delle Regioni; dall’altro, interviene per limitarla proprio quando viene esercitata in modo concreto e responsabile. “È paradossale – afferma – che chi brandisce l’autonomia differenziata come un totem ideologico si accanisca contro una Regione che ha scelto di legiferare nel pieno rispetto della Costituzione. Siamo di fronte a una doppia morale: un governo che non legifera, non guida e che ora punisce chi cerca di colmare le sue mancanze.”
La presidente M5S chiude con un affondo deciso: “Difenderemo la legge toscana con ogni mezzo, non solo per un principio giuridico, ma per la dignità delle persone. Oggi persino una voce insospettabile come quella di Fontana chiede al governo ciò che noi chiediamo da mesi: uscire dall’ambiguità e assumersi le proprie responsabilità. È tempo che la politica smetta di voltarsi dall’altra parte,” conclude Galletti.