France Odeon: al film “Tour de France” di Rachid Djaïdani il premio Foglia d'oro 2016.

Alessandro Lazzeri

“Tour de France” è una sorta di road movie, dove i compagni di viaggio sono un rapper di origine algerina e un operaio francese sciovinista e antimusulmano. Il francese Serge (Gerard Depardieu) è appassionato di mare e pittura e intraprende il viaggio allo scopo di dipingere i principali porti di Francia, sulla falsariga di quanto fatto dal pittore settecentesco Joseph Vernet. In questo viaggio ha bisogno di un autista che l'ho accompagni. Lo accompagna Far'Hook-Sadek, un giovane rapper che sfugge dalla vendetta di un rapper rivale e s'imbarca quasi per caso in questa strana avventura.

I due dopo non poche diffidenze iniziali procederanno in una sorta di viaggio di formazione, che li cambierà entrambi. Serge e Far'Hook Sadek diventeranno amici, perché la solidarietà annullerà nel viaggio ogni distanza tra i due. Il francese anti-immigrati supererà i propri pregiudizi, vedendo l'uomo dietro lo straniero. Il regista affronta temi classici quale il viaggio e l'incontro-scontro tra due persone molto diverse, senza cadere nella banalità. Il film è divertente e commovente.

Un viaggio nella Francia profonda che evidenzia le difficoltà d'integrazione e l'auspicabile necessità di un dialogo scevro da pregiudizi e paure. Un messaggio che Rachid Djadani esprime con la qualità di un buon cinema, di un'ottima musica e di bravi interpreti. Un film che mostra il divario tra le culture urbane e tradizionali in Francia, argomento raramente affrontato al cinema, ma particolarmente attuale nella realtà contemporanea .

All'anteprima italiana Gerard Depardieu, interrogato sul perché avesse scelto d'interpretare questo film. Ha dichiarato: “Perché è un piccolo film di grandi emozioni. Che affronta il tema del momento: comunicare. Perché è un film contro la paura che tutti abbiamo dell’altro”.

Al film è stato meritatamente attribuito dalla giuria, che ha visionato gli undici film presentati alla rassegna fiorentina, il Premio Foglia d'oro. Il riconoscimento – che consiste in un campione battuto a mano di foglia d’oro di alcuni grammi, materia prima con la quale dal ‘600 viene fatta la doratura dell’opera d’arte – è stato istituito quest’anno per la prima volta grazie alla preziosa collaborazione con Giusto Manetti Battiloro.

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