Fiorentina in salsa Halloween, pari dopo un film dell'orrore

Paolo Pellegrini

Dimenticare Vienna, e anche in fretta. Perché contro un bel Bologna, dinamico spigliato e implacabile nello sfruttare ogni minima occasione, la Fiorentina torna la solita povera cosa da fondo classifica di serie A, impacciata e inguardabile, immobile e titubante, imprecisa e paurosa, senza un filo logico né una spinta razionale. Lo spiega bene la fisica: la meccanica dei fluidi studia i materiali che hanno la capacità di variare con continuità la loro forma adattandosi al contenitore. Ecco, la Fiorentina in versione serie A è come una sorta di comfort zone per l’avversario di turno, che in campo si prende tutte le libertà possibili, come dimostra – andate a rivedervi il filmato – l’azione del raddoppio di Cambiaghi: palla persa – male – a centrocampo, Fabbian ha tutto il tempo di portarsi a spasso mezza Fiorentina imbambolata a guardare, in tandem con Cambiaghi che fa in tempo a piazzarsi verso il dischetto, ricevere da Holm e fulminare De Gea.

Senza che nessuno abbia mai cercato di frapporsi.

E non è che una delle scene pietose che la Fiorentina ha imbandito in questa domenica pomeriggio un po’ triste perché, come ha ricordato anche il tabellone elettronico, lo sport di Firenze e non solo ha perso anche Raffaello Paloscia, davvero l’ultima delle grandi voci di un passato glorioso, per i giornali e non solo (tre giorni fa, pure in punta di piedi, se n’era andato anche Alberto Paoli, cinquant’anni e più di cronache sulle pagine rosa della Gazzetta e prima su quelle del Giornale del Mattino).

Tanto pietose – c’era stato nel frattempo pure uno 0-3, fortuna che Orsolini era in offside di millimetri in partenza dell’azione – che la generosissima FerroFiesole, calda come poche altre volte perché si sa, il Bologna è il Bologna, è sbottata nel più clamoroso dei cori,Se andiamo in B, vi facciamo un culo così”, e giù “Fuori le palle, tirate fuori le palle” e “Noi vogliamo gente che corre”.

Perché questa Fiorentina in salsa Halloween si è proprio dimenticata di Vienna, pur con un avversario di tutt’altra caratura davanti. Pioli ha scelto di tornare alla “sua” formazione, dentro di nuovo Gosens e Dodo sulle fasce, scelta quanto mai infelice, e Mandragora in mediana, peggio mi sento, e Kean al centro dell’attacco, supportato stavolta però da Gudmondsson, con Nicolussi e Fagioli a battere il tempo. O a tentare di farlo, un po’ per colpa, certo, un po’ per la buona pressione, le rapide chiusure e la mobilità dei rossoblù che in campo parevano il doppio dei viola, e soprattutto – questo però qualcuno me lo dovrà spiegare – correvano sempre il doppio, e sbagliavano meno della metà, sempre la solita solfa.

Già, solita solfa che ha rischiato di tramutarsi in un film dell’orrore, anzi per lunghi tratti il film dell’orrore s’è visto davvero, e lì la gente ha perso la pazienza, i cori improperi contro i giocatori ma in particolare contro Pioli – almeno in tribuna – erano diventati rombo di tuoni.

Foto Fabio Vanzi

E tu dagli anche torto. Eppure questa Fiorentina balbettante incespicante ha perfino rischiato di vincerla, questa partita. Rocambole sarebbe stato un povero dilettante, se alla fine dopo 100 minuti di questi orrori, patemi e salti di gioia Domilson Dodo, tra i peggiori in campo insieme all’arbitro La Penna – uno che ha il temperamento di un termosifone spento, ha avuto bisogno dei Var per assegnare due rigore e toglierne altri due, e tra lui e il Var si sono forse un tantino impallati per un fallo su Bernardeschi in area viola, e comunque ha sbagliato fischiate, falli, cartellini, di tutto un po’, una vera tragedia – se alla fine Domilson Dodo, dicevo, non avesse sparacchiato sull’esterno un palloncino ghiottissimo capitatogli sul destro a un metro e mezzo dalla porta spalancata. In verità ci aveva già pensato Ranieri, e si era sull’uno a zero, a silurare in curva da meno di due metri un bel palloncino piovuto sul sinistro, il suo piede, da una spizzata di Mandragora su corner. Tanto che si è dovuto aspettare il 40’ per registrare il primo tiro nello specchio, punizione un po’ centrale di Mandragora – la spizzata e quello: la sua partita, 53 minuti, tutta lì, più una serie di palle perse e contrasti sbagliati – ben parata da Skorupski, con Dodo che ciabatta fuori una ribattuta troppo fulminea.

Ha rischiato di vincerla, ma l’avrebbe meritato? Sinceramente no, per il non-gioco, le non-conclusioni, le non-precisioni, le idee sbagliate, le soluzioni più prevedibili e meno coraggiose o anche meno illuminate. Pioli ci ha provato con qualche altro cambio, ha perfino scongelato Sabiri che a un certo punto si è ritrovato addirittura difensore centrale o giù di lì, ma ha finito per arruffare ancor più la situazione, pur tuttavia sono venuti i due rigori – nettissimi, perché ricorrere al Var? – ben piazzati da due cecchini: Gud, visto poco anche stasera ma solo perché – io insisto, fate quello che vi pare – è costretto a non pescare mai nel suo repertorio, e Kean, gran lottatore caparbio ma troppo spesso in fuorigioco e ancor più spesso incaponito nell’uno contro uno che gli avversari capiscono bene e allora diventa uno contro due o tre e buonanotte pallone.

Avrebbe meritato di vincere? No. Anche se a sentire Pioli “abbiamo creato molto più noi di loro, abbiamo preso gol su seconde palle su cui ci hanno sorpreso. La reazione è da squadra che non vuole mollare. Ci prendiamo le cose positive sapendo che in certe situazioni possiamo fare meglio”, salvo riconoscere che “dobbiamo trovare in generale più continuità, se non controlli il centrocampo poi il gioco lo controllano gli avversari”. Ma gli uomini per controllare il centrocampo ci sono, o è questione di scelte sbagliate? Sentenza da non lasciare ai posteri, perché la classifica fa paura, e mercoledì si torna a San Siro, sponda Inter, e potrebbero essere ancora dolori.

FIORENTINA (3-5-2): De Gea; Pongracic, Marì, Ranieri (85' Piccoli); Dodò, Nicolussi Caviglia (63' Sabiri), Fagioli (53' Dzeko), Mandragora (53' Ndour), Gosens (53' Fortini); Gudmundsson, Kean. A disp. Martinelli, Lezzerini, Comuzzo, Viti, Kouadio, Parisi, Sohm, Richardson, Fazzini All. Pioli. A

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Holm, Heggem, Lucumì, Miranda; Freuler, Ferguson; Orsolini (76' Bernardeschi), Fabbian (76' Pobega), Cambiaghi (63' Rowe, 84' Casale); Castro (63' Dallinga). A disp. Ravaglia, Pessina, De Silvestri, Zortea, Vitik, Lykogiannis, Moro, Sulemana, Dominguez. All. Niccolini.

ARBITRO: La Penna di Roma 1; assistenti Imperiale-Preti, quarto uff. Guida; Var Paterna-Marini

MARCATORI: 25' Castro (B), 52' Cambiaghi (B), 73' Gudmundsson (F, rig.), 85' Kean (F, rig.)

NOTE: 36' Gosens (F), 39' Freuler (B), 57' Gudmundsson (F), 71' Holm (B), 84' Rowe, 95' Dzeko (F), 95' Lucumi (B); espulso 83’ Holm ((B). Angoli 6-5 Bologna. Spettatori 19.445